La scelta irreversibile di Giordano

La scelta irreversibile di Giordano

“Abbiamo deciso di presentare un’unica lista e un unico simbolo” ha affermato Giordano dopo la riunione del vertice della Sinistra-Arcobaleno di questo brutto pomeriggio di martedì 5 febbraio. In verità già alcune ore prima, in una conferenza stampa a Montecitorio, aveva dichiarato la stessa cosa, provocando immediate reazioni di netta contrarietà di tanti compagni dirigenti nazionali. Voglio far sapere a Liberazione, alla segreteria del PRC e a tutti i compagni che anch’io sono profondamente contrario alla decisione adottata dal vertice della “cosa rossa” oggi con il contributo determinante del nostro segretario nazionale. Lo voglio scrivere visto che non sono stato interpellato. E vorrei che tutti i compagni che come me non sono stati interpellati potessero avere l’occasione di far sapere come la pensano. Mi farebbe piacere sapere se quelli che non hanno avuto la possibilità di farsi sentire, e credo che essi siano più del 95% , pensano che si possa rinunciare al nostro nome e al nostro simbolo in una consultazione politica quale quella cui saremo chiamati ad aprile. Giordano non aveva avuto nessun mandato in proposito. Nemmeno dalla Direzione nazionale, che si è riunita solo pochi giorni fa. D’altronde per una decisione del genere, l’abbandono del nome e del simbolo comunista, i cui effetti potrebbero essere devastanti per il PRC, si sarebbe dovuto pronunciare tutto il Partito. Solo un congresso avrebbe potuto legittimare tale scelta. Invece Giordano non solo ha liquidato la falce e il martello, ma ha aggiunto anche che questa “è una scelta irreversibile”. Irreversibile significa che non si può cambiare in nessun modo, significa che se anche il 99,9% degli iscritti sarebbe in totale disaccordo, non è più possibile tornare indietro.
Irreversibile. Così ha detto Giordano.