Il modo col quale il giornale più importante del mezzogiorno, Il Mattino di Napoli, dà notizia del congresso del PRC di Napoli conclusosi il giorno 13 luglio fà gridare allo scandalo per la disinformazione e la faziosità che esprime.
Ecco cosa scrive.
“Vince la mozione Vendola Di Martino segretario-bis.
Con il 73 per cento dei consensi Andrea Di Martino è stato riconfermato segretario provinciale di Rifondazione comunista. La prova del voto fra la mozione per Nichi Vendola segretario nazionale del partito e quella ispirata all’ex ministro Paolo Ferrero, ha visto infatti stravincere la prima: consenso che si è riversato su Di Martino (la cui elezione sembrava destinata a slittare). E poco importa che nella pattuglia che sostiene la mozione maggioritaria – da Tommaso Sodano a Raffaele Tecce, Gennaro Migliore, Corrado Gabriele, – le anime siano storicamente e da un pezzo discordi sulle scelte di politica regionale. Di questo si parlerà al congresso regionale, ad ottobre, sede cui, di comune accordo, il problema del governo della Campania e delle relative alleanze è stato devoluto. «Ad oggi siano tutti proiettati verso Chianciano, dove a fine luglio, si terrà il congresso del partito, e sulle scelte di politica nazionale» spiega Tecce. A fine settembre, poi, si terranno anche le assise programmatiche in preparazione alle elezioni provinciali. Ieri in serata, a Città della Scienza – sede del congresso comunista dove, due sere fa, l’ex segretario del Pdci napoletano Scotto Di Luzio ha formalmente chiesto «il rientro nella casa dei comunisti» – andavano a rilento le operazioni. Alla fine sono stati nominati i 123 membri del comitato politico federale che, a scrutinio segreto, hanno votato per il segretario: cosa che, in tarda serata è accaduta, scongiurando lo slittamento. Il congresso ha anche scelto i 33 delegati nazionali per Chianciano”. (Il Mattino 14/07/2008)
Questa è un’informazione non corretta e faziosa.
1) ” Con il 73 per cento dei consensi Andrea Di Martino è stato riconfermato segretario provinciale di Rifondazione comunista”. Occorre chiarire, per chi non fosse addentro alle questioni del partito, che la mozione Vendola, di cui Di Martino fa parte, ha ottenuto nei congressi di circolo circa il 71% dei consensi. Occorre altresì precisare che durante tutto il congresso le mozioni avverse a quella di Vendola, quelle per intendersi che fanno capo all’area Ernesto e all’area Ferrero-Grassi-Mantovani, hanno continuamente denunciato un gonfiamento sospetto del tesseramento specialmente nei circoli dove la mozione Vendola ha vinto con quasi il 100% dei consensi (in alcuni casi anche il 100%). Infatti, alla fine della tornata congressuale, i nuovi iscritti risultano essere circa il 30% dei votanti e quasi tutti nei circoli vendoliani. Per questo il dato che si riferisce al 73% è errato se usato in abbinamento all’elezione del segretario.
2)”…consenso che si è riversato su Di Martino”. Anche qui occorre ulteriormente precisare. Il Comitato Politico Federale, composto di 123 membri ha visto partecipanti al voto 66 membri di cui 59 a favore e 7 contrari. Facendo due calcoli si nota che il segretario è stato eletto col voto favorevole di meno del 50%+1 degli aventi diritto (cioè 62).
Due dati balzano subito agli occhi:
1) questo segretario non ha una maggioranza politica. Se vorrà avere una maggioranza dovranno rientrare i fuoriusciti che fanno capo all’assessore Gabriele oppure si dovrà cooptare parte o tutta la mozione 1;
2) il modo col quale il giornale da notizia del congresso denota i forti interessi che la classe politica borghese italiana (dal PDL all’UDC al PD ad SD – si vedano le dichiarazioni della Bindi di D’Alema e Fava) nutre nei confronti di Vendola e del suo gruppo affinchè si affranchi dall’anima comunista che ancora pervade il partito.
Nella tre giorni del congresso napoletano è emerso un dato sorprendente: molti di quelli che hanno votato la seconda mozione parlavano come se Rifondazione dovesse continuare ad esistere per un rilancio comunista ed il progetto della costituente della sinistra fosse una cosa diversa da quella che intende la mozione di Vendola. Molti sono rimasti sorpresi quando si sono resi conto di ciò che stava accadendo, specialmente quando hanno visto il voto contrario (e le espressioni inequivocabili che ne sono seguite) ad un odg che chiedeva fosse la maggioranza dei due terzi del partito a poterne decidere lo scioglimento.