DOMANDE E RISPOSTE SUL CONGRESSO DI RIFONDAZIONE COMUNISTA

Dopo una lunga pausa nelle pubblicazioni sul sito, riprendiamo la nostra attività. Le nostre forze, così limitate, hanno dovuto essere impiegate per intero nel congresso di Rifondazione, rispetto al quale l’area dell’Ernesto e’ totalmente impegnata.
Come sta andando il congresso? E’ la domanda che più frequentemente ci pongono i nostri compagni. A questa se ne aggiunge ora un’altra, più allarmata: ma alla fine, di fronte alla notizia di continue irregolarità, il congresso si farà? Naturalmente queste domande rimandano alla fin fine tutte ad un unico quesito? Che ne sarà del nostro partito?
Non ho tutte le risposte. E’ evidente che moltissimo dipenderà dall’esito finale del congresso, mi limito pertanto a fare il punto della situazione, anche a costo di essere ripetitivo.
In primo luogo, allo stato attuale, e cioè a circa metà dei congressi di circolo effettuati, la mozione 3, quella sostenuta oltre che dall’Ernesto, dai compagni dei circoli autoconvocati, dall’area di Controcorrente e dai compagni dell’ex Sinistra critica, si attesta intorno al 9% dei consensi. E’ un risultato importante che conferma l’entità dei consensi ottenuti nel CPN ma che, soprattutto, va valorizzato alla luce della dinamica bipolare indotta dallo scontro prodottosi all’interno dell’ex maggioranza fra la mozione 1 e la mozione 2. I primi riscontri indicano una presenza diffusa di consensi alla nostra mozione, che si registrano anche in zone impreviste. Le regioni in cui i consensi risultano maggiori del 10% sono nell’ordine: il Molise, la Liguria, il Veneto, il Friuli V.G., la Toscana, il Piemonte, le Marche, l’Emilia R.. Vi sono poi singole federazioni in cui si raggiungono risultati eccellenti ma l’elenco sarebbe parziale, dato che i congressi procedono in modo disomogeneo e in alcuni casi sono appena iniziati. Per le altre mozioni si assiste ad una sostanziale parità, almeno per ora, fra le mozioni 1 e 2, che si attestano intorno al 43, 44 %, ad un risultato fra il 3 e il 4% per la 4 e circa dell’1,5 per la mozione 5. E’ evidente, tuttavia, che si tratta di risultati parziali che potranno essere messi in discussione man mano si terranno altri congressi.
Al di là di questi risultati che mettono in evidenza l’ equilibrio fra le due principali mozioni e una presenza significativa della mozione 3, l’elemento che oggi sta diventano sempre più rilevante è il prodursi nel congresso di pratiche inaccettabili che rischiano seriamente di vanificarlo. Mi riferisco ad un rigonfiamento abnorme del tesseramento 2008, in particolare per quanto riguarda i nuovi tesserati. Sappiamo bene come anche in altri congressi precedenti vi siano state tendenze simili, ma il fenomeno che si sta riscontrando ora è del tutto inusitato, per la dimensione e ancor più per le caratteristiche. Per capire quanto sta succedendo si pensi a quanto avvenuto nel congresso di un circolo di Reggio Calabria, dove in 45 minuti votano quasi 400 persone, di cui circa 350 per la mozione 2, con un numero impressionante di nuovi tesserati che sono privi di tessera e che non l’hanno pagata. Ma non è l’unico caso. Si potrebbe citare un altro circolo di Reggio Calabria, il circolo migranti di Bologna, quello di Arezzo, e via dicendo. Ma non si tratta solo del cammellaggio di nuovi iscritti, spesso ad opera di assessori o figure di governo, secondo una logica ben conosciuta di scambio fra favori e voti, vi è di più. Sul congresso di Rifondazione, infatti, è stata lanciata una OPA da parte di vari settori dell’ ex Arcobaleno (da Sinistra democratica, a settori compiacenti del sindacato, centri sociali, ecc.) con un unico obiettivo: rafforzare la mozione che in modo esplicito propone il superamento di Rifondazione comunista e la costruzione del soggetto della sinistra.
Di fronte al più che legittimo intervento della Commissione per il congresso che ha annullato un congresso e azzerato il nuovo tesseramento 2008 in un altro, i compagni della mozione 2 hanno reagito stizziti, denunciando complotti, ma i dati sono inequivocabili. A quanti vorrebbero che la mozione 3 lasciasse correre, non denunciasse quanto sta avvenendo rispondo subito: noi non intendiamo in alcun modo fare il gioco di chi vuole manomettere i risultati congressuali con questi metodi e non intendiamo accettare interferenze dall’esterno sul congresso del nostro partito. A quanti tentano di gettare discredito sulla nostra mozione accreditandoci chissà quali finalità, alludendo a patti che avremmo sottoscritto con altre mozioni, rispondo con altrettanta chiarezza: quello che ci muove nella denuncia di questi fatti è l’esigenza di ripristinare un minimo di decenza nei comportamenti congressuali. Su questo siamo ben determinati, non faremo sconti a chicchessia e non ci faremo intimorire da nessuno. Peraltro 4 mozioni su cinque nella Commissione per il congresso hanno votato a favore dei provvedimenti di invalidazione. Ciò significa che non vi erano dubbi circa l’inaccettabilità dei comportamenti denunciati.
Di fronte ad una situazione così grave, è lecito che molti si chiedano come finirà il congresso e quali saranno le prospettive del nostro partito. Leggo su alcuni articoli di stampa che mentre il conflitto fra la prima e la seconda mozione prosegue sempre più forte, alcuni avanzano proposte di ricomposizioni, di accordi. In alcuni casi ci si sbizzarrisce già nelle soluzioni organigrammatiche, prevedendo addirittura una segreteria di Vendola affiancata, magari, da una maggioranza diversa. E’ del tutto evidente che la stampa va a nozze in un momento così drammatico per la vita di Rifondazione e non credo sia saggio in questi momenti prestare troppa attenzione alle speculazioni giornalistiche. Si rischia, anche in buona fede, di prendere lucciole per lanterne. Il problema, però, della prospettiva del partito resta decisivo e qualche precisazione a riguardo non nuoce. Il nostro punto di vista a tale riguardo è noto, ma forse vale la pena ribadirlo. Basta leggere il testo della mozione 3 (e leggerlo bene). Vi si possono notare alcuni punti fermi. Li ripropongo per chiarezza: il rifiuto di ogni ipotesi di confluenza o scioglimento di Rifondazione comunista in un soggetto unitario della sinistra, il mantenimento sella sua piena autonomia politica pur nell’impegno per l’unità della sinistra ma concepita come convergenza sui contenuti e non su soluzioni organizzative, l’attribuzione a Rifondazione della sua missione storica e cioè la costruzione di un partito comunista, la necessità in questa prospettiva dell’impegno per la riaggregazione del campo delle forze comuniste ed anticapitaliste.
A partire da questa impostazione la nostra battaglia nel congresso è stata limpida: abbiamo contestato alla mozione 2 in modo esplicito il proposito di sciogliere Rifondazione in un partito della sinistra, contando sull’appoggio benevolo del PD. Nel contempo, abbiamo contestato al documento 1 l’ambiguità di una proposta che nel momento in cui rivendica la necessità di salvaguardare la continuità di Rifondazione, resta ancorato alla riproposizione di concetti- come quello del soggetto unitario e plurale, che rischiano di approdare, magari in tempi diversi, allo stesso risultato auspicato dalla mozione 2.
Per queste ragioni una soluzione finale del congresso di tipo consociativo, con una sorta di mediazione fra tutte le opzioni in campo per noi non è accettabile. Come si potrebbe mettere insieme chi vuole costruire un nuovo partito della sinistra con chi vuole difendere Rifondazione comunista per dar vita ad un grande partito comunista? Ne verrebbe fuori un pasticcio incomprensibile. Le intese sono possibili solo a partire da una convergenza di fondo e nella chiarezza. L’elemento discriminante è, in primo luogo, il mantenimento pieno dell’autonomia politica di Rifondazione Comunista. “Senza se e senza ma”, come si sarebbe detto in altre circostanze. E, in secondo luogo, un chiarimento sulla missione di questo partito, che per noi resta quella della costruzione di un partito comunista radicato socialmente e con basi di massa, attraverso una interlocuzione ampia con le forze comuniste e anticapitaliste presenti nel paese. Queste sono le nostre posizioni, da qui partiamo per confrontarci all’interno del partito, senza smanie per accordi. Come l’abbiamo detto sempre, per noi ogni confronto muove dai contenuti, tutto il resto passa in secondo piano.