I biocombustibili potrebbero uccidere più persone della guerra in Iraq

www.resistenze.org – osservatorio – mondo – politica e società – 15-11-07 – n. 203

da Rebelion.org
http://www.rebelion.org/noticia.php?id=59005

I biocombustibili potrebbero uccidere più persone della guerra in Iraq

Un crimine agricolo contro l’umanità

George Monbiot – The guardian

14/11/2007

E’ una pazzia. Lo Swaziland, paese devastato e affamato, tanto da ricevere aiuti alimentari per far fronte alla carenza alimentare del 40% dei suoi abitanti, che cosa ha deciso di esportare? Biocombustibile! Prodotto con i raccolti di uno dei suoi alimenti di base, la manioca (1).

Il governo ha assegnato varie migliaia di ettari di terra coltivabile alla produzione di etanolo nella contea di Lavumisa, proprio la località più colpita dalla siccità (2).

Sarebbe più rapido ed umano raffinare gli abitanti del paese e metterceli nei serbatoi. Certo una squadra di assistenti allo sviluppo staranno già facendo i conti.

Questo è uno dei numerosi esempi di affari descritto il mese scorso da Jean Ziegler, inviato dell’ONU, come un “crimine contro l’umanità” (3). Ziegler ha accolto la petizione apparsa per la prima volta su queste pagine, di una moratoria di cinque anni su tutti gli incentivi e proposte governative a favore del biocombustibile: l’affare dovrebbe essere congelato fino a quando non saranno disponibili i combustibili di seconda generazione, prodotti con legno, paglia o scarti. In caso contrario, il superiore potere d’acquisto del mondo ricco si tradurrebbe nel togliere il pane dalla bocca dei poveri. Se muoviamo le nostre automobili con biocombustibile vergine, altre persone moriranno di fame.

Lo stesso Fondo Monetario Internazionale, sempre disposto ad immolare i poveri sull’altare degli affari, avverte fin da ora che usare gli alimenti per produrre biocombustibili “potrebbe forzare oltremodo le risorse già scarse di terra coltivabile e d’acqua in tutto il mondo, spingendo ancora di più la crescita dei prezzi” (5). Questa settimana l’ONU per l’Agricoltura e l’Alimentazione annuncerà il più basso livello di riserve mondiali alimentari degli ultimi 25 anni, ammonendo con ciò che definisce “una crisi molto grave” (6).

Anche quando il prezzo degli alimenti era bassi, 850 milioni di persone continuavano ad essere affamate perché non potevano acquistarli. Ogni crescita del prezzo di farina o cereali spinge milioni di persone sotto la linea della capacità d’acquisto del pane.

L’anno scorso il costo del riso è salito del 20%; quello del mais del 50%, quello del grano del 100% (7). La colpa non è tutta dei biocombustibili – sottrarre la terra usata per alimenti aumenta gli effetti dei cattivi raccolti e fa aumentare la domanda – ma quasi tutte le agenzia importanti mettono in guardia contro la loro eventuale espansione. E quasi tutti i governi importanti, le ignorano.

Guardano altrove, perché i biocombustibili offrono il modo di evitare decisioni politiche dure. Creano l’impressione che i governi possono ridurre le emissioni di anidride carbonica – come ha annunciato Ruth Kelly, il Ministro britannico dei Trasporti la settimana scorsa (8) – pur ampliando la rete dei trasporti. Le nuove cifre mostrano che gli automobilisti britannici l’anno scorso hanno superato i 500 mila milioni di chilometri (9). Ma questo non ha importanza: dobbiamo solo cambiare il combustibile che usiamo. Non bisogna risolvere nulla. Le richieste delle lobby del motore e i gruppi di pressione che chiedono nuove infrastrutture, potranno essere soddisfatti. Andiamo avanti senza curarci delle persone cacciate dalle loro terre.

