La lotta contro la “frase” e la rifondazione marxista e comunista

Nella straordinaria personalità e attività di Lenin c’è un aspetto forse scarsamente indagato, che ha una dimensione al tempo stesso teorica e pedagogica: è la lotta contro la “frase rivoluzionaria”, altisonante e vuota. Da essa deve sbarazzarsi e contro di essa deve rimanere costantemente in guardia ogni movimento che voglia pensare e agire politicamente, senza “farsi cullare dalle parole, dalle declamazioni e dalle esclamazioni”. Il problema si pone in modo particolarmente acuto per le classi popolari: a causa della loro subalternità sociale, non hanno alcuna esperienza di gestione del potere; d’altro canto, esse non intendono limitarsi ad amministrare l’esistente ma aspirano a modificarlo profondamente. Legittima e doverosa è questa ambizione, ma in essa è implicito un grave rischio: in situazioni complesse e difficili, all’azione politica e all’analisi concreta della situazione concreta, che ne costituisce il presupposto ineludibile, tende a sostituirsi lo sfogo sentimentale ed emotivo o, peggio, il gesto estetizzante di chi contrappone l’eccellenza delle sue intenzioni all’impegno difficile e tortuoso nella trasformazione del reale.

Non a caso, nella lotta contro la “frase rivoluzionaria” Lenin si impegna in modo tutto particolare nella fase immediatamente successiva alla rivoluzione d’Ottobre. Radicalmente mutato era il quadro politico: bisognava tenerne conto. Senonché, “la frase rivoluzionaria consiste nella ripetizione di parole d’ordine rivoluzionarie senza tener conto delle circostanze obiettive al momento di una svolta degli avvenimenti”. Assai difficile era la situazione in cui si trovava il nuovo potere sovietico, subito investito dall’aggressione imperialista oltre che dalla Vandea reazionaria. Come fronteggiare l’attacco di forze soverchianti? Quale nemico era da considerare il più pericoloso? E quali compromessi potevano risultare utili o indispensabili alla causa della salvezza del potere sovietico? Ma “gli eroi della frase rivoluzionaria” disdegnano questa fatica; in effetti, la “frase rivoluzionaria” è una parola d’ordine che esprime solo “sentimenti, desideri, collera, indignazione”.

Dopo il crollo del “socialismo reale” e l’ascesa trionfale degli Usa come unica superpotenza planetaria, i comunisti sono chiamati a sviluppare una nuova ricognizione del terreno sul piano nazionale e internazionale. Può allora essere utile un’analisi delle “frasi rivoluzionarie” più diffuse che, ad un’analisi attenta, si rivelano spesso il riecheggiamento di luoghi comuni dell’ideologia borghese.