“ Da qualche anno – dicono le compagne e i compagni del PRC, del PdCI e de l’ernesto di Cremona – la nostra è una città politicamente difficile. I lavoratori, i giovani, si ritraggono dalla politica e le sale dei convegni, dei dibattiti sono spesso deserte, pochissimo frequentate”.
Partendo da questa consapevolezza vi è grande preoccupazione per l’iniziativa che proprio l’ernesto organizza a Cremona venerdi 5 dicembre presso l’ampia sede della Sala Bonfatti della CGIL, dal titolo: “Crisi del capitalismo e necessità della trasformazione sociale”.
Tanto più che nella stessa giornata ne succedono di tutti i colori : il volo dell’Alitalia che da Napoli deve portare Giulietto Chiesa a Milano (dove i compagni de l’ernesto sarebbero andati a prenderlo per portarlo a Cremona) viene soppresso e Chiesa non ce la fa ad arrivare. Alle ore 16.00 avviene un grave incidente lungo i binari della stazione di Parma (si parla di un suicidio) e i treni che viaggiano verso Piacenza e Cremona subiscono ritardi di ore. Fosco Giannini, Jacopo Venier, Luciano Vasapollo e i compagni cubani che debbono arrivare a Cremona per il dibattito delle ore 21.00 sono a lungo bloccati sui treni. Anche Alfio Nicotra, della Direzione nazionale del PRC, che deve giungere da Milano, è in forse.
Poi la situazione si slocca. I treni tornano a camminare e quasi tutti i relatori giungono a Cremona. Unici assenti: Giulietto Chiesa (per il volo soppresso) e Jacopo Venier, bloccato per ore sui treni e sostituito al dibattito dalla compagna Daniela Polenghi, assessore comunale PdCI di Cremona.
La sala è strapiena (150 persone). Apre il dibattito Pierpaolo Boldi, architetto cremonese ed esponente della Cooperativa “Filo Rosso”, editrice de l’ernesto. Boldi – che presiede il dibattito – parla de l’ernesto, della sua lunga storia, “del prestigio che la rivista si è guadagnata sul campo, in oltre quindici anni di ricerca politica e culturale aperta, di dibattito sui temi internazionali e nazionali, delle forti relazioni che costruisce e sviluppa con tanta parte delle forze comuniste, antimperialiste e rivoluzionarie nel mondo, con tanta parte dell’intellettualità marxista in Italia, con dirigenti politici e sindacali del movimento comunista e operaio italiano, con esponenti del mondo cattolico e laico avanzato, con i movimenti di lotta del nostro Paese”.
Prima del dibattito giunge in sala una telefonata di Giulietto Chiesa che si scusa per l’assenza, saluta il pubblico e – in diretta – pone il problema drammatico dello stapotere dei “media” dominanti e dell’esigenza di una controinformazione di massa. Per poi “promettere” a l’ernesto di Cremona che verrà presto in città, per altre iniziative. La parola passa poi al compagno Jaula Bodet, economista ecologico, docente all’Università di Pinar del Rio di Cuba, intellettuale ed esponente del Partito comunista cubano.
“ Il capitalismo – dice Bodet – individua nel profitto il senso ultimo della vita, identifica senso della vita e profitto. A partire da ciò gli uomini e le donne in carne ed ossa, la loro vita reale e il loro spirito, la stessa vita del pianeta e l’ambiente in cui l’umanità deve vivere divengono questioni secondarie, subordinate all’accumulazione del capitale”.
“ A Cuba – prosegue Bodet – crediamo ancor più di ieri nel socialismo e questa stessa crisi mondiale del capitalismo ci spinge ancor più a vedere nel socialismo, nella sua razionalità filosofica e sociale, l’ unica soluzione ai problemi dell’umanità. E’ curioso che il capitalismo, che nel suo sviluppo selvaggio ha sfruttato e prosciugato nei secoli l’umanità lavoratrice e distrutto e depredato l’ambiente, attacchi duramente i paesi socialisti e non capitalisti appena essi lanciano il loro sviluppo. A Cuba noi vogliamo sostenere lo sviluppo delle forze produttive e, insieme, salvaguardare l’ambiente. Chiamiamo anche questo socialismo”.
E’ la volta di Luciano Vasapollo, economista, docente all’Università La Sapienza di Roma, della Rete dei Comunisti.
Per Vasapollo la crisi che sta attraversando il capitalismo non è un’eccezione, “ ma – come asseriva Marx – è la normalità fisiologica nello sviluppo anarchico del processo produttivo capitalistico e lo shock finanziario attuale non è che l’ultima manifestazione di una lunga crisi capitalistica che è in corso sin dai primi anni ’70”.
