I Partiti comunisti e progressisti di Europa contro il lavoro precario e la flexicurity

All’invito del Partito comunista portoghese per un incontro internazionale in Guimaraes nelle giornate del 5 e 6 luglio, hanno risposto 13 partiti comunisti e di sinistra di Europa. I temi dibattuti sono stati “contro il lavoro precario e la flexicurity, per il diritto al lavoro e al lavoro con diritti – per un’Europa dei lavoratori e delle persone”.

L’incontro ha permesso un fruttuoso scambio di conoscenze e opinioni sulla situazione attuale in Europa, sull’Unione Europea e sull’importanza di accrescere la cooperazione fra i partiti comunisti e le altre forze di sinistra. I partecipanti si sono congratulati con i lavoratori portoghesi ed il movimento del lavoro per la dimensione e gli obiettivi del raduno promosso da CGTP/IN (Confederazione Generale dei Lavoratori portoghesi).

Pur nelle differenze, i partecipanti hanno denunciato una situazione generale in Europa particolarmente difficile, prodotta dall’attacco neo-liberale, con una crescita della sperequazione sociale, la diffusione della povertà e dell’esclusione sociale, la disoccupazione di massa – che interessa in modo particolare i giovani e le donne – e la generalizzazione e tipicizzazione del lavoro precario, temporaneo e part-time.

I partecipanti hanno espresso il loro netto rifiuto alla precarizzazione dei rapporti di lavoro proposta nella Carta Verde per “una riforma della legge sul lavoro” e per un nuovo programma di indirizzo nell’organizzazione dell’orario di lavoro.

Altrettanto nettamente è stata condannata e rifiutata la cosiddetta “flexicurity” che la UE intende imporre, al fine di consentire i licenziamenti senza giusta causa e per colpire la contrattazione collettiva e ridurre la capacità di organizzazione e di lotta dei lavoratori. I partecipanti respingono l’attacco ai servizi pubblici, respingono la loro privatizzazione e liberalizzazione introdotta dalla direttiva Bolkestein e le forti pressioni che spingono gli stati membri a introdurla in breve tempo nelle legislazioni nazionali.

Unanimemente, i partecipanti hanno espresso allarme e grande preoccupazione per la crescente violazione dei diritti, delle libertà e garanzie fondamentali dei cittadini in molti paesi, come testimoniano la politica di controllo sull’immigrazione e l’approvazione di misure sempre più repressive e di “sicurezza”.

L’assemblea ha evidenziato come, nonostante i cambiamenti introdotti per ammorbidire le ambizioni della “Costituzione Europea”, peraltro rigettata dalla volontà popolare, le decisioni del Consiglio d’Europa del 21 e 22 giugno, vanno nella direzione dei Trattati di Maastricht, Amsterdam e Nizza e della strategia di Lisbona e rappresentano un nuovo salto di qualità del capitale che configura l’assetto europeo come un blocco economico, politico e militare, avverso agli interessi dei lavoratori e delle persone.

Particolarmente preoccupante è il tentativo di vincolare la Presidenza portoghese della UE, appena iniziata, alla preparazione di un “nuovo trattato costituzionale” negoziato tra i capi di stato che in buona sostanza recupera gli aspetti essenziali della precedente proposta, evitandone però il dibattito e la partecipazione popolare. A questo proposito, i partecipanti si sono impegnati, ognuno a seconda delle specificità nazionali, a chiedere garanzie di consultazione popolare attraverso lo strumento referendario.

A Guimaraes è stata poi sottolineata l’urgenza di contrastare l’attuale offensiva neo-liberale e l’esigenza di una reale rottura rispetto la sua linea politica, assegnando invece priorità ai valori del lavoro e dei lavoratori. E’ stata formulata infatti la necessità di una politica di lotta alla povertà e alle disuguaglianze economiche e sociali, soprattutto contro la straordinaria sperequazione nella distribuzione della ricchezza prodotta; una politica che sia di promozione dell’occupazione con diritti e della formazione professionale; una politica garante dei servizi pubblici: dal servizio sanitario, all’istruzione fino alla previdenza sociale; una politica che consenta lo sviluppo della società e il progresso sociale; con un settore pubblico forte, dinamico ed efficiente, capace di agire in supporto della produzione e adeguato alle specificità locali.

I partecipanti all’assemblea di Guimaraes hanno sollecitato l’urgenza di smarcarsi da politiche di liberalizzazione dei mercati e l’adozione di contromisure che arrestino le ristrutturazioni e delocalizzazioni industriali volte esclusivamente ad accrescere i tassi di profitto e che producono esclusione sociale.

Sono state particolarmente apprezzate le importanti e coraggiose lotte dei lavoratori contro le attuali politiche e in difesa dei diritti nel lavoro; è stata ribadita la denuncia contro le politiche militariste, soprattutto verso i programmi di militarizzazione della UE che prendono corpo anche contro la volontà della maggior parte delle popolazioni, contro un nuovo allargamento della NATO, delle basi militari e dei programmi statunitensi di installazione dello scudo spaziale in Europa, che fanno capo ad un chiaro progetto offensivo.

Consapevoli dell’importanza, per il futuro dei lavoratori e dei cittadini di Europa, di lotte d’avanguardia, i partecipanti hanno indicato come fondamentale la crescita della cooperazione, suggerendo diverse linee e azioni comuni di intervento e proponendo di coordinare gli interventi negli organismi internazionali in cui sono presenti, particolarmente nell’Assemblea del Consiglio di Europa e nel Parlamento Europeo. A questo proposito, i partecipanti hanno individuato come prioritaria la convergenza di elaborazione e azione di lotta contro la liberalizzazione e deregulation dei rapporti di lavoro impliciti nel modello di flexicurity.

L’incontro si è chiuso con il forte appello alla mobilitazione dei lavoratori e dei cittadini d’Europa contro le politiche capitaliste, contro il dominio dei monopoli e per la pace, la fratellanza e la cooperazione, per la dignità di chi lavora e per un’Europa impegnata nel progresso sociale.

Guimaraes, 6 luglio 2007

Traduzione dall’inglese per www.resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare