L’ANOMALIA TOSCANA CONTINUA !!
L’intesa tra Toscana Democratica e Rifondazione Comunista in Regione si è concretizzata, dopo circa 10 mesi di “stop and go”, fatto di annunci, lunghi silenzi, veti incrociati, insomma il linguaggio che caratterizza per lo più le trattative dentro il palazzo.
Diversamente dalle buone pratiche indicate dai movimenti di questi anni, è mancata in questa vicenda l’apertura di un dibattito e di un confronto pubblico, che coinvolgesse oltre alle forze politiche anche i soggetti sociali, sui contenuti del nuovo accordo programmatico che dovrebbe aprire una fase nuova nel governo della Regione.
La stessa consultazione interna al PRC, che ha coinvolto i Comitati Politici Provinciali, ha fatto emergere un rilevante dissenso, in un clima di scetticismo e scarso entusiasmo: in due federazioni ha prevalso il voto contrario, a Firenze l’opposizione supera il 45%, in tre federazioni è mancato il numero legale per votare. Laddove la discussione ha toccato i livelli più bassi del partito, come i Circoli, il dissenso è cresciuto, evidenziando una divaricazione preoccupante tra gruppo dirigente regionale e attivisti di base.
Il Documento proposto dal Presidente Martini, ai primi di aprile, è circolato in ambienti molto ristretti, e non ha rappresentato mai una base su cui poter approfondire, modificare, trattare (come si fa in ogni percorso partecipato!): a chi obiettava e chiedeva cambiamenti, è stato risposto “prendere o lasciare”, altrimenti “i settori moderati di Toscana Democratica avrebbero peggiorato il testo!”
Infatti sono proprio i contenuti l’anello debole di questo accordo: vengono ignorate importanti vertenze aperte nei territori come il sottopasso Alta Velocità di Firenze, il corridoio Tirrenico, il rigassificatore, l’urbanistica, la gestione dei servizi pubblici e sociali, la questione dei suoli e della casa. Sui rifiuti l’impegno alla riduzione ed alla differenziazione non viene accompagnato da una seria verifica del fabbisogno impiantistico e dei Piani Provinciali (forum pubblico), come da anni richiede il movimento contro gli inceneritori cresciuto in tutti i territori; sulla precarietà gli impegni sono generici e contraddittori.
Le uniche aperture sono sulla ripubblicizzazione dell’acqua e sulla smilitarizzazione della base di Camp Darby, questioni importanti, ma insufficienti per chiudere “l’anomalia toscana”: manca insomma una adeguata discontinuità programmatica in grado di aprire spazi alla iniziativa dei soggetti sociali, dare risposte nuove alla crisi del “modello toscano” ed accettare la sfida del governo regionale.
Per questi motivi concreti, e non per posizioni pregiudiziali, ribadiamo che non vi sono le condizioni per entrare in giunta, e rinunciare all’opposizione di sinistra. A questo si deve aggiungere un preoccupante contesto nazionale che vede il Partito Democratico ed i poteri forti svuotare il programma dell’Unione e logorare il rapporto con la base sociale della sinistra, con evidenti spinte centriste (negativo accordo sulle pensioni e referendum elettorale, firmato anche da Martini!).
Il “buongiorno si vede dal mattino!” L’Unione in Toscana nasce a freddo (anche se in pieno periodo balneare!) e tutta all’interno del palazzo, con una buona dose di “politicismo” e di autoreferenzialità dei gruppi dirigenti: questa operazione rischia di aprire un vuoto a sinistra, di produrre una crisi nel rapporto con la società e di non favorire nemmeno la crescita di un’ampio schieramento di sinistra autonomo e alternativo al Partito Democratico.
Rendiamo pubblico il nostro netto dissenso nei confronti di questa scelta, anche per dare voce a tanti compagni/e dei circoli e delle zone, iscritti, simpatizzanti ed elettori di Rifondazione Comunista, oggi fortemente critici e disorientati: invitiamo a proseguire a tutti i livelli l’impegno nei conflitti sociali senza fare alcuno sconto alla Giunta Martini, disponibili, come sempre, a verificare con tutto il partito gli sviluppi di questa difficile situazione.
Baldanzi, Bellucci, Bortolotti, Campani, Campigli, Checchi, Corrieri, De Luca, Fabiani, Fani, Frati, Giammartini, Manetti, Marchese, Marchettini, Monti, Moscato, Orioli, Pecchioli, Serasini, Targetti, Torregiani, Vannucci del Comitato Politico Provinciale di Firenze del PRC.