Intervento di Leonardo Masella COMITATO POLITICO NAZIONALE 5 E 6 OTTOBRE

Stiamo pericolosamente sottovalutando i fenomeni di disgusto per la politica, che rischiano di travolgere prima di tutto noi. Perché non ne capiamo le cause, perché siamo coinvolti pienamente in quella crisi della politica che a parole denunciamo. Siamo, come mai lo siamo stati, ultrapoliticisti, totalmente omologati al teatrino della politica. Non capiamo le cause perché non vediamo o non vogliamo vedere che il disgusto per la politica non è della stessa intensità per entrambi gli schieramenti (centro-destra e centro-sinistra) e per tutti i partiti. Il disgusto per la politica colpisce soprattutto a sinistra, perché è generato oltre che dal fenomeno più generale e di lungo periodo di distacco fra “palazzo” e società, alimentato dal sistema maggioritario e dalla rincorsa al centro, anche dalla incoerenza della politica, fra ciò che si dice e ciò che si fa, fra ciò che si dice in campagna elettorale per carpire il voto e ciò che si fa subito dopo essere stato eletto, fra ciò che si dice quando si è all’opposizione e ciò che si fa quando si governa. La destra è coerente, è la sinistra che non lo è. La destra è razzista e xenofoba e coerentemente fa la legge Bossi-Fini; la destra è guerrafondaia e coerentemente fa la guerra in Afghanistan; la destra è liberista e antioperaia e coperentemente fa la legge 30. E’ la sinistra che è incoerente. Promette pace e giustizia sociale e fa l’opposto, continua a fare la guerra e a teorizzare e praticare politiche liberiste di sacrifici per i lavoratori e di regali alle imprese. Il programma dell’Unione è carta straccia, ma dell’Unione il nostro partito è visto come il più incoerente e viene infatti abbandonato da tutti, come si è visto dalle scorse elezioni amministrative dove abbiamo perso i 2/3 dei voti. Ma il gruppo dirigente del Partito non ha ancora capito il segnale, come si vede dall’atteggiamento ancora indulgente verso il governo e dalle soluzioni che propone.

Sulla presenza del Prc all’interno del governo Prodi è necessario finalmente un discorso di verità, anche se questo significa ammettere il fallimento della linea governista scelta col congresso di Venezia. La cosa peggiore sarebbe andare avanti a testa bassa. La totale subalternità del governo a Confindustria e alle direttive liberiste dell’Unione Europea ha portato ad una manovra di tagli sociali e di regali mai fatti alle imprese (vedi il taglio del cuneo fiscale). Come facilmente prevedibile non si è riusciti ad invertire la grave tendenza alla perdita costante del potere d’acquisto di salari e pensioni, che alimenta la crescita continua di povertà e insicurezza sociale a fronte di ricchezze sempre più ostentate. Altro che anche i ricchi piangano ! Per non parlare dell’accordo truffa come quello su pensioni e welfare che peggiora lo scalone Maroni e sdogana la legge 30 invece di superarla. Non si è riusciti a determinare il ritiro dei militari italiani dalla guerra in Afghanistan e neppure la promessa conferenza di pace e si è subìto la decisione del governo di collaborare con gli Usa per lo scudo nucleare spaziale e per la costruzione della nuova base americana a Vicenza, nonostante la imponente manifestazione popolare. Per non parlare dell’Alta Velocità, delle unioni civili, della scuola o dell’ultima campagna con venature razziste e autoritarie sui lavavetro e sulla sicurezza promosse da autorevoli sindaci di sinistra e dal ministro Amato. Questo governo è stato una umiliazione continua per un partito come il nostro.

Si è dimostrata velleitaria e fallimentare, peraltro, la tesi che si possa governare e contemporaneamente costruire movimenti di lotta. I lavoratori in carne ed ossa (non il ceto politico-sindacale addetto ai lavori) se pensano che c’è un governo amico perché dovrebbero lottare, manifestare, scioperare ? Chiedono a te che sei al governo di ottenere i risultati che hai promesso.

Il danno fatto dal governo Prodi in questo anno e mezzo è di dimensioni catastrofiche. La miscela costituita dalla crescita di insicurezza sociale, razzismo, xenofobia, qualunquismo, disgusto per la politica, voglie sicuritarie e autoritarie, è una miscela esplosiva, prodotta dal crollo di fiducia per il governo Prodi e contemporaneamente dalla cancellazione di qualunque riferimento credibile di sinistra (il “siete tutti uguali” degli operai di Mirafiori e dei giovani precari che ascoltano Grillo). In questo modo la giusta crescita della rabbia per le ingiustizie sociali invece che essere canalizzata e catapultata contro il governo e il sistema capitalistico, viene rovesciata contro la sinistra, nelle “guerre fra poveri” e persino contro la stessa democrazia.

Cosa ci propone il segretario Giordano per uscire da questa situazione drammatica in cui ci ha cacciati il congresso di Venezia ? Una proposta di tipo omeopatico, che alimenta la causa che ha prodotto i mali. Invece di dare continuità alla manifestazione del 20 ottobre, ci propone “gli stati generali della sinistra” che non si sa neanche cosa significhino. E’ la sagra del politicismo. Poiché il 20 ottobre non può essere più l’inizio della Cosa rossa, del nuovo soggetto politico della sinistra, come il direttore di Liberazione avrebbe voluto, perché Sinistra Democratica non aderisce, allora si sottomette tutto all’obbiettivo politicista del nuovo soggetto unico – partito della sinistra, da costruire magari solo meno velocemente di come propone Alfonso Gianni. Ma se non si riesce a fare insieme neanche una manifestazione, come si può pensare di farci un soggetto politico unico oppure solo una federazione, come propone Ferrero ? Ma l’Flm faceva lotte, scioperi, manifestazioni, era tutta un’altra situazione !

