Editoriale Manifestazione 17 gennaio 2009

Roma. Non sappiamo quale eco mediatica avrà la manifestazione di Roma indetta sabato 17 da un cartello di forze e realtà da sempre solidali col popolo palestinese (tra cui la comunità palestinese del Lazio, Prc, Pdci, Forum Palestina ed altri), di sicuro è stata uno straordinario successo numerico ma, soprattutto politico. Nello stesso giorno é stato convocato ad Assisi un’altro appuntamento contro la guerra a Gaza, indetto dalla Tavola della Pace, Arci ed altri.

L’appuntamento di Roma non solo è risultato più consistente dal punto di vista della partecipazione, ma ha messo in luce alcuni aspetti davvero interessanti che vorremmo brevemente qui richiamare.

1) Dall’inizio dei bombardamenti e dell’occupazione della striscia di Gaza si sono svolte in Italia diverse significative mobilitazioni a sostegno del popolo palestinese e per chiedere la fine della guerra. Erano anni che la questione palestinese non portava in piazza tanta gente. Le manifestazioni indette in questi ultimi anni sulla Palestina, così come la mobilitazione in occasione della Fiera del Libro di Torino, hanno messo in moto un processo che oggi assume fortunatamente una dimensione di massa. Questa giornata può fungere da catalizzatore di forze in una battaglia più complessiva contro la guerra.

2) Lo straordinario successo della mobilitazione di oggi è avvenuto in un contesto di sistematica disinformazione. È bastato che Santoro, nel suo programma, squarciasse un po’ il velo della disinformazione mostrando le immagini della guerra a Gaza per far partire una canea mediatica nei suoi confronti. È indicativo di quanto regredito sia il quadro politico italiano. Proprio per queste ragioni abbiamo pubblicato sul nostro sito il video di un discorso alla Camera di Craxi che, rifacendosi ai principi della Carta dell’Onu, esprimeva piena solidarietà alla lotta armata del popolo palestinese. Abbiamo deciso di farlo proprio per rendere evidente la progressiva perdita di autonomia delle forze politiche italiane oggi rispetto alle scelte dello Stato di Israele e degli Usa. Sono ormai lontani -ahinoi- quegli anni in cui non solo i comunisti, ma anche i socialisti ed alcuni esponenti di primo piano della Dc riconoscevano i diritti al popolo palestinese ed il loro diritto alla resistenza, anche armata, contro l’occupazione israeliana.

3) L’aspetto sicuramente più interessante, che sta caratterizzando le mobilitazioni in sostegno alla causa palestinese, è la presenza significativa degli immigrati, prevalentemente arabi. È un fatto nuovo, denso di significato e di pregnante importanza: la causa palestinese riunifica tutti gli immigrati arabi di diverse nazionalità e, per la prima volta, fa scendere in piazza insieme cittadini italiani e cittadini immigrati in proporzioni significative. Al corteo di Roma quest’aspetto è stato assolutamente evidente: tantissimi i giovani presenti, immigrati di seconda generazione, scesi in piazza insieme ad i loro genitori o ai loro amici e compagni di scuola. Fin’ora sono stati cittadini e lavoratori spesso “invisibili”, ora le loro rivendicazioni e la loro presenza emergono in modo dirompente e nuovo: la presenza di questi lavoratori e giovani immigrati, di queste donne e dei loro bambini, ci obbliga a fare un salto di qualità nelle nostre modalità di mobilitazione. Interroga i comunisti e le forze antagoniste rispetto all’incapacità dimostrata in questi anni in un lavoro comune ed obbliga a porsi in quest’ottica in futuro.

4) Il corteo era caratterizzato inoltre dalla significativa presenza dei sindacati di base e dei partiti della sinistra comunista ed anticapitalista – da Rifondazione a Sinistra critica, dal Pdci alla Rete dei comunisti – con consistenti segnali di vita degli studenti: l’Onda è arrivata in corteo dalla Sapienza all’inizio di questo corteo. Anche questo è un segnale importante e gravido di considerazioni: non solo erano assenti tutte le componenti della sinistra moderata (sia sindacale che politica, inclusi i “neo scissionisti” di Rifondazione Comunista), ma l’intreccio tra queste componenti politiche e sindacali, con la presenza degli studenti, dei migranti e dei lavoratori ha costituito un fatto che, per quanto oscurato dai media, ha messo in campo una mobilitazione di massa, su una piattaforma per niente ambigua sul piano dei contenuti.

E tutto questo fa ben sperare: nel 2009 ricorre l’anniversario di fondazione della Nato. La presenza dei 200mila manifestanti alla manifestazione del 17 a Roma e la composizione del corteo stesso ci parlano della ripresa di un forte movimento di lotta contro la guerra, capace di raccogliere la sfida lanciata dal Forum Sociale Europeo di mobilitazione contro la Nato e capace di ridare protagonismo ai comunisti e alle forze di sinistra anticapitalista ed antimperialista.