Il pericolo amianto

Se qualcuno avesse ancora dubbi sulla capacità di questo Governo di azzerare conquiste importanti del mondo del lavoro, basta che esamini approfonditamente le proposte governative in merito alla legislazione sull’amianto.
Una legislazione che nasce per tutelare i lavoratori esposti al rischio amianto con due interventi:
1) abbreviare il periodo di lavoro e quindi incentivare l’uscita dalle attività produttive a rischio (o nelle quali si è registrata una esposizione per un lungo periodo di tempo);
2) rivalutare il trattamento previdenziale costituendo una forma di indennizzo del rischio.
Legislazione sicuramente discutibile, priva di contenuti nei trattamenti successivi al rischio corso, anche farraginosa nell’applicazione, tanto è vero che migliaia e migliaia di lavoratori si erano rivolti ai tribunali per vedere riconosciuto un loro diritto; una legge interpretata ad escludere intere categorie di lavoratori poiché le loro aziende (tra le quali lo stato) non erano tenute a versare l’apposita quota assicurativa ad INAIL ecc. ecc..
Come interviene questo governo? Taglia a metà il parametro che fissa la rivalutazione del trattamento previdenziale, ma soprattutto elimina la possibilità di accedere prima alla pensione.
Ma non basta, poiché indice la necessità per tutti di ripresentare domanda di accedere ai benefici della 257, anche per coloro che hanno già ottenuto il riconoscimento dei benefici; indica nuovamente una definizione dei limiti di esposizione semplicemente superata, ingiusta, scientificamente ridicola, tentando così di cancellare un grandissimo, enorme problema che ha visto il mondo del lavoro italiano nella condizione di piangere molti morti per tumore derivante dall’uso dell’amianto, ed intere zone del nostro Paese colpite da un livello di incidenza del fenomeno così pesante da condizionare gli studi e le previsioni dei centri medici e di università che indicano la presenza di questo problema per i prossimi 20 anni.
Chi scrive ha avuto modo di gestire direttamente questo problema, di stendere gli accordi generali per il riconoscimento dell’esposizione nei porti, nella siderurgia ed in molti altri importanti settori quali quelli che si occupano della coibentazione delle carrozze ferroviarie ecc., ed ha avuto modo di conoscere il dolore di molte persone colpite dal cancro e di famiglie che hanno dovuto subire la perdita o la malattia di un proprio componente; ha lavorato molto e con intensità per evitare che una legge inapplicata non significasse l’elusione di un diritto ed affinché i tribunali non fossero intasati per anni da cause frutto di rabbia e disperazione e ha anche lottato contro qualche isola di brutta e clientelare interpretazione della legislazione, ma mai avrebbe pensato che un Governo della Repubblica potesse trattare i lavoratori in un modo così vergognoso.
Deve vergognarsi chi ha impostato un provvedimento come questo!
Vi è una sottovalutazione del fenomeno che può essere solo frutto di ignoranza ed arroganza.
Vi è contenuta una dichiarazione palese di incapacità a gestire i rapporti con i lavoratori e con i territori colpiti, ma vi è anche disprezzo verso una legislazione di indennizzo e protezione di gruppi di lavoratori che hanno fatto per un ventennio l’economia del nostro Paese.
Arroganza, ignoranza, scelta di demolizione delle conquiste del mondo del lavoro e del sindacato sono i dati salienti di una politica generale di questo Governo, che si aggiungono alla demolizione della memoria e delle tutele costruite con anni di lotte e di impegno di molti milioni di lavoratori dell’amianto, che sono oggi alla testa di tutte le manifestazioni sindacali di opposizione alle scelte di Berlusconi.