Il resto del mondo

A volte i piccoli avvenimenti favoriscono grandi cambiamenti. Il fiasco della guerra della Georgia (per gli occidentali) potrebbe rappresentare l’indizio di questi grandi cambiamenti. Segna la fine della post-Guerra Fredda. Ma ciò non significa certo il ritorno di una nuova Guerra Fredda. No! Significa il ritorno della Storia. La Post Guerra Fredda (che si è manifestata dopo la caduta del muro di Berlino e del comunismo nel 1989) iniziò con un certo trionfalismo occidentale, simboleggiato in quel momento dal libro “La fine della Storia” di Francis Fukuyama. Il titolo del libro era pretenzioso e sfacciato, ma occorre riconoscere che ha avuto il merito di impregnare l’atmosfera che allora regnava in Occidente. La Storia era arrivata al suo epilogo con il trionfo della civiltà occidentale. Il resto del mondo non aveva altra strada e scelta che cedere davanti all’avanzata trionfale dell’Occidente. In Georgia, la Russia ha dichiarato senza equivoci che non ha più intenzione di sottomettersi all’Occidente. Dopo due decenni di umiliazione, la Federazione Russa ha deciso di rispondere con forza. In poco tempo, altre potenze la imiteranno. In virtù del suo potere travolgente, l’Occidente è penetrato negli spazi geopolitici di altri paesi “dormienti”. Ma questi paesi si sono risvegliati, in particolare in Asia. In realtà la maggior parte dei paesi del mondo è sorpresa nel vedere che l’Occidente considera la Georgia come una vittima della Russia. Di certo gli Stati Uniti non tollererebbero che la Russia penetrasse nella loro sfera geo-strategica in America Latina. I latino-americani si sono resi conto della doppia morale degli Stati Uniti. Allo stesso modo tutti i commentatori musulmani sostengono che gli USA hanno invaso l’Iraq in modo illegale. Né l’India né la Cina si sono lasciate manipolare e non hanno espresso alcuna critica o protesta contro la Russia: ciò dimostra quanto sbagliata sia la visione occidentale del conflitto in Georgia, ma anche quanto isolata essa sia nel mondo. Essi credevano che il mondo si sarebbe schierato dalla parte della Georgia contro la Russia. In realtà, la maggior parte dei paesi appoggia la Russia contro il tirannico Occidente. Questa differenza di visioni, tra la rappresentazione occidentale e quella del resto del mondo, non potrebbe essere più grande. Per questa ragione, è necessario e decisivo per l’Occidente trarre una buona lezione dall’esperimento in Georgia. L’Occidente deve riflettere strategicamente sulle limitate scelte che ha a disposizione. Dopo l’implosione dell’Unione Sovietica, i pensatori occidentali credevano che l’Occidente non avrebbe più dovuto fare compromessi geo-politici. Pensavano che sarebbe stato l’Occidente a dettare le proprie condizioni. Oggi l’Occidente deve riconoscere la realtà. Le popolazioni occidentali dell’America del Nord, dell’- Unione europea e dell’Australasia (Australia, Nuova Zelanda, Oceania) rappresentano un totale di 700 milioni di persone e ciò costituisce solo il 10% della popolazione mondiale. Il resto – il 90% – si è trasformato da oggetto della Storia in soggetto. Il quotidiano inglese F i n a n c i a l Times, il 18 agosto 2008, titolava in prima pagina: “Fronte unito dell’ Occidente a favore della Georgia”. Sarebbe stato meglio scrivere: “il resto del mondo attribuisce all’Occidente la responsabilità del conflitto in Georgia”. * Kishore Mahbubani è preside della Lee Kuan Yew School of Public Policy presso la National University di Singapore . Impegnato per 33 anni nell’attività diplomatica, è stato anche ambasciatore di Singapore alle Nazioni Unite e in tale veste, in alcune occasioni, ha presieduto il Consiglio di Sicurezza. Collaboratore di varie università, Mahbubani è autore di molte pubblicazioni, che gli hanno attribuito la fama di profondo conoscitore di questioni geo-politiche, e in particolare della crescita del ruolo dell’Asia nel – l’attuale sistema di relazioni internazionali. “Non esiste osservatore più acuto dell’Asia, degli Stati Uniti e della l o ro interazione di Kishore Mahbubani”, è l’autorevole giudizio espresso dall’indiano Amartya Sen, premio Nobel per l’economia. Di Mahbubani, è questo commento apparso nell’edizione spagnola di “Reseau Voltaire”, in cui viene messa in rilievo la diversità d’ap – proccio tra le elite politiche e intellettuali dell’Occidente e quelle del resto del pia – neta, rispetto agli esiti del conflitto russogeorgiano dello scorso agosto.

Fonte: http://www.voltairenet.org/article15817.html

Traduzione a cura di M. G.