Il fronte anti-base si sbarazza del Prc

Davide costringe Golia a una ritirata strategica. Dopo tre giorni di resistenza passiva dinanzi ai cancelli vicentini dove incombono i lavori per il raddoppio della base Usa, il movimento No Dal Molin può cantare vittoria: l’azienda Abc, incaricata delle operazioni di bonifica nell’aeroporto, ha rinunciato alla commessa, a causa delle proteste. Giubilo dei manifestanti e preoccupazione nelle stanze di viale del Policlinico, dove il risuonare della parola «lotta» non è più frequente come un tempo tra i Giordano boys. Perchè, per i comitati di Vicenza, Rifondazione è alleata con Golia Prodi, imputata con le altre forze della sinistra radicale di non aver fatto nulla per raggiungere il risultato conquistato invece da migliaia di persone “sul campo”. Una simile mobilitazione pacifista non si vedeva in Italia dal 1984, epoca d’installazione dei missili Pershing e Cruise. Giovedì la Rete nazionale disarmiamoli, cui aderisce Sinistra critica di Cannavo e Turigliatto, aveva manifestato sotto Palazzo Chigi, lanciando un ultimatum esplicito ai parlamentari contrari alla nuova base Usa, visto che la moratoria sui lavori, promessa mesi fa, deve essere portata in Parlamento a giorni. La rinuncia della ditta segna un punto importante per i favorevoli alla sospensione, ma rischia di creare un altro punto di frattura nel governo, nel quale il Prc ora è costretto a non svendere i risultati del blocco contro la base americana. Palpabile invece l’irritazione dei militari Usa che chiedono spiegazioni, preoccupati che la rinuncia dell’Abc sia solo il primo atto di un ripensamento sui lavori. Ma il macigno che pesa sulla vicenda è tutto interno ai rapporti tra sinistra al governo e sinistra di piazza, giunte ormai al confronto decisivo.