Bruciare biocombustibili libera semplicemente l’anidride carbonica che hanno accumulato le piante quando stavano crescendo. Anche se teniamo conto dei costi energetici del raccolto, della raffinazione e del trasporto del combustibile, producono meno anidride carbonica netta dei prodotti petroliferi. La legge che ha approvato il governo britannico quindici giorni fa – nell’anno 2010 il 5% del combustibile usato dal trasporto su strada verrà tutto dalle coltivazioni (10) – risparmierà, dicono, tra le 700.000 e le 800.000 tonnellate di anidride carbonica l’anno. (11).

Analizziamo questa cifra scrupolosamente. Se soltanto sommiamo i costi immediati di anidride carbonica dovuti alla piantagione e alla raffinazione, sembra che risparmiamo gas serra.

Ma se valutiamo l’impatto totale, notiamo che causano più riscaldamento dell’atmosfera di quanto fa il petrolio.

Un recente studio del premio Nobel Paul Crutzen dimostra che le stime ufficiali ignorano il contributo dei fertilizzanti, i nitrati. Questi generano un gas dall’effetto serra, l’ossido nitroso, che è 296 volte più potente del Co2. Queste emissioni, da sole, garantiscono che l’etanolo da mais produce tra il 0,9 e l’1,5 del riscaldamento prodotto dal petrolio, mentre l’olio di colza (l’origine di più del 80% del biodisel del mondo) produce tra 1 e 1,7 volte l’impatto del diesel (12).

Uno studio pubblicato su Science, tre mesi fa, suggerisce che la protezione della terra senza coltivazione risparmia in 30 anni, tra due e nove volte l’emissione dell’anidride carbonica che si potrebbe evitare arandola e piantando biocombustibili (13). L’anno scorso, il gruppo di ricerca LMC International ha calcolato che se l’obiettivo britannico ed europeo di un 5% di contribuzione dei biocombustibili fosse adottato dal resto del mondo, la superficie mondiale di terra coltivata si espanderebbe di un 15% (14). Ciò significa la fine dalla maggioranza dei boschi tropicali, culminando in un cambio climatico.

Il governo britannico afferma che si sforzerà di garantire che nel Regno Unito si useranno solo

“i biocombustibili più sostenibili” (15). Ma non può farlo, perché violerebbe le regole del commercio mondiale (16). Eppure si potrebbe obbligare alla “sostenibilità”, ma che significa precisamente? Per esempio si potrebbe proibire l’olio da palma nelle nuove piantagioni. E’ il tipo di biocombustibile più distruttivo, quello che ha causato la deforestazione in Malesia ed Indonesia. Ma la proibizione non cambierebbe nulla. Come ha commentato Carl Bek-Nielsen, vicepresidente della United Plantations Bhd in Malasia, “anche se nel biodiesel dovesse rientrare un altro olio, quest’altro dovrà, comunque, essere sostituito. In ogni modo si avrà un vuoto e l’olio da palma potrà riempire quel vuoto.” (17) Le ripercussioni causeranno la distruzione che si cerca di evitare. L’unico biocombustibile sostenibile è l’olio riciclato, ma i volumi disponibili sono limitati. (18).

A questo punto l’industria del biodiesel comincia a gridare “Jatrofa”! Non è ancora un simbolo, ma lo sarà presto. La jatrofa è un’erba con semi oleosi che cresce nelle zone tropicali. Quest’estate, Bob Geldof, che non perde mai l’occasione di promuovere soluzioni semplicistiche a problemi complessi, è arrivato nello Swaziland in qualità di “inviato speciale” di un’azienda di biocombustibile. Ha dichiarato che siccome quell’erba può crescere in terreni marginali, la jatrofa è una pianta che cambia la vita, che offrirà posti di lavoro, coltivazioni che daranno denaro e capacità economica ai piccoli proprietari agricoli africani (19).

Se i governi che promuovono i biocombustibili non cambiano le loro politiche, l’impatto umanitario sarà superiore a quello della guerra in Iraq. Milioni di persone saranno sfollate, altri milioni potranno essere vittime della fame.

Questo crimine contro l’umanità è complesso, ma ciò non lo riduce né lo scusa. Se la gente muore di fame a causa dei biocombustibili, Ruth Kelly e i suoi pari saranno quelli che li hanno ammazzati.

Come sempre, questi crimini sono l’opera dei vili che colpiscono i deboli per non affrontare i forti.

