“E ADESSO DIMETTETEVI TUTTI”

Chi lo dice ad Antonio Gramsci? Chi acquieterà l’anima di Palmiro Togliatti? I comunisti, per la prima volta nell’era repubblicana, non hanno più rappresentanza parlamentare. Sono fuori. Da tutto. Hanno finito seppellendo la falce ed il martello ancora prima di andare al voto. “Sinistra Arcobaleno”, il contenitore degli eredi del materialismo storico, è sprofondata senza più un simbolo, senza più un richiamo alla tradizione, senza identità e bandiere. Quello che ne rimane sono pochi eletti sparsi negli enti locali. Alla Provincia, per esempio, c’è Omar Minniti, capogruppo di Rifondazione. Non si da pace.

Consigliere Minniti, che disfatta…

Disfatta?E’ una tragedia. Non esiste alcuna “isola felice”, nessuna regione o quartiere “rosso” che abbiano tenuto: la debacle è omogenea su tutto il territorio nazionale. E l’esito è quello: per la prima volta dal dopoguerra nessun comunista, ma anche nessun socialista o rappresentante della sinistra alternativa, siederà sugli scanni di Camera e Senato.

Anche in Calabria e nel reggino i risultati sono stati deludenti. Che cosa non ha funzionato?

Certo, anche a Reggio e in tutta la regione il risultato è stato pessimo e corrisponde a circa 1/3 dei voti che pronosticavamo. C’erano forti speranze, in particolare per una candidatura prestigiosa come quella di Francesco Forgione. Ma, alla fine, è venuto un risultato del tutto in linea con la tendenza nazionale. Gli elettori ci hanno punito come nelle altre parti d’Italia.

Dove sono finiti gli altri 2/3 dei voti che vi aspettavate?

Una parte sono stati fagocitati dal “voto utile” al Pd. E qui la colpa non è solo di Veltroni, ma anche di chi ha contribuito a deideologizzare il nostro elettorato, abituandolo a scelte governiste. Un’altra parte, un netto 1%, ha preferito votare i due partiti trotzkisti (Pcl e Sinistra critica, ndr) ed un’altra ancora, forse la più consistente, ha optato per l’astensionismo. Questo è l’elemento più clamoroso e sconfortante.

Di chi è la colpa?

E’ fallito miseramente il progetto della Sinistra Arcobaleno, l’esperimento di costruire con forzature dall’alto un soggetto unitario senz’anima. Si è tentato di liquidare velocemente le differenze culturali e d’impostazione tra i quattro partiti e si è ritenuto, sbagliando in modo clamoroso, che cancellando col bianchetto la prospettiva comunista e i suoi simboli si poteva risultare più appetibili ad energie nuove. Invece, queste non sono arrivate e sono fuggiti anche gli elettori storici…

Bertinotti già ha gettato la spugna, adesso si aspetta una dura resa dei conti dentro Rifondazione…

Le dimissioni di Bertinotti erano il minimo. E’ stato lui che ha proposto, anzi ha imposto, un progetto fallito miseramente. Non sono mai stati consultati i militanti, gli organismi dirigenti sono stati ripetutamente scavalcati, non si è tenuto conto delle istanze dei territori. Ed è ovvio che Bertinotti debba assumersi le proprie responsabilità e, con lui, coloro che hanno condiviso queste scelte. Sabato e domenica si terrà a Roma il comitato politico del Prc e credo che, a questo punto, siano opportune le dimissioni di Giordano e della segreteria.

Ora che siete “extraparlamentari”, che farete?

Per cominciare, basta con gli accanimenti terapeutici. Chi ha fallito ora faccia un passo indietro e la smetta di proporre “remake” dell’Arcobaleno. Dobbiamo ripartire dall’anno zero e l’unica certezza che abbiamo è lo strumento del partito, l’organizzazione. Va ricostruita e ripensata una presenza comunista nel Paese.

Insomma un ritorno al passato…

Il futuro è la ricostruzione di una forza comunista, preparata a battersi contro il governo delle destre, non subalterna al Pd e che rompa con le pratiche salottiere degli ultimi anni. Si deve tornare nei luoghi di lavoro, nelle periferie, tra coloro che non arrivano a fine mese; dove, purtroppo, si è votato la Lega di Bossi al Nord o Berlusconi e Lombardo al Sud…