“Lavoriamo come le formiche”

Le ragioni della grande avanzata dei comunisti greci in un’intervista rilasciata alla vigilia delle elezioni, in occasione della festa del giornale dei comunisti portoghesi.

Presente alla Festa di Avante!, in rappresentanza del Partito Comunista di Grecia (KKE), Dimitris Kaltsonis, professore universitario e membro del CC del KKE, in un’intervista per il nostro giornale, una settimana prima delle elezioni, ha descritto la situazione politica e sociale nel suo paese, dove i lavoratori sono stati le principali vittime della politica di destra perseguita sia dai socialisti che, negli ultimi tre anni dai conservatori di Nuova Democrazia.

Dimitris Kaltsonis – Il Governo di Nuova Democrazia ha approfondito l’attacco contro i diritti sociali dei lavoratori, proseguendo nell’essenziale la politica del governo precedente, costituito dal Partito Socialista (PASOK). Perciò, in queste elezioni, abbiamo insistito sulla necessità di penalizzare sia il governo di destra al potere che i socialisti, i quali propugnano la stessa politica, sottolineando contemporaneamente che l’avanzata elettorale del nostro partito permetterebbe di resistere meglio all’offensiva liberale.

I sondaggi indicano che Nuova Democrazia potrebbe perdere la maggioranza assoluta al Parlamento rispetto all’insieme dei partiti collocati a sinistra. Il KKE sarebbe disponibile ad appoggiare un governo di coalizione a sinistra?

In primo luogo, dobbiamo tener conto del fatto che è molto difficile che ciò succeda, dal momento che il sistema elettorale favorisce le maggioranze assolute. Tuttavia, per noi, non si pone il problema dell’appoggio a qualsiasi governo del PASOK o di destra. Questo, del resto, è uno degli aspetti su cui siamo in totale disaccordo con il partito Synaspismos, che conduce una politica di collaborazione con il PASOK al livello dei municipi e nel movimento sindacale.

Anche se l’obiettivo fosse quello di allontanare la destra dal governo?

Ma noi non vogliamo sostituire una destra con un’altra destra…

L’ultima legislatura è stata segnata da intense lotte di masse, in particolare dalle mobilitazioni degli studenti contro la riforma dell’insegnamento superiore. Qual è stato il bilancio di questa lotta?

Si è trattato senza dubbio di un ampio movimento. La facoltà in cui sono professore ha scioperato per tre mesi. Professori e studenti erano uniti nella stessa causa, partecipando fianco a fianco alle manifestazioni. Ma bisognerà continuare la lotta contro la modifica della Costituzione per impedire la privatizzazione dell’insegnamento superiore. La questione non è chiusa.

Ci sono le condizioni per un’avanzata elettorale dei comunisti in queste elezioni?

Pensiamo di si. I segnali che riceviamo dalla base della società indicano che il partito aumenterà il suo consenso elettorale e che verrà rafforzato il suo gruppo parlamentare, il che ci permetterà di organizzare meglio le lotte.

Come hanno potuto i comunisti greci resistere alle circostanze avverse e fare progressi nel consolidamento delle loro posizioni?

Lavoriamo come formiche per rafforzare la nostra organizzazione e per poter fronteggiare le esigenze di ogni situazione. Lavoriamo in tal modo nei sindacati, nei quartieri popolari, in tutti i luoghi in cui possiamo allargare la nostra influenza. E questo lavoro quotidiano ha dato risultati concreti. Non sono risultati spettacolari, ma sono solidi come lo è la nostra base elettorale, il che rappresenta un buon punto di partenza.

Il governo di Nuova Democrazia si vanta di aver migliorato gli indici economici. Questo miglioramento è avvertito dal popolo greco?

L’unico miglioramento che si registra è nei profitti delle grandi imprese e non a livello dell’impiego e del salario di cui vive la grande maggioranza del popolo greco. A somiglianza di quanto si osserva nella generalità dei paesi capitalisti, in Grecia i ricchi si ritrovano sempre più ricchi e i poveri diventano sempre più poveri. Sebbene il Prodotto Interno Lordo sia aumentato, ciò che salta alla vista di ogni turista che visiti il nostro paese è che il popolo è più povero. L’ultimo accordo salariale firmato dalla confederazione sindacale, diretta dai socialisti e dalla destra, ha sancito un aumento di 77 centesimi al giorno. E’ un importo ridicolo che riduce ancora di più il potere d’acquisto dei lavoratori, le cui condizioni di vita si sono aggravate con la diminuzione dei diritti sociali alla salute e all’istruzione.

Traduzione dal portoghese per www.resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare