Caro Giancarlo, sono già passati due anni da quando ci hai salutati, con il tuo solito sorriso, misuratamente ironico, misuratamente allegro.
Lo stile era, infatti, la cifra del tuo essere, in politica e nella vita.
Perdevi un po’ le staffe solo quando ti toccavano la nostra storia, i nostri valori, quelli del comunismo.
E chi sa cosa avresti detto oggi, di fronte alla nostra disfatta senza falce martello.
Riemergono di te, tra i tanti, dei ricordi nitidi: tu in mezzo ai giovani, la sera, dopo un dibbattito pubblico, un iniziativa: tu parli del vasto mondo che hai visto, dei popoli in lotta e hai parole da rivoluzionario.
E fra i tanti, è il popolo palestinese che prende corpo e si erge nei tuoi racconti.
Parli dell’eroismo di quel popolo e trasmetti a tutti l’esigenza della lotta, il senso della solidarietà internazionale.
Caro Giancarlo: dopo due anni sei più che mai con noi, e sfili con il tuo sguardo arguto sotto le bandiere rosse del comunismo e dell’internazionalismo.
Le compagne e i compagni de l’ernesto.