“La rivoluzione cubana non può abbassare la guardia”

Cosa può dirci sul comunicato dell’Unione Europea che il 5 giungo scorso ha annunciato misure restrittive e punitive contro Cuba, e qual è stata la risposta del governo cubano?

Con la dichiarazione del Ministero delle Relazioni Estere dello scorso 11 giugno, il Governo di Cuba ha indicato come “l’Unione Europea abbia deciso, per quanto riguarda Cuba, di capitolare ancora una volta di fronte al governo degli Stati Uniti”. Il comunicato dei 15 è l’atto finale di una serie di continue dichiarazioni ed aggressioni contro Cuba, e tutto ciò proprio nel momento in cui il nostro paese si trova alle prese con una sempre più crescente politica di aggressione da parte dell’amministrazione americana e degli esuli di Miami.
Le misure punitive adottate dal-l’Unione europea contro Cuba comprendono:
1. limitazioni delle visite governative bilaterali ad alto livello;
2. riduzioni del livello di partecipazione degli Stati membri ad iniziative culturali;
3. inviti ai dissidenti cubani alle celebrazioni di feste nazionali;
4. il riesame della Posizione Comune dell’Unione Europea contro Cuba.
Per commentare solo alcune di queste misure potrei dire, in primo luogo, che limitare gli scambi culturali é qualcosa di tanto assurdo, di enormemente insolito e dunque da respingere, anche perché proveniente dalla colta e civile Europa del secolo XXI. Tutto ciò inoltre impedisce il reciproco interscambio delle nostre culture, la conoscenza dell’arte, della musica, limitando il rafforzamento dei legami di amicizia tra i diversi paesi. In secondo luogo, l’invito ai cosiddetti “dissidenti”, che altro non sono che mercenari del governo nordamericano, costituisce una sfida dell’Unione europea al popolo cubano, alle sue leggi e istituzioni.
Al riguardo, il governo cubano ha avvertito che non tollererà provocazioni né ricatti, e che le ambasciate europee devono tenere presente che violerebbero la Convenzione di Vienna sulle Rela-zioni Diplomatiche se si avallasse l’attività sovversiva contro Cuba.
Per quanto riguarda la decisione di riesaminare la Posizione Comune dell’Unione Europea, tutti sanno che la medesima nacque nel 1996 su richiesta del Presidente Aznar e del governo spagnolo, il quale propose ai partners europei di Bruxel-les l’adozione di una determinata strategia volta a colpire economicamente lo Stato cubano e con la quale venne stravolta, seguendo la linea tracciata dagli Stati Uniti, la tradizionale politica spagnola verso Cuba.
Alla la Posizione Comune fece seguito la vergognosa Intesa dell’ Unione Europea con gli Stati Uniti sulla Legge Helms-Burton, con la quale i governi europei hanno accettato di piegarsi alle condizioni imposte da Washington in cambio della promessa nordamericana di non punire le imprese europee.
È pertanto un peccato che ancora una volta l’Unione europea si sia piegata ai dictat di Washington.
Nonostante ciò, Cuba si sente amica di tutti i popoli e di tutte le nazioni europee, ma non può accettare le ingiuste decisioni adottate dai loro governi.

Qual è stata la reazione del governo statunitense alle prese di posizione dell’Unione europea?

Gli Stati Uniti hanno accolto con grande gioia l’atteggiamento negativo dell’Ue nei confronti del nostro Paese, dal momento che hanno sempre cercato di coinvolgere i paesi europei nella loro crociata contro Cuba. Hanno fatto il medesimo tentativo con l’America latina quando, in occasione della riunione dell’OSA a Washington e più recentemente a Santiago del Cile, Colin Powell ha proposto una condanna di Cuba. La proposta é stata respinta dai paesi latino-americani, in modo particolare dal Brasile, dal Venezuela e dai paesi dell’area caraibica.

Qual é stato il comportamento del governo italiano nel contesto dei paesi europei, anche rispetto ai progetti di cooperazione?

Nella dichiarazione del nostro Ministero, si indicano due paesi dell’Unione europea: la Spagna e l’Italia. Per quanto riguarda l’Italia, il vostro governo ha deciso di sospendere unilateralmente la cooperazione allo sviluppo con Cuba, cooperazione che avrebbe potuto toccare quest’anno i 40 milioni di euro. Tra l’altro, la decisione italiana di sospendere la cooperazione é anteriore al Comunicato della U.E. del 5 giugno. Il 29 maggio, infatti, l’Ambasciata d’Italia a L’Avana ha comunicato tale provvedimento al Ministero delle Relazioni Estere mediante Nota Verbale.
Questa misura avrà effetti negativi su importanti progetti di cooperazione, quali quelli destinati al miglioramento dei sistemi di irrigazione e della produzione di alimenti in due province del paese. Vi è stata inoltre la cancellazione di un credito per la ricostruzione della Plaza del Cristo, che avrebbe consentito il ripristino di 500 abitazioni, di due scuole, di servizi per la fornitura di acqua potabile, di elettricità e di fognature per la popolazione residente nella zona; stessa sorte ha subito una donazione per la creazione di un Centro di Attenzione all’Adulto Anziano, centro che avrebbe fornito servizi a circa 200 persone e sarebbe stato amministrato dall’Ufficio dello Storico de L’Avana, dalle autorità del ministero della Sanità e dall’Ordine delle Sorelle della Carità.
Tutti questi progetti hanno un rilevante impatto sociale e la loro cancellazione si ripercuoterà negativamente sugli strati più deboli della popolazione cubana, come gli anziani, i portatori di handicap e i bambini. Per questo ci sembra incomprensibile il comportamento del governo italiano.

