Il nostro giornale ci censura?

Caro direttore,
domenica 8 novembre esce l’editoriale di Paolo Ferrero sulla questione del Muro di Berlino. A partire da tale questione il segretario ratifica un giudizio liquidazionista (di stampo bertinottiano?) sull’intera storia del socialismo storicamente realizzatosi. Il punto di vista dei/delle compagni/e de l’Ernesto è che il giudizio di Ferrero si formi attraverso un approccio debole e aproblematico alle questioni relative ai primi tentativi di transizione al socialismo, inclinazione dettata forse da un dogma pregiudiziale che nulla ha a che fare con un sempre più necessario pensiero aperto e rifondatore. Il punto di vista di questi/e compagni/e è che l’editoriale di Ferrero non rappresenti, comunque, “il pensiero unico” del Partito. Rispetto a ciò l’Ernesto ti ha chiesto di ospitare sul nostro (di tutti noi o di alcuni di noi?) quotidiano un intervento del compagno Andrea Catone, tra i più stimati – ben al di là del nostro Paese – intellettuali marxisti italiani. Tu hai detto no, argomentando che non volevi aprire un dibattito “sul Muro”. I giorni successivi, tuttavia, hai pubblicato, sulla stessa questione, un lungo articolo della Castellina ed un intervento di Russo Spena. Ormai ci stiamo abituando alle molteplici esclusioni (come quella dall’Assemblea nazionale sul Partito a Caserta) e censure. Sarebbe bene, tuttavia, che non si abituassero a ciò né il direttore né il gruppo dirigente, poiché quest’attitudine assumerebbe in pieno quello che Ferrero attribuisce al socialismo realizzato: l’intolleranza e la negazione della democrazia. Spero che almeno questa lettera venga pubblicata: dobbiamo superare i problemi, non acutizzarli.

Fosco Giannini Direzione nazionale Prc

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Caro Fosco,

chiamare in causa, come mi hai scritto qualche giorno fa, la “pari dignità” delle diverse aree, sub-aree, componenti del partito, in forza della quale vi sarebbe il diritto di vedere rappresentato, sempre e comunque, il proprio pensiero – in linea di principio, su ogni e qualsiasi argomento – è cosa improponibile. Se “Liberazione” seguisse le tue indicazioni diverrebbe – fatalmente – un mosaico precostituito ed eterodiretto. “Liberazione”, certo, sceglie: nella sua fallibile discrezionalità. Per fare quello che tu legittimamente proponi occorrono altri strumenti, che questo giornale non può surrogare.

Dino Greco
Liberazione 14.11.2009