Articolo originale: http://www.monbiot.com/archives/2007/11/06/an-agricultural-crime-against-humanity/
Bibliografía:
1. IRIN Africa, 25th October 2007. Swaziland: Food or biofuel seems to be the question. http://www.irinnews.org/Report.aspx?ReportId=74987
2. Energy Current, 29th October 2007. Swaziland joins biofuel drive despite mounting food crisis. http://www.energycurrent.com/index.php?id=3&storyid=6359
3. Grant Ferrett, 27th October 2007. Biofuels ‘crime against humanity’. BBC Online.http://news.bbc.co.uk/1/hi/world/americas/7065061.stm
4. George Monbiot, 27th March 2007. A Lethal Solution. The Guardian. http://www.monbiot.com/archives/2007/03/27/a-lethal-solution/
5. Valerie Mercer-Blackman, Hossein Samiei y Kevin Cheng, 17th October 2007. Biofuel Demand Pushes Up Food Prices. IMF Research Department.http://www.imf.org/external/pubs/ft/survey/so/2007/RES1017A.htm
6. Jacques Diouf, citado por John Vidal, 3rd November 2007. Global food crisis looms as climate change and fuel shortages bite. The Guardian.
7. John Vidal, 3rd November 2007. Global food crisis looms as climate change and fuel shortages bite. The Guardian.
8. Department for Transport, October 2007. Towards a Sustainable Transport System:
Supporting Economic Growth in a Low Carbon World. http://www.dft.gov.uk/about/strategy/transportstrategy/pdfsustaintranssystem.pdf
9. Department for Transport, 2007. Transport Statistics Great Britain 2007. Table 7.1. Road traffic by type of vehicle: 1949-2006http://www.dft.gov.uk/pgr/statistics/datatablespublications/tsgb/2007edition/sectionsevenroadsandtraffic.pdf
10. HM Government, 2007. The Renewable Transport Fuel Obligations Order 2007. http://www.opsi.gov.uk/SI/si2007/draft/20078818.htm
11. Department for Environment, Food and Rural Affairs, October 2007. Biofuels – risks and opportunities, p4. http://www.dft.gov.uk/pgr/roads/environment/rtfo/289579
12. PJ Crutzen, AR Mosier, KA Smith y W Winiwarter, 1 August 2007. N2O release from agro-biofuel production negates global warming reduction by replacing fossil fuels. Atmospheric Chemistry and Physics Discussions 7, pp11191–11205. http://www.atmos-chem-phys-discuss.net/7/11191/2007/acpd-7-11191-2007.pdf
13. Renton Righelato and Dominick V. Spracklen, 17th August 2007. Carbon Mitigation by Biofuels or by Saving and Restoring Forests? Science Vol 317, p902. doi 10.1126/science.1141361.14. AFP, 17th October 2007. IMF concerned by impact of biofuels on food prices. http://afp.google.com/article/ALeqM5h0RVoVwPFlD8MXLYyQbxHamr9NYw
15. Lord Bassam of Brighton, 29th March 2007. Parliamentary answer. Column WA310. http://www.publications.parliament.uk/pa/ld200607/ldhansrd/text/70329w0004.htm
16. Department for Environment, Food and Rural Affairs, October 2007. Biofuels – risks and opportunities, p5. http://www.dft.gov.uk/pgr/roads/environment/rtfo/289579 17. Benjamin Low, 24th February 2006. CPO Prices Seen Up In 06 As Biodiesel Fuels Demandhttp://sg.biz.yahoo.com/060224/15/3yy2x.html
18. Si vedano i calcoli qui: http://www.monbiot.com/archives/2004/11/23/feeding-cars-not-people/
19. Helene Le Roux, 27th July 2007. Singer, songwriter and activist promotes green energy in Africa. Engineering News Online. http://www.engineeringnews.co.za/article.php?a_id=112872
20. John Vidal, ibid. Tradotto da Globalizate
21. Mark Olden, 25th October 2007. Observations on: biofuels. New Statesman.
www.newstatesman.com/200710250020

Traduzione dallo spagnolo di FR per www.resistenze.org