L’alleanza strategica tra Brasile e Venezuela corrisponde agli interessi nazionali

Per meglio capire gli sviluppi delle relazioni di nuovo tipo che si cerca di affermare tra i paesi del continente sud-americano, proponiamo un recente interessante contributo dell’autorevole dirigente comunista brasiliano.

La città di Manaus, nel cuore dell’Amazzonia Brasiliana, ha costituito il palcoscenico, il 20 settembre, di uno degli avvenimenti politici più pregni di aspettative dell’attuale vita politica in America Latina. In un incontro memorabile, i presidenti Lula e Chavez hanno riaffermato l’alleanza strategica tra Brasile e Venezuela, facendo così un importante passo in avanti nel progetto di integrazione continentale.

Questo incontro ha avuto come risultato la ratifica degli impegni assunti precedentemente in relazione alla costituzione di imprese miste tra PDVSA e Petrobras (imprese energetiche di stato venezuelana e brasiliana, nota del traduttore) che si propongono la costruzione di una raffineria petrolifera nello Stato di Pernambuco, in territorio brasiliano, e di un’altra nell’Orinoco, in territorio venezuelano. Lula e Chavez hanno proseguito le conversazioni in merito alla costruzione di un gasdotto per distribuire combustibile all’intero Sud America. Queste conversazioni presidenziali sono state positive anche relativamente alla creazione di una Banca del Sud e all’inserimento del Venezuela quale membro a pieno titolo del Mercosur.

Il presidente brasiliano ha pronunciato un discorso che ha dissipato i dubbi che ancora esistevano sulle relazioni tra i due paesi. “E’ importante che tutti sappiano che Brasile e Venezuela hanno una relazione strategica. Strategica per interessi geopolitici, strategica per interessi economici e commerciali, strategica per interessi nello sviluppo, per interessi legati agli investimenti in ambito scientifico e tecnologico. Anche perché siamo convinti che la vita del popoli dell’America Latina migliorerà nel momento in cui i nostri paesi si svilupperanno e disporranno della ricchezza da distribuire al loro popolo”, ha affermato Lula, affrontando con chiarezza gli aspetti centrali della politica estera del suo governo. La lotta per lo sviluppo nazionale è legata alla nozione che nell’epoca attuale esso può essere concretizzato solo con lo sviluppo di tutta la regione, il che presuppone l’integrazione regionale. In tale prospettiva, Lula ha messo in rilievo la posizione del governo brasiliano favorevole all’ingresso del Venezuela in Mercosur come membro a pieno titolo: “E’ importante affermare che il Brasile sta lavorando a tale scopo, che il processo è all’esame del Senato, e noi speriamo che al più presto possibile si voti perché il Venezuela sia, definitivamente, un paese membro di Mercosur e che insieme agli altri paesi possa far parte di Mercosur. L’integrazione è necessaria per svilupparci, per crescere, per essere paesi economicamente ricchi e socialmente molto giusti. Voglio, Chavez, dirle ad alta voce che, da parte del Brasile, verrà fatto qualsiasi sforzo e qualsiasi sacrificio perché questo accordo si concretizzi e chissà che al più presto possa farci una visita in qualità di membro permanente di Mercosur”.

Immediatamente si è assistito ad una furibonda reazione a questa inesorabile avanzata del processo di integrazione continentale. Basandosi su menzogne spudorate e sulla grossolana falsificazione delle dichiarazioni del presidente venezuelano sulla dilazione da parte del Parlamento brasiliano della decisione di approvare il protocollo di ingresso del paese vicino in Mercosur, settori della destra neoliberale e dei media hanno deciso di intensificare la loro campagna contro l’avvicinamento tra Brasile e Venezuela e l’integrazione continentale. Un partito neoliberista ha addirittura rilasciato una nota ufficiale con la promessa di fare “il possibile e l’impossibile” per impedire l’ingresso del Venezuela in Mercosur. Al fine di ottenere un pretesto per giustificare i loro deprecabili fini, è stata falsamente attribuita al presidente Chavez una dichiarazione, secondo la quale “il parlamento brasiliano è sottomesso” all’impero. In nessun momento e in nessun organo di stampa il dirigente venezuelano ha mai rilasciato tale dichiarazione. Egli ha solo affermato “non mi arrenderò mai” e che lo stallo nell’approvazione dell’entrata del Venezuela in Mercosur è da attribuire alla mano dell’impero. E’ la pura verità. E’ evidente che Chavez non ha mai fatto alcun riferimento poco elegante nei confronti delle camere legislative brasiliane. Le accuse al presidente venezuelano sono così una delle tante falsità con cui i mezzi di comunicazione al servizio dell’impero cercano di confondere l’opinione pubblica brasiliana. E’ deplorevole che altri settori politici, anche di sinistra, e con rappresentanza istituzionale, si siano lasciati influenzare dalle falsificazioni dei media e si siano prestati a rilasciare dichiarazioni offensive contro il presidente venezuelano. E’ perciò evidente come sia i partiti della destra liberale, che le false sinistre che hanno offeso il presidente Chavez stiano facendo con piacere il gioco dell’imperialismo.

La destra neoliberale e l’imperialismo nordamericano combattono l’integrazione continentale e l’alleanza strategica tra governi progressisti, perché il rafforzamento dell’integrazione si muove in senso contrario ai programmi neoliberali, al protezionismo dei paesi ricchi e ai piani neocolonialisti. L’interesse nazionale del Brasile e le aspirazioni del popolo brasiliano esigono l’approfondimento di questa alleanza. E la coscienza progressista delle forze che appoggiano Lula in Brasile e Chavez in Venezuela richiedono il rafforzamento della cooperazione, l’aumento della comprensione e della solidarietà reciproche. Posizioni di altra natura sono al servizio degli interessi dei nemici del Brasile e dello sviluppo nazionale.

* José Reinaldo Carvalho è giornalista, Segretario delle Relazioni Internazionali del Partito Comunista del Brasile (PCdoB) e Direttore del Cebrapaz (Centro Brasiliano per la Pace)

Traduzione di Mauro Gemma per www.resistenze.org