La volontà ideologica, politicista, identitaria, questa sì identitaria, di fare a tutti i costi non l’unità della sinistra, ma un nuovo soggetto politico non più comunista, un nuovo partito con la Sinistra democratica di Fabio Mussi, giunge al punto di annullare il congresso del partito già avviato nel suo percorso, per paura di aprire un dibattito serio e democratico, per paura di affrontare il malessere crescente per il fallimento totale della linea uscita dal congresso di Venezia, per paura di dover rimettere in discussione il superamento dell’autonomia del Prc nel nuovo soggetto politico con Mussi.
E’ una presa in giro inaccettabile che offende l’intelligenza degli iscritti, dei militanti, dei compagni e delle compagne qui presenti, la motivazione addotta per l’annullamento del congresso. Per fare una consultazione seria nel partito sul governo basterebbe fare il congresso, con regole democratiche chiare e precise, non una consultazione falsa, pilotata dall’alto, senza regole, come vi apprestate a fare, peggio della consultazione sindacale sull’accordo di luglio.
Dissento totalmente nel merito e nel metodo dalla decisione di annullare il congresso. Si può accettare tutto, ma non di essere presi in giro.
La verità è che:
volete fare la Cosa arcobaleno senza neanche passare da un congresso;
volete cancellare il simbolo comunista dalle prossime elezioni amministrative senza neanche passare da un congresso;
volete proseguire a far parte di questo governo senza neanche passare da un congresso;
volete sostenere un nuovo governo istituzionale senza neanche passare da un congresso;
volete cambiare la legge elettorale per introdurre uno sbarramento elettorale per impedire ai comunisti di presentarsi autonomamente, senza neanche passare da un congresso.
Dissento totalmente dalla nostra presenza nel governo. Non ci sarebbe bisogno di fare nessuna consultazione e nessuna verifica. Due anni di fallimenti totali. Vi ricordate quel manifesto “Anche i ricchi piangano” ? Sono gli operai e le famiglie operaie che piangono ! Invito il segretario Franco Giordano e il ministro Paolo Ferrero a tornare entro l’anno (entro l’anno in corso) davanti ai cancelli di Mirafiori. Quella è la consultazione, quella è la verifica !
La linea governista è fallita. Lo riconosce perfino Bertinotti, ma il presidente della Camera, che è stato il protagonista fondamentale della linea di Venezia del governo a tutti i costi (cosi’ come è oggi della Cosa arcobaleno a tutti i costi), non ha nessuna credibilità per continuare a dettare la linea al partito, né avrebbe il ruolo istituzionale. Sarebbe meglio, lo dico con tutto il rispetto, che il presidente della Camera evitasse di dettare la linea al partito.
Dissento totalmente dal nostro sostegno ad un governo istituzionale per fare una nuova legge elettorale con lo sbarramento contro i comunisti.
Dissento totalmente dalla costruzione del nuovo soggetto politico della sinistra arcobaleno dentro cui superare l’autonomia del partito, perché è l’opposto dell’unità a sinistra che ha portato il 20 ottobre un milione di persone a Roma che hanno manifestato tranquillamente e orgogliosamente sotto le bandiere comuniste con la falce e martello. Quel successo straordinario e imprevisto è la migliore dimostrazione che è possibile un’altra unità a sinistra, senza dover cancellare la falce e martello, come ci chiedono Mussi, Occhetto e Cossutta, ed è possibile l’unità nella lotta e nei movimenti, unità che non cancella ma valorizza la presenza comunista. Il 20 ottobre è stato l’opposto dell’8 e 9 dicembre. L’opposto degli stati generali: una unità senza contenuti, una unità di immagine (come quella del partito democratico ma in sedicesimi), una unità subalterna al capitalismo, una unità del ceto politico e che per di più cancella la presenza comunista.
Dissento totalmente dalla cancellazione delle nostre liste e del nostro simbolo dalle elezioni amministrative di primavera. Cancellazione per di più non solo inutile ma controproducente per l’intera coalizione di sinistra. Qui lo sapete tutti, non ci prendiamo in giro. Le elezioni amministrative nelle Provincie e nei Comuni sopra i 15 mila abitanti si fanno con una legge elettorale che consente, anzi favorisce, la presentazione di simboli e liste diverse che si coalizzano attorno a candidati sindaci o presidenti della provincia comuni. Non c’è ancora nelle elezioni amministrative lo sbarramento elettorale per le elezioni politiche ! Così, senza cancellare il nostro simbolo, nelle scorse elezioni amministrative si è fatto vincere i candidati sindaci unitari a l’Aquila, a Taranto. E il presidente della Puglia, Nichi Vendola, diversamente dalle bugie che ha scritto Liberazione, è stato eletto con il contributo determinante dei simboli e delle liste comuniste. Con l’accorpamento forzoso in un unico simbolo si perderanno voti e si farà perdere l’intera coalizione di sinistra, come è sempre avvenuto tutte le volte in cui si sono fatti esperimenti di questo tipo. A questo arriva, a far perdere la sinistra, arriva la voglia spasmodica di abbandonare il comunismo.
Per questi motivi faccio un appello, un accorato, sentito, sincero appello a tutte le sensibilità critiche, anche diverse dalla mia ma che sono critiche rispetto alla liquidazione di Rifondazione Comunista, a scendere in campo apertamente, a mettere al centro ciò che ci unisce (ed è tanto, è la difesa e il rilancio di Rifondazione Comunista), e di fare questa battaglia assieme, perché abbiamo con noi la maggioranza degli iscritti, oggi.
Oggi va fatta questa battaglia, non domani, perché domani potrebbe essere troppo tardi.