Egregio Presidente del Consiglio,
non ci uniremo al coro dell’antipolitica e degli improperi che da più parti si levano nei confronti delle politiche attuate dal Governo che Lei presiede, sarebbe troppo facile e non produrrebbe alcun passo in avanti rispetto alle problematiche che in questa sede avanziamo.
Noi siamo abituati da tempo ad essere abbandonati, abbandonati dal Governo, dalle Regioni che vedono come un orpello le 600.000 famiglie nelle graduatorie che chiedono alloggi a canone sociale e alle quali viene risposto con alloggi a canone moderato (sia chiaro rispetto al libero mercato) e di sostegni ai mutui per giovani (quando già oggi gli italiani sono indebitati con le banche per una cifra pari a 240 miliardi di euro); dai Comuni che da anni non concedono alcuna area edificabile per l’edilizia residenziale pubblica; dai sindacati dei lavoratori che in nessun tavolo nazionale di welfare hanno posto la questione abitativa come effettivamente centrale, perché c’è sempre qualche emergenza più emergente delle altre.
Eppure parliamo del 20 per cento degli italiani, quelli che non pensano nemmeno ad andare in pensione perché altrimenti hanno la scelta o di non pagare l’affitto o di cercare di mangiare “decentemente”. E in questa percentuale manca sempre qualcuno: gli immigrati, le giovani coppie coabitanti, gli studenti universitari.
Chissà mai perché presso i Commissariati risultano più persone in affitto (pardon ospitate) che quelle derivanti dai contratti registrati, ci chiediamo se mai qualcuno ha pensato di fare una seria banca dati incrociando i due rilevamenti.
Eppure di Lei ci eravamo fidati, avevamo tenuto conto delle Sue affermazioni, piuttosto forti, di impegno a sostenere programmi di case popolari;. ci eravamo fidati a seguito della legge 9/2007 quando per la prima volta noi ed altri soggetti insieme a Regioni e Comuni eravamo stati chiamati a definire le linee guida per un programma straordinario; ci eravamo convinti che si fosse intrapresa una strada concreta verificando l’impegno e la serietà nell’affrontare il tavolo nazionale sulle politiche abitative da parte dei quattro Ministri partecipanti ( tutti di partiti diversi, almeno allora).
Ci eravamo fidati quando i citati quattro Ministri e le Regioni e l’Anci avevano condiviso un testo di decreto legge per affrontare l’emergenza derivante dalla fine della sospensione degli sfratti prevista per il 16 ottobre 2007, e che individuava le risorse dall’extragettito.
In quel caso abbiamo pensato: vuoi vedere che stavolta il principio del passaggio da casa a casa lo mettiamo in pratica ! Una volta tanto si era fatto il miracolo, quattro Ministri, le Regioni, i Comuni, i sindacati, le associazioni dei proprietari, le associazioni delle cooperative, tutti d’accordo.
Ed avevamo pensato, anche noi: “ Vuoi vedere che questo è l’ultimo anno delle proroghe degli sfratti e che si è imboccata la strada delle politiche abitative strutturali e non dell’emergenzialità !”.
Poi arriva la sera del Consiglio dei Ministri che deve approvare il Dpef e il decreto legge sull’utilizzo dell’extragettito. Apprendiamo che non ci sono risorse, alle proteste dei Ministri Di Pietro, Ferrero, Bindi e Melandri, si apprende dalle cronache, Lei Presidente del Consiglio dei Ministri si impegna a porre rimedio alla “svista”. Anzi di più: dopo una miriade di lettere e comunicati stampa da parte dei sindacati inquilini, tutti, delle Regioni e dei Comuni, la sera stessa l’On. Letta detta alle agenzie una nota con la quale si impegna a presentare un emendamento in Parlamento per affrontare la questione sfratti. A questo punto diciamo: vabbè ! un po’ di ritardo ma possiamo farcela. Macché ! niente di niente.
La cosa che ci rattrista, Presidente Prodi è che, né lei, né tanto meno l’On. Letta avete spiegato perché non avete ottemperato ad un impegno dichiarato in Consiglio dei Ministri e reso pubblico con dichiarazione alle agenzie di stampa.
Esiste un etica anche in politica soprattutto quando la politica determina condizioni di vita o di esclusione dalla vita, come accade ai precari della casa e agli sfrattati: ci ha colpito la vostra superficialità, la disattenzione verso anziani, portatori di handicap, famiglie con figli e con malati terminali, immigrati e studenti.
Spiace davvero che a questi soggetti il prossimo 16 ottobre lo Stato, non questo o quel governo, non questa o quella coalizione, sottolineiamo lo Stato, mostrerà loro la sua faccia visibile e concreta, quella dello sfratto forzoso, quello dell’ordine pubblico contro justitia….
Quando parlate di difesa della famiglia, ma di chi parlate ? Vi sentite davvero a posto con la vostra coscienza ? Siete davvero certi di avere capito che non state parlando di mattoni ma di persone in carne ed ossa, di sangue e nervi, di emozioni e di respiri.
Siete ancora in grado di percepire quanta disperazione può esserci nell’essere estromessi dall’alloggio e messi in strada ? Vi siete mai chiesti come un padre o una madre spiega questo ad un figlio, vi siete mai chiesti come un anziano spiega lo sfratto alla sua compagna di una vita e per la vita ? Ed ancora quale altra pena deve espiare un portatore di handicap e un malato terminale oltre alla sua condizione ? Siete davvero certi che basteranno le parole e le azioni della forza pubblica quando li sbatteranno sulla strada ?
Che dirvi oltre ? Nulla. Se ritenete di essere nel giusto continuate così; se pensate di non esserlo non ditelo alle agenzie, fate quello che dovete fare, ma fatelo presto non c’è più tempo.
Grazie dell’attenzione
Vincenzo Simoni
Segretario Nazionale
Unione Inquilini
347 633 07 23