E non prendiamoci in giro facendo confusione coi termini: il gruppo dirigente sa bene che una “federazione” delle sinistre è tutt’altra cosa da una “confederazione”. Quest’ultima è una sorta di coordinamento più stretto per rendere più efficace l’unità d’azione. La “federazione” significa invece un nuovo soggetto politico, un nuovo tesseramento, un nuovo gruppo dirigente dove le decisioni si prendono a maggioranza. Significa una fortissima riduzione di sovranità e di autonomia, propedeutica per il partito unico. La divergenza fra Giordano e Alfonso Gianni che propone il partito unico della sinistra dentro cui sciogliere il Prc, non è sull’obbiettivo ma sulle forme e sui tempi, più graduali, meno traumatiche e rapide.

E’ significativo, infatti, che la relazione del segretario abbia nascosto del tutto le difficoltà dei rapporti con la Sd di Mussi. La Sd di Mussi ha rifiutato di aderire persino alla manifestazione moderata e musicale del 9 giugno in Piazza del Popolo, contro Bush, il capo della destra mondiale, promotore della guerra permanente e del riarmo atomico, della distruzione dell’Iraq e di veri e propri crimini di guerra in Iraq ed Afghanistan, dei campi di concentramento e tortura di Guantanamo e Abu Graib. Non si riesce a fare una manifestazione contro Bush e ci si vuole fare un nuovo soggetto unico o una “federazione”?

La Sd di Mussi ha dato un giudizio positivo dell’accordo truffa sulle pensioni, in continuità con la linea neoliberista e concertativa del Pds e della Cgil, che dette vita agli accordi di luglio ’92-’93 che cancellarono la scala mobile e introdussero la precarietà del lavoro in affitto e in continuità con l’accordo sulla controriforma Dini delle pensioni del ’95. E ci si vuole fare un nuovo soggetto unico “federato”?

La Sd di Mussi ha criticato persino il coraggioso e controcorrente No della Fiom, accodandosi al coro filo-padronale di attacco all’ultimo baluardo di sindacato di classe. E ci si vuole fare un nuovo soggetto unico ? Questo è il motivo vero per cui la segreteria del Prc ha gravemente rifiutato di fare la propaganda per il No nei luoghi di lavoro. Mentre il Partito Democratico ha potentissimi strumenti informativi per propagandare il Si, noi evitiamo persino di diffondere un volantino, per non dare troppo fastidio a Mussi, alla Cgil e alla costruzione della Cosa rossa !

La Sd di Mussi giunge a criticare e a non aderire alla manifestazione del 20 ottobre, accodandosi a tutte le polemiche e agli attacchi contro i suoi promotori. E la segreteria del Prc vuole fare con la Sd un nuovo soggetto unico ? Ma persino l’unità d’azione è diventata difficile e non per colpa nostra.

Del resto, la verità che Giordano nasconde è che la Sd di Mussi ha aderito, assieme allo Sdi di Boselli e Craxi, al Partito Socialista europeo, lo stesso partito di cui fa parte il Labuor Party di Tony Blair, promotore assieme a Bush della guerra imperialista di aggressione e di rapina all’Iraq. Come si fa a pensare di poter passare dalla rifondazione comunista alla rifondazione socialista ? Cos’è questo parlare, invece che di comunismo, di socialismo ?

Tutto ciò viene completamente rimosso, nascosto dalla relazione di Giordano, a dimostrazione dei grandissimi problemi che abbiamo. Ma si pensa che nascondendo i problemi si possano risolvere ? La verità è che si fa finta di non vedere che la Cosa rossa (o meglio rosa) è in crisi e che il 20 ottobre in piazza con noi, nella lotta, non vi sarà la Sd ma vi saranno una parte dei movimenti no-global, il Pdci e la Fiom. Un bello schieramento. Peccato che non vi siano anche quelle forze della sinistra antagonista e di opposizione che hanno promosso il grande corteo contro Bush del 9 giugno.

La verità è che si fa finta di non vedere che aumenta il malessere sociale e lo spazio sociale e politico per la rifondazione di un nuovo partito comunista, di classe e anticapitalista, capace di movimenti e di unità a sinistra. Questo è l’obbiettivo realistico e necessario da perseguire. Si potrebbe andare in questa direzione, costruire una forza comunista più grande e più forte. La verità drammatica è che il gruppo dirigente non lo persegue perché solo a nominare la parola “comunista” gli viene l’orticaria.

Nella situazione nella quale ci troviamo, il Congresso alle porte deve decidere democraticamente e limpidamente, dando la parola agli iscritti e facendoli pronunciare su scelte chiare e alternative, su due questioni fondamentali: cosa fare col governo Prodi e cosa fare a sinistra. Senza una svolta si può continuare a far parte del governo o bisogna preparare una soluzione di uscita dall’Esecutivo ? Con la Sd di Mussi dobbiamo fare una più efficace unità d’azione sui contenuti comuni oppure costituire un nuovo soggetto unico – partito della sinistra che passa dalle liste uniche, dalla federazione e dal superamento di Rifondazione Comunista ?

Faccio un accorato appello a tutte le iscritte e gli iscritti a superare le vecchie mozioni di Venezia e a unirsi in una unica mozione congressuale che si proponga limpidamente di salvare il Partito dal processo di omologazione governista e di liquidazione in corso.