Il Qatar e’ un piccolo emirato di circa 850.000 abitanti confinante con l’Arabia Saudita governato dalla famiglia Al Thani. Il suo sviluppo economico e’ dovuto alla vendita del greggio e delle ingenti riserve di gas naturale. E’ un paese che sta seguendo il modello di sviluppo degli Emirati Arabi: ipermodernita’, finanza, multinazionali e mercato globale.
A differenza degli Emirati Arabi pero’ ha molte ambizioni di influenza politica e per questo ha avuto forti contrasti con l’Arabia Saudita.
Il Qatar infatti cerca di avere buoni rapporti con tutti i paesi: Iran, Palestina, Israele, Stati Uniti.
Nonostante il boicottaggio dei paesi arabi nel commercio con Israele (a cui il Qatar aderisce) esiste dal 2001 un ufficio di rappresentanza commerciale israeliano a Doha in pieno centro.
Allo stesso tempo il Qatar ha tentato piu’ volte di fare da intermediario tra Fatah e Hamas durante l’attuale crisi arrivando ad essere l’unico donatore assieme all’Iran del governo di Ismail Hanyeh durante la grave crisi umanitaria che colpi’ la Palestina in seguito al blocco internazionale degli aiuti. Il Qatar si trova inoltre in una posizione delicata in quanto da un lato e’ saldamente legato agli emirati del golfo nel GCC (Consiglio di Cooperazione del Golfo) una sorta di area libera di scambio di cui fanno parte Arabia Saudita, Kuwait, Oman, Qatar, Bahrain ed Emirati Arabi e dall’altro lato cerca di avere buoni rapporti con l’Iran, storico rivale dell’Arabia Saudita.
L’Arabia Saudita ha infatti recentemente chiuso la frontiera tra Qatar ed E.A.U. In tal modo le merci che passano dagli E.A.U. al Qatar devono per forza di cose passare per il territorio saudita, mossa alla quale il Qatar ha reagito con il progetto di un mastodontico ponte che colleghera’ il paese ad E.A.U. e Bahrain.
Un fattore importantissimo di successo del Qatar sulla scena internazionale e’ stata la creazione di Al Jazeera. L’emittente che trasmette da Doha e’ diventato nel giro di pochi anni la portavoce del popolo arabo nel mondo. Per la prima volta nella storia i cittadini arabi hanno potuto assistere a critiche spietate nei confronti dei loro governi fantocci filo U.S.A. e per questo gli uffici di Al Jazeera sono stai chiusi in moltissimi paesi (Giordania, Iraq, Libia, Somalia, Marocco ecc….).
Il governo del Qatar non cerca di influenzare in nessun modo la redazione di Al Jazeera ottenendo un grande vantaggio di immagine: di fatto nel mondo oggi tutti conoscono Al Jazeera ma in pochi sanno cosa sia il Qatar.
Al Jazeera inoltre viene appoggiata dai palestinesi e dagli iracheni dato che indaga a fondo sui drammi che questi popoli sono costretti a subire ma viene anche appoggiata dagli israeliani dato che, per loro stessa ammissione, per la prima volta nella storia leader israeliani possono entrare direttamente nelle case degli arabi e poter parlare con loro.
Esiste pero’ un lato oscuro del Qatar ed e’ la base militare americana di Al Udeid.
Dal 2000 l’Arabia Saudita si e’ rifiutata di far espandere le basi militari americane nel regno e dato che gli Emirati Arabi non hanno voluto in nessun modo concedere il loro spazio gli americani si sono spostati in Qatar. E’ in Qatar che e’ stato posto il Comando centrale di tutte le operazioni durante l’invasione dell’Iraq nella primavera del 2003.
In realta’ e’ stato lo stesso governo del Qatar ad invitare gli americani. Gia’ nel 1999 si invitavano i comandi militari ad inviare almeno 10.000 soldati americani nella base.
Nel 2000 il segretario di Stato William Cohen ha proposto un piano per realizzare in Qatar la piu’ grande base per effettuare attacchi aerei in caso di grave crisi e nel 2002 il Vicepresidente Dick Cheney ha chiesto ed ottenuto (durante una sua visita alla base) che la base diventasse un centro iperavanzato per il rifornimento lampo di carburante per aerei da guerra in volo a medio raggio.
A meta’ 2002 gia’ 12.000 soldati stazionavano nella base assieme a decine di bombardieri F16, JSTARS da recognizione e aerei da rifornimento carburante KC10, KC130 e KC135.
Gia’ nel marzo del 2002 il comando di tutte le operazioni e’ stato spostato dalla base Prince Sultan Air Base in Arabia Saudita alla base di Al Udeid in Qatar.
Nel 2003 il Qatar si e’ offerto di spendere 400 milioni di dollari per l’ampliamento della base e per la costruzione di centinaia di nuovi impianti residenziali, sportivi e ricreativi per i militari americani.
Dalla base, come tristemente noto, gli americani ed i loro alleati hanno diretto l’enorme offensiva (130.000 soldati solo via terra) contro l’Iraq.
Sempre da Al Udeid gli americani controllano la gestione della guerra in Afghanistan di concerto con la NATO (il cui comandante generale e’ comunque per regolamento un americano).
Il Qatar svolge quindi il ruolo di Giano Bifronte. Da un lato ha favorito gli americani nell’invasione dell’Iraq ed Afghanistan ed ha ottimi rapporti con il governo di Israele, dall’altro invia aiuti umanitari ai palestinesi ed ha buoni rapporti diplomatici e commerciali con l’Iran oltre al fatto di finanziare quasi interamente il network Al Jazeera, la quale e’ stata per anni boicottata dalle multinazionali della pubblicita’ ed ha dovuto quindi farsi mantenere quasi per intero dall’emiro Al Thani del Qatar.
Sono ottimi anche i rapporti con l’Europa. Un mega progetto per costruire un gasdotto dal Qatar all’Italia e’ stato siglato con l’ENI ed un altro con la Francia. L’export in Qatar di Germania, Italia e Regno Unito cresce ogni anno del 10% in media cosi come gli investimenti diretti esteri europei nell’emirato.
La Qatar Airways ha gia’ vinto per 2 volte il premio come miglior compagnia aerea del mondo sbaragliando la concorrenza di Singapore Airlines, Cathay Pacific, Air France, Lufthansa ed Emirates.
Inoltre nel 2006 il Qatar ha ospitato le Olimpiadi Asiatiche e per la prima volta 2 atleti del Qatar hanno vinto 2 medaglie d’oro alle Olimpiadi di Atene 2004.
Un paese moderno, attivo e spregiudicato sia economicamente che politicamente sulla scena internazionale, con una politica estremamente ambigua e misteriosa.
Non sembra avere nemici.
In attesa di cio’ che lo zio Sam ha in mente per il futuro del Golfo.