CPF di Roma:UN CONGRESSO PER RILANCIARE I MOVIMENTI E L’AUTONOMIA DEL PRC

CPF di Roma del 18/12/07

Ordine del giorno

UN CONGRESSO PER RILANCIARE I MOVIMENTI E L’AUTONOMIA DEL PRC

I compagni e le compagne della Federazione PRC di Roma esprimono la più ferma contrarietà per il rinvio di vari mesi del congresso nazionale del Partito, ritenendola una grave violazione della democrazia interna e della sovranità degli iscritti/e.
In queste ultime settimane più di 1500 compagni/e che avevano votato tutte le mozioni congressuali di Venezia, di tutte le regioni d’Italia, fra cui numerosi segretari di Circoli e di Federazione, consiglieri comunali, provinciali, regionali, militanti e dirigenti sindacali, hanno sottoscritto il documento “Un congresso per rilanciare i movimenti e l’autonomia del PRC”, per contrastare l’omologazione governista, la liquidazione del Partito, per rilanciare i movimenti e l’autonomia del Prc.
Questioni dirimenti come la partecipazione al Governo, la Cosa rossa, la riforma della legge elettorale e le prossime elezioni amministrative, ci portano a pensare che l’attuale gruppo dirigente scaturito dal congresso di Venezia non sia più adeguato a compiere scelte su temi centrali e così importanti.
La vicenda del protocollo sul welfare, lo stesso decreto sulla sicurezza, l’aggravarsi della questione sociale, testimoniata dalla tragedia di Torino e dalle forti e legittime espressioni di rabbia dei lavoratori, indicano l’esaurimento dell’esperienza del Prc nel governo Prodi. Il prevalere del logoramento sociale rispetto alle attese e alle esigenze di cambiamento rappresenta già di fatto una verifica negativa dell’operato del governo.
Rispetto alla Cosa rossa non è in discussione la necessità di aggregare le forze della sinistra di alternativa e anticapitalistica, i movimenti e i conflitti sociali, ma è chiaro che questa necessità deve fare i conti con la situazione sopracitata, con i problemi che abbiamo di fronte e non può significare il venir meno del Prc e della sua piena autonomia. Diversamente si produrranno ulteriori lacerazioni con la nostra base sociale col rischio di ulteriori pesanti ricadute anche dal punto di vista elettorale. La modalità e i contenuti moderati che hanno caratterizzato l’assemblea degli Stati generali de “La Sinistra L’Arcobaleno” rappresentano una risposta inadeguata e in contrasto con le necessità di questa fase politica, eludono le contraddizioni presenