LA RUSSIA A PEZZI

Bisogna sbarazzarsi dei vecchi….Anche i bambini soffrono? Sbarazzarsi anche di loro. Quelli che restano non ostacoleranno le riforme. Se vecchi, donne e bambini scomparissero, magari per il solo periodo di transizione, tutti i problemi sarebbero rapidamente risolti.

(Michajl Ivanevskij).

In queste ciniche parole, scritte dall’umorista russo Michajl Ivanevskij, è racchiuso il nocciolo di questo libro. Infatti, dall’analisi degli indicatori del benessere e del progresso sociale in Russia (spese per servizi, per consumi, ecc.), comparati con analoghi indici di altri paesi in transizione o in post-transizione, emerge lo stato d’allarme in cui si trova questo paese ancora nel nuovo Millennio. Trascorso il decennio el’ciniano, caratterizzato dalla totale spoliazione delle attività statali da parte degli oligarchi, con la politica predatrice dei “prestiti in cambio di azioni” (loans for shares), l’ingresso della nuova gestione Putin non apporta sostanziali mutamenti strutturali, se non per quanto riguarda il rafforzamento dello Stato e delle sue istituzioni portanti, attraverso la “verticale del potere”.

In economia, la persistente dipendenza della Russia dal settore energetico fa sì che l’unica leva dello sviluppo sia praticamente l’oro nero e il gas naturale, con il rischio che una caduta dei prezzi internazionali possa riportare il paese alla crisi del 1998.

Nel sociale, prosegue indisturbata la trasformazione del carattere universale dei sistemi pubblici di previdenza e sicurezza sociale in sistemi privati di assicurazione individuale; trasformazione che rientra nel c.d. piano di razionalizzazione economica. Nel 2004, è varata la riforma di welfare, che liquida i social benefits alle classi disagiate e li sostituisce con un compenso monetario. Questa riforma, trasformata in legge nel gennaio 2005, rappresenta la fase ultima di smantellamento dello Stato sociale e degli standards di vita delle masse russe, che già negli anni Novanta avevano sperimentato una colossale retrocessione. In Russia, si contano ancora oggi circa 30 milioni di persone che vivono sotto la soglia di povertà. Le politiche di privatizzazione, imposte senza prevedere alcun ammortizzatore sociale, non sono sostanzialmente cambiate e i ritocchi apportati dalla gestione Putin sono solo di cosmesi. Sotto il cerone permangono la stessa claudicante economia e l’impoverimento sociale che hanno caratterizzato gli anni Novanta.

(Cristina Carpinelli, La Russia a pezzi, Edizioni ACHAB, Verona, Aprile 2008, pp. 160, € 12,00).