Sui recenti avvenimenti a Cuba, processi ai cosiddetti dissidenti, pena di morte applicata a sequestratori… in Italia si detto tutto e il contrario di tutto. Qual è la verità di Cuba?

Il nostro paese ha dovuto processare e condannare un gruppo di persone che, mascherate da “giornalisti indipendenti”, “dissidenti”, “intellettuali”, hanno commesso atti sovversivi ed agito come mercenari locali al servizio del governo degli Stati Uniti, il quale li sovvenziona attraverso la sua rappresentanza diplomatica a L’Avana. Tali persone hanno violato le nostre leggi e per questo motivo sono state loro comminate le pene adeguate.
Allo stesso modo, il governo cubano ha dovuto applicare misure energiche contro tre sequestratori armati e con precedenti penali per reati comuni che hanno minacciato di assassinare decine di persone, compresi vari turisti europei. È stata applicata la pena di morte. Ciò ha suscitato critiche. Comprendiamo come la pena di morte sia, per varie ragioni, un tema sensibile in Europa; capiamo le critiche di coloro che vi si oppongono e le rispettiamo. Ma quello che non possiamo accettare é la doppia morale di alcuni che, mentre criticano l’applicazione della pena di morte a Cuba, non pronunciamo una sola parola sulla sua applicazione negli Stati Uniti, dove soltanto lo scorso anno vi sono state 71 esecuzioni e dove, tutti lo sanno, é applicata anche a minori, malati di mente, donne. Perché l’Unione europea non condanna gli Stati Uniti, mentre condanna Cuba? Perché vengono applicate sanzioni contro Cuba e non contro gli Stati Uniti? Questo non lo possiamo accettare.

Alle dure critiche contro le misure adottate da Cuba è seguito l’appello di solidarietà con Cuba chiamato “Alla coscienza del Mondo”, proposto da intellettuali messicani e firmato da migliaia di intellettuali nel mondo, compresi vari Premi Nobel…

L’appello “Alla coscienza del mondo”, promosso da un gruppo di eminenti intellettuali messicani, ha ricevuto l’appoggio di 4.300 intellettuali dell’America Latina e del mondo intero, compresi quattro Premi Nobel. Detto appello denuncia la dura campagna e la persecuzione di cui é vittima Cuba, campagna che potrebbe sfociare in un’invasione dell’isola. Il predetto appello riafferma il principio universale di sovranità nazionale, del rispetto dell’integrità territoriale ed del diritto all’autodeterminazione, principi imprescindibili per una giusta convivenza delle nazioni. Questo appello purtroppo è stato pesantemente censurato dalla stampa internazionale.
Cuba é sottoposta quotidianamente ad un bombardamento mediatico che travisa, distorce e nasconde la realtà dei fatti. Secondo quanto segnalava di recente il nostro Ministro della Cultura, Abel Prieto, la campagna propagandistica anticubana ha funzionato come un meccanismo ad orologeria. È evidente che se qualche intellettuale di sinistra critica Cuba, la notizia viene diffusa immediatamente, mentre si verifica il contrario se figure di rilevanza internazionale (ve ne sono molte e prestigiose) difendono la Rivolu-zione, come Mario Benedetti, Oscar Niemeyer, Rigoberta Menchù, Augusto Roa Bastos ed altri, le loro dichiarazioni sono puntualmente censurate. Anche questo é inammissibile.

Anche la storia e la lotta mondiale per la liberazione dei cinque patrioti cubani ingiustamente detenuti negli Stati Uniti continua a passare sotto silenzio?

I cinque patrioti cubani (Gerardo, Ramón, Antonio, Fernando e René), considerati eroi dal nostro popolo, sono stati oggetto di processi arbitrari, viziati dalla mancanza di prove, in violazione della stessa Costituzione nordamericana; sono sottoposti a trattamento disumano e confinati in celle di isolamento in violazione delle più elementari norme internazionali in materia. Il loro reato é stato quello di difendere il proprio paese da azioni terroristiche organizzate in territorio nordamericano dalla famigerata Fondazione Nazionale Cubano Americana (F.N.C.A.), che notoriamente è appoggiata dalla CIA e dal Governo degli Stati Uniti. Nonostante ciò, i mezzi di comunicazione hanno censurato il loro processo ed il trattamento disumano che i cinque hanno subito. Viene mantenuto un silenzio complice, nonostante sorgano ogni giorno e in diversi nuovi paesi Comitati di Solidarietà che si battono per la loro liberazione e denunciano la loro ingiusta detenzione.
Molti di coloro che oggi criticano Cuba dichiarando che si tratta di una “solidarietà critica”, non hanno pronunciato una sola parola sui cinque patrioti cubani detenuti negli Stati Uniti. Sono gli stessi che hanno dimenticato che, in questo momento, ciò che é in gioco é la stessa sopravvivenza della Rivoluzione cubana, la sua indipendenza e sovranità. Questo pericolo, sempre esistito in questi anni dato il sistematico tentativo degli Stati Uniti di abbattere la Rivoluzione cubana, é oggi aumentato dopo la guerra contro l’Iraq, vista limpunità con cui agisce il governo statunitense.
Questi fatti non devono essere dimenticati dai nostri amici. La Rivoluzione cubana non può abbassare la guardia, nemmeno per un minuto. Viviamo a novanta miglia dalla maggiore potenza imperialista di ogni tempo, e ciò deve essere sempre presente. Per questo dobbiamo adottare decisioni sovrane senza perdere tempo, e senza poterci fermare a pensare se saranno o no gradite ai nostri amici, in Europa o in altre parti del mondo. Le condizioni in cui operiamo sono particolari e, dunque le nostre decisioni sono influenzate da esse.