Esprimiamo la più netta contrarietà alla scomparsa del nostro simbolo nelle prossime elezioni come preannunciato dal segretario Franco Giordano. Quale organismo del Partito ha preso questa decisione? Dov’è finita la democrazia interna al Partito?
Riteniamo che una decisione così importante possa essere presa solamente dopo un pronunciamento di tutta la base del Partito.
Chiediamo pertanto lo svolgimento del Congresso Nazionale.
Riteniamo inoltre gravisimo e deplorevole che mentre si auspica il tesseramento alla “cosa rossa” non sia ancora iniziato, a febbraio inoltrato, il tesseramento a Rifondazione Comunista.
La falce e martello non è un simbolo del passato. Fu scelto per simboleggiare l’unione dei contadini e degli operai e proprio per chi ambisce ad una battaglia su scala mondiale diciamo che i ¾ dell’umanità vive tuttora del lavoro agricolo e del lavoro operaio.
In Italia il popolo di sinistra non teme la falce e il martello che è stato e rimane il simbolo del riscatto e dell’emancipazione dei lavoratori.
Chi si batte per l’abolizione della falce e martello fa esso stesso una battaglia tutta simbolica e tesa in realtà a superare i contenuti che essa esprime: la lotta di classe e il superamento del capitalismo.
Noi non ci stiamo. L’obbedienza non è più una virtù!