“NO” a chi vuole rendere illegale il Partito comunista di Boemia e Moravia

Lo scorso 16 dicembre il compagno Jirì Mastàlka, vice presidente del Comitato centrale del Partito comunista di Boemia e Moravia ( KSCM), ha inviato a tutte le forze comuniste, di sinistra e democratiche internazionali un drammatico appello. Cosa è accaduto? E’ accaduto che – di nuovo – i comunisti cechi rischiano di essere messi fuorilegge. Nell’appello di Mastàlka si dice chiaramente che dal Senato della Repubblica Ceca riparte oggi il tentativo di ratificare l’incostituzionalità del KSCM, tra le altre ragioni perché esso “ esprime una concezione del mondo marxista”.

Il KSCM (che è presente, come osservatore, nella Sinistra Europea, della quale fa parte il PRC) non è un piccolo partito, un ricordo: esso è il terzo partito del Paese, una forza di massa, con il 15% dei voti, circa 150 mila iscritti, un vasto radicamento sociale, una forte organizzazione giovanile e una significativa presenza istituzionale, sia al Parlamento nazionale che a quello europeo.

Esso è alla testa delle lotte sociali contro gli effetti devastanti della dura restaurazione capitalistica e a fianco del movimento pacifista contro l’istallazione dello scudo missilistico nordamericano e contro le politiche subordinate alla NATO e agli USA espresse dai governi di Praga. Ed è a partire da questo concreto ruolo sociale e politico che svolge – non tanto e non solo per la cultura marxista espressa – che va decodificato il tentativo della destra ceca di demonizzare ed emarginare il KSCM.

Un partito comunista che – come in molti altri Paesi dell’Europa centro-orientale ed ex sovietica appartenenti all’Unione Europea (ultimo e drammatico esempio la Polonia, ove una legge impedirà, dal prossimo gennaio 2010, di utilizzare la falce e il martello, di fischiettare per strada “l’Internazionale”, di ostentare una maglietta con Che Guevara, pena due anni di galera) ha subito sin dal primi anni ’90 la terribile persecuzione della cosiddetta “Lustrace.” Una degenerazione legislativa dalle diverse forme volta a mettere, nei paesi dell’ex socialismo realizzato, i comunisti fuorilegge; interpretata ed applicata in modo particolarmente duro dalla destra ceca; discussa a Praga sin dal maggio 1992, al Congresso di “Charta 77”, poi resa vigente dal beniamino dell’occidente capitalista ( e beniamino pure di quelle “ soggettività” di sinistra, comuniste e progressiste, anche italiane, che definivano persino Eltsin di sinistra): Vaclav Havel.

Scriveva da Praga Piero Benetazzo su la Repubblica del 20 maggio 1992:

“ L’ angoscia di purificazione ha investito persino Cartha 77, il fulcro del dissenso cecoslovacco, l’ oppositore più deciso ed articolato del vecchio regime. Il suo ultimo congresso – qualche giorno fa – è stato lacerato dalla richiesta di dimettere, allontanare, tutti gli ex comunisti. C’ era qualcosa di paradossale in quel dibattito fattosi teso ed acrimonioso: erano in grande maggioranza comunisti dubcekiani, coloro che lanciarono quel movimento a cui si ancorava la speranza della società civile negli anni oscuri della repressione. E c’ era persino un tocco di ridicolo quando si scoprì che il giacobino più acceso e verboso – certo Sarka – si era iscritto a Charta 77 solo dopo la caduta del regime… Le ombre del passato stanno riemergendo con forza in tutti i paesi ex comunisti: lo slancio delle riforme si è arenato, cresce la tensione sociale… L’ appello alla riconciliazione nazionale con cui questi paesi uscirono dal comunismo ha ceduto alla delusione, ad una specie di bisogno collettivo di punizione… A Bucarest è finito in prigione l’ intero ufficio politico del Pc; in Polonia si preparano leggi di epurazione; in Ungheria – nonostante l’ opposizione della Corte Costituzionale – si cerca di processare i colpevoli della repressione del ‘ 56. Ma è soprattutto in Cecoslovacchia che il fenomeno ha assunto proporzioni vistose che preoccupano le organizzazioni internazionali per i diritti umani… La Lustrace ( epurazione) allontana per 5 anni dalla vita pubblica, dai mass media, dall’ industria coloro che abbiano ricoperto qualche carica di rilievo – anche a livello locale – nel partito… E si fruga, ci si spinge fino al lontano 1948 senza risparmiare gli uomini della Primavera del ’68. Secondo l’ Organizzazione internazionale per il lavoro la purga potrebbe coinvolgere almeno un milione di persone…”.

Dopo la prima “ Lustrace”, pagata in modo durissimo dal KSCM ( che, tra l’altro, è costretto a togliere dalle proprie bandiere la falce e il martello, sostituiti dal simbolo delle ciliegie) vi è stato, due anni fa, il tentativo degli organi di Stato cechi di gettare nell’ illegalità l’organizzazione giovanile comunista del KSCM ( KSM), un tentativo che ha visto l’insorgere della solidarietà comunista, di sinistra e democratica internazionale (quella italiana in prima fila) che ha contribuito alla sospensione , da parte del Tribunale ceco, della condanna di illegalità per i giovani comunisti della Repubblica ceca.

Ora, a Praga, ci risiamo e sotto il mirino della destra filoamericana c’è di nuovo il Partito comunista. Le forze comuniste del nostro Paese e quelle democratiche sono politicamente e moralmente chiamate a rispondere all’appello lanciato da Jìri Mastàlka: bisogna esprimere al KSCM, in tutti i modi possibili, la necessaria solidarietà.

E si può iniziare nei modi più semplici: aderendo al gruppo “No alla messa fuorilegge del Partito Comunista di Boemia e Moravia”, costituitosi su Facebook :

http://www.facebook.com/group.php?gid=229722343571&ref=mf&v=info#/group.php?gid=233554433704)

oppure firmando l’appello: [email protected]

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da “ Liberazione” 30 dicembre 2009