“Le basi militari in Colombia sono una reazione imperiale ai cambiamenti in America Latina”

In un’intervista rilasciata alla trasmissione televisiva venezuelana “Mesa Redonda” (Tavola Rotonda”) e ripresa da “Cubadebate”, il Ministro dell’Economia e delle Finanze, Alí Rodríguez Araque, ha dichiarato che le basi militari in Colombia – su cui, il 30 ottobre, è stato siglato, in aperta violazione delle stesse prerogative parlamentari, l’accordo che permette la loro presa di possesso da parte dell’esercito statunitense – rappresentano “una reazione imperiale ai cambiamenti che si stanno realizzando in America Latina”.
“Sono emerse nuove leadership appoggiate dai popoli, e sarebbe un’ingenuità criminale credere che questi cambiamenti non producano reazioni”, ha affermato Alí Rodríguez nell’esprimere pieno consenso alle parole del leader cubano Fidel Castro che, in una delle sue recenti “riflessioni”, ha definito l’installazione delle sette basi militari USA in Colombia e le modalità dell’accordo voluto da Uribe una manifestazione di rinuncia alla propria sovranità.

“Le basi militari non sono una forma speciale di turismo”, ha sottolineato il ministro venezuelano. “Le armi vengono installate con propositi bellici, con intenzioni di guerra”. “Ciò rappresenta un autentico tradimento del popolo colombiano e dell’America Latina, una vera e propria annessione del paese, come ha giustamente fatto rilevare Fidel Castro”.

Alí Rodríguez, sottolineando come le basi militari USA siano la prova degli “immensi pericoli a cui è esposto il continente latinoamericano” che, ora più che mai, deve essere pronto a difendersi, ha tuttavia voluto aggiungere che “gli Stati Uniti non hanno la forza che avevano 10 o 15 anni fa e non possono più permettersi di imporre le proprie condizioni o di perdere 50.000 uomini come nella guerra del Vietnam. E stanno mostrando la propria debolezza in Afghanistan, dove sono impegnati in una guerra che non sta andando certamente bene”.

“Fino a non molto tempo fa il mondo dipendeva dagli Stati Uniti, mentre oggi sono gli Stati Uniti a dipendere dal mondo”, ha concluso Alí Rodríguez.