“ Le sue molteplici crisi – continua Vasapollo – il capitalismo le ha sempre superate nei modi tipicamente “perversi”che si addicono alla difesa del massimo profitto. Per tutti, due esempi: la crisi del 1987 è superata dal capitalismo nord americano attraverso un gigantesco piano di keynesismo di guerra che sbocca nelle “Guerre Stellari”; la crisi del 2001 il capitalismo USA tenta di superarla attraverso il funesto progetto avviato dal Pentagono della Guerra Infinita e Permanente”.
“Questa crisi – prosegue Vasapollo – non permette alle forze legate al movimento operaio delle scorciatoie : si pone il problema della centralità della lotta di classe e della conseguente centralità dei due soggetti attivi della lotta: il partito comunista e il sindacato di classe. L’unità dei comunisti è il viatico necessario per la costruzione del partito comunista. Ma tale unità non può costruirsi a partire solo dall’integrazione dei gruppi dirigenti ( PRC, PdCI ed altri). Occorre che l’unità dei comunisti si costituisca principalmente dal basso, attraverso l’unità nelle lotte, nelle fabbriche, nei luoghi di lavoro, nelle piazze e nei territori. Insomma: si giunge all’unità dei comunisti passando dalla costituzione del blocco sociale per la trasformazione”.
E’ la volta di Fosco Giannini, Direzione Nazionale del PRC e direttore de l’ernesto : “ Una volta, anche nelle più piccole sezioni del PCI, il segretario si cimentava ad analizzare la fase internazionale, per contestualizzare in quel quadro più ampio la fase nazionale e persino i problemi locali. Era un buon costume, non una liturgia vuota. Dava respiro all’analisi, sprovincializzava, misurava col metro politico reale la realtà delle cose. Oggi non si usa più e ciò è il segno di un decadimento e di un impoverimento, non di una maggiore libertà di pensiero, come dicono alcuni. Sbagliare l’analisi di fase, a partire dal contesto internazionale, vuol dire poi rischiare di sbagliare tutto. Oggi, se non riusciamo a capire che questa fase di acutizzazione dello scontro interimperialistico a livello mondiale chiude gli spazi riformisti, intensifica lo sfruttamento e chiede alle forze comuniste e anticapitaliste di mettersi alla testa di un nuovo ciclo di lotte, volto al cambiamento dei rapporti di forza sociali, non capiamo niente e rischiamo di ricadere in quella illusione istituzionalista che ci ha portati prima alla subordinazione al governo Prodi e poi alla disfatta elettorale. E non capiremmo che questo tempo grave è il tempo dell’unità dei comunisti, come prima ed indispensabile pietra per l’unità – nelle lotte e non nelle funeste precipitazioni organizzativistiche alla Bertinotti – dell’intera sinistra, contro il governo Berlusconi, contro il regime di destra e per l’alternativa sociale”.
Poi tocca a Daniela Polenghi, PdCI: “ La situazione del Paese è drammatica. Mai, nella nostra vita, abbiamo visto un quadro sociale tanto oscuro. Abbiamo fatto tanti e tanti errori e ci siamo allontanati dalla nostra gente. Ma il nostro pensiero, la nostra cultura e la nostra storia di comuniste e comunisti è più grande di noi, dei nostri errori. C’è bisogno come il pane delle nostre lotte, del nostro progetto. E’ l’ ora dell’unità dei comunisti e dell’intera sinistra”.
Alfio Nicotra, segretario regionale PRC Lombardia, nonostante le tante difficoltà per giungere a Cremona, non è voluto mancare ed esordisce così: “ Ringrazio l’ernesto per questa bella iniziativa e per avermi invitato. Si, è vero, abbiamo sbagliato tanto. Pochi giorni fa sono stato ad un’assemblea studentesca e la cosa che più mi ha colpito e fatto male sono state le parole di un giovane studente, che mi ha detto che durante la fase di governo eravamo percepiti come inutili. Inutili! Niente può essere peggiore di questo giudizio, per un comunista. Abbiamo bruciato tanta credibilità e consumato i rapporti che, specie dopo Genova, avevamo costruito. Avevamo bisogno di svoltare a sinistra. A Chianciano – anche grazie all’aiuto delle compagne e dei compagni de l’ernesto – ce l’abbiamo fatta. Ma era solo il nostro congresso. Ora dobbiamo riconquistare il nostro ruolo sociale. A partire dal nostro contributo alla riuscita dello sciopero generale del 12 dicembre.”
Carlos Lanzavento è un intellettuale del Partito comunista cubano e spetta a lui rendere la passione rivoluzionaria che attraversa l’intero continente latinoamericano. Gli applausi lo sommergono. Si apre in sala un dibattito vero, schietto, senza formalismi. Le colpe dei comunisti e dell’intera sinistra vengono portati impietosamente alla luce. Ma emerge anche la volontà di riprendere la lotta e l’impegno sociale e politico.
Essere spietati con se stessi, scavarsi, auto criticarsi e, insieme, promuovere collettivamente un nuovo progetto di lotta. Unità dei comunisti, unità della sinistra. Se è così si ricomincia.
Redazione di Cremona de l’ernesto