ODG PER IL CPP FEDERAZIONE FIORENTINA DEL PRC DEL 06.07.2007

1) LA FESTA di liberazione del Galluzzo ha visto la partecipazione di migliaia di persone e l’impegno generoso di tanti compagni/e , in particolare giovani, che hanno garantito col loro lavoro volontario lo svolgimento della festa e risolto non pochi problemi organizzativi, considerati i tempi ristretti dell’allestimento. La Festa si conferma come importante luogo di socialità, lavoro collettivo, discussione e riflessione sulla realtà che ci circonda e infatti quest’anno, diversamente da altre volte, si avvertiva negli interventi, nella partecipazione ai dibattiti, nelle critiche stesse, il clima diverso e la difficoltà della fase politica che stiamo attraversando.

I risultati delle ultime elezioni amministrative (crescita delle astensioni, arretramento dell’Unione ed anche del PRC) e l’insuccesso della manifestazione di piazza del Popolo a Roma lo scorso 9 giugno, mentre il corteo del movimento no-war raccoglieva una forte adesione, segnalano in modo inequivocabile una forte delusione tra i settori popolari nei confronti del Governo Prodi ed il rischio di separazione della sinistra politica, e in particolare del nostro partito, dai movimenti più significativi cresciuti nel nostro paese. Tutti questi elementi contribuiscono e alimentano peraltro negativi processi di rottura e divisione all’interno stesso dei movimenti.

La decisione dei DS e della Margherita di costituire il Partito Democratico e la stessa candidatura di Walter Veltroni, ben accolta da Montezemolo, rappresentano non solo un ulteriore spostamento al centro di questi due partiti, ma anche la volontà di condizionare il Governo e la coalizione dell’Unione ad un profilo più moderato, di ipotecare i contenuti della riforma elettorale ed anche ipotizzare, se necessario, diverse maggioranze.

Per contrastare decisamente questa tendenza, è necessario recuperare autonomia e iniziativa sociale, ricostruire il rapporto e l’internità ai movimenti sulla base di iniziative concrete e comportamenti coerenti, su temi centrali come le pensioni (contro l’innalzamento dell’età pensionabile e l’attacco ai coefficienti, per l’aumento delle pensioni), i salari, la precarietà, la casa, la pace, l’opposizione allo “scudo “missilistico, alle basi militari, come a Vicenza, alle grandi opere, come la TAV, agli inceneritori.

Proprio perchè consapevoli della durezza dello scontro sociale in atto, non possiamo adeguarci alla logica del “meno peggio”, ma occorre individuare percorsi e obiettivi concreti, in base ai quali verificare i risultati e la presenza in questo Governo.
Infatti se il logoramento sociale, praticato dai poteri forti e anche da importanti settori della maggioranza, prevalesse sulle necessità di cambiamento, ciò significherebbe a livello popolare una crisi di consenso definitiva per il Governo Prodi, e in particolare per il PRC e per tutta la sinistra, che si trasformerebbe alle prime elezioni in una pesante sconfitta.

2) La nascita del Partito Democratico impone la necessità del confronto e della azione comune ad ogni livello, anche nelle nostre realtà, tra tutte le forze politiche e sociali di sinistra che non accettano una deriva centrista e moderata, ma questa necessità deve sapersi misurare con i contenuti, con la concretezza dei problemi e delle vertenze aperte nei territori, per evitare un ulteriore scollamento tra gruppi dirigenti e base sociale.

Il PRC deve lavorare con determinazione e da subito alla costruzione di un ampio schieramento di sinistra, alternativo e autonomo dal Partito Democratico, e al tempo stesso avere la consapevolezza del ruolo insostituibile che un partito comunista rifondato deve svolgere in questo processo, caratterizzato inevitabilmente da varie tendenze, per definirne un necessario profilo anticapitalista, evitando scorciatoie organizzativistiche e qualsiasi ipotesi di superamento – scioglimento del partito stesso e della sua autonomia politica, strategica e organizzativa: c’è bisogno, al contrario, del rilancio del partito e della rifondazione comunista, non come scelta di autosufficienza, ma come motore indispensabile di un ampio e variegato schieramento anticapitalista.

3) La nuova fase politica che stiamo vivendo, le evidenti difficoltà emerse nei rapporti con la società, lo sviluppo di una dialettica variegata di posizioni nel PRC e nella sinistra non più riconducibile alle posizioni scaturite dal Congresso di Venezia, la situazione stessa del partito che evidenzia criticità e fenomeni preoccupanti di demotivazione, crisi di militanza, separatezza, come già emerso durante la Conferenza di Organizzazione, richiedono di anticipare il Congresso Nazionale a partire dal prossimo autunno per consegnare, con chiarezza, a tutti i compagni/e, il confronto e la scelta democratica fra le diverse opzioni che si confrontano nel partito.

4) In questo contesto generale, il documento proposto da Martini lo scorso aprile per l’ingresso del PRC nella Giunta Regionale non solo si conferma profondamente inadeguato sul piano degli impegni programmatici a dare risposte nuove alla crisi del modello toscano ed alle principali vertenze aperte nei territori, ma proprio per questo non rappresenta un elemento di novità e di controtendenza rispetto al quadro nazionale ed alla linea del futuro Partito Democratico.

Il CPP rivolge un appello al Comitato Politico Regionale PER UNA PAUSA DI RIFLESSIONE E DI ATTENTA VERIFICA, prima di decidere, magari in pieno periodo estivo, l’ingresso del PRC nella Giunta Regionale .

Considerata inoltre la mancanza di un percorso partecipato dagli stessi soggetti sociali e il permanere di un ampio dissenso all’interno del partito, coinvolto solo parzialmente nella discussione-consultazione e senza alcuna possibilità di modificare-emendare lo stesso documento Martini, questa scelta rischierebbe di indebolire la nostra azione e credibilità nel lavoro di aggregazione della sinistra, con la conseguenza di produrre ulteriore demotivazione e difficoltà nel rapporti con i movimenti e la società.

Occorre invece proseguire nella iniziativa politica e nel confronto sui temi sociali aperti nei nostri territori, con un Forum pubblico aperto a tutte le forze e le soggettività interessate, per definire proposte concrete su cui verificare l’effettiva disponibilità al cambiamento.

(in ordine alfabetico)

ALESSANDRO BELLUCCI, ARRIGO BORTOLOTTI, MARCO CHECCHI, ADRIANA MINIATI, ANTONINO MOSCATO, PAOLA SERANTINI, SANDRO TARGETTI, RICCARDO TORREGIANI