DISABILI PALESTINESI: UN DRAMMA NEL DRAMMA

Il 10 maggio del 2007 alle 5 del mattino una pattuglia dell’esercito israeliano ha fatto irruzione all’interno di un centro per disabili dell’occupata Gerusalemme Est. Il centro, un edificio di 70 metri quadri che ospitava 20 ragazzi colpiti da differenti sindromi di disabilita’, e’ di proprieta’ di un cittadino palestinese di nome Hani Tatah. I ragazzi venivano ospitati da anni in quell’ edificio per dormire e mangiare mentre durante il giorno si recavano in alcuni istitui per l’istruzione e per seguire alcune terapie riabilitative. Quell’edificio di soli 70 metri quadri per 20 persone era la loro unica possibilita’ di salvezza poiche’ i ragazzi provengono tutti da famiglie con gravi problemi sociali.
Stando all’agenzia di stampa indipendente Ma’an (assieme) i ragazzi sono stati svegliati bruscamente nel sonno, umiliati e picchiati e cacciati letteralmente in mezzo alla strada senza nemmeno poter prendere nulla con se, nemmeno i vestiti. Una volta espulsi il centro e’ stato sottoposto a sequestro perche’ “non munito di regolare licenza”.
Anche il quotidiano israeliano Ha’aretz ha dato conferma della notizia aggiungendo che l’edificio e’ stato in seguito demolito in poche ore. Il Comitato israeliano contro la demolizione degli edifici (ICAHD) sostiene che il centro e’ stato demolito per fare ulteriore posto ad un progetto residenziale per coloni. Nell’area sono stati demoliti anche un centro riabilitativo e un giardino che i palestinesi disabili ed i loro accompagnatori erano soliti frequentare.
Secondo l’OLP dal settembre del 2000 almeno 900 minori sono stati uccisi dall’esercito israeliano nei territori occupati (Gaza, West Bank e Gerusalemme Est), 16.000 feriti e 6.000 incarcerati. 750 minori sani sono divenuti disabili permanentemente.In queste cifre non sono inoltre conteggiate le migliaia di palestinesi che hanno subito gravissimi danni psichici causati dall’efferata repressione israeliana. Minori che vedono i propri genitori sotto i loro occhi difficilmente possono vivere uno sviluppo psicofisico normale. L’associazione pacifista israelo-palestinese Btselem parla di un numero sempre crescente di minori che si svegliano urlando nel cuore della notte sopraffatti da costanti incubi. La disabilita’ mentale indotta dagli effetti dell’occupazione non potra’ pertanto essere riportata in cifre se non dopo molti anni. E’ certo pero’ che saranno cifre tristemente alte.
L’agenzia di stampa non governative “The Palestine Monitor” stima in circa 11.000 il numero totale di palestinesi, adulti e minori, resi disabili in maniera permanente dai soldati israeliani. Una cifra altissima se consideriamo che il totale dei palestinesi dei territori occupati e’ di circa 3,5 milioni.
I disabili palestinesi non godono di una assistenza adeguata ne in termini di strutture ne in termine di personale specializzato. Le occasioni di assistenza maggiormente qualificate arrivano dall’estero grazie ad aiuti governativi e all’azione di organizzazioni non profit basate sul volontariato. L’associazione OIKOS ha organizzato nel corso del 2007, in associazione con il dipartimento di relazioni pubbliche dell’Universita’ Al Najah di Nablus, un campo rivolto all’assistenza ai minori disabili nel comune di Nablus nel nord della Cisgiordania combinando l’attivita’ di volontari non qualificati all’operato di volotari qualificati quali educatori professionali, psicoterapeuti e medici pediatri.
Come questo progetto ve ne sono molti per fortuna e rappresentano per il palestinese un’occasione unica di ricevere un’assistenza adeguata anche se sporadica e, purtroppo per molti di loro, una tantum.
Circa meta’ di tali iniziative vengono organizzate tramite organizzazioni non profit italiane e di questo dovremmo esserne orgogliosi.
L’associazione non profit PER GAZZELLA (in onore di una ragazzina palestina, Ghazalah, ferita gravemente alla testa da un militare israeliano) ha organizzato dal 2000 moltissime attivita’ di assistenza a bambini palestinesi resi disabili dai proiettili e dalle bombe di Israele.
GVC (Gruppo di Volotariato Civile) Palestine e’ presente nei Territori Occupati dal 1989 ed ha realizzato in collaborazione ad ONG locali numerose attivita’ di assistenza medica e socio-educativa in favore dei disabili palestinesi, soprattutto nella striscia di Gaza dove le condizioni socio-economiche sono da sempre molto piu’ critiche rispetto alla Cisgiordania e a Gerusalemme Est. Dal 1996 GVC agisce tramite una rete di professionisti palestinesi ed italiani in maniera continuativa grazie a fondi di privati e della Comunita’ Europea.
Purtroppo poi esiste anche un altro fattore di natura sociale. In alcuni settori della societa’ palestinese il disabile e’ visto come una essere umano con poche possibilita’ di miglioramento e per questo non si crede molto nelle sue capacita’ di sviluppo intellettivo. Non e’ pertanto possibile fare un immediato parallelo tra il trattamento che ricevono i disabili nella societa’ europea e nella Palestina (ma anche nel resto del mondo arabo). Questa mentalita’ si sta velocemente superando fortunatamente ma gli orrori dell’occupazione militare non sono certo di aiuto.
Una famiglia che non riesce a mandare a scuola i figli normodotati e non riesce nemmeno molte volte a mantenerli non cerchera’ piu’ di tanto di migliorare la situazione dei loro figli disabili. Senza contare il fatto che molti disabili “acquisiti” che cioe’ lo sono diventati in seguito all’azione militare israeliana molte volte provano vergogna a farsi vedere in pubblico e si sentono depressi perche’ si considerano inutili e di peso alle loro gia’ sofferenti e disagiate famiglie.
In questo senso l’azione di molte ONG internazionali puo’ servire anche ad un cambio di mentalita’ di questi individui e a favorire il loro reintegro nella societa’.
E’ inutile aggiungere che in seguito alla crisi interna all’ANP e al feroce embargo israeliano ed internazionale la situazione dei disabili di Gaza si e’ rapidamente deteriorata. Secondo la BIRZEIT UNIVERSITY nel solo ultimo mese 5 centri per disabili sono stati chiusi a Gaza per mancanza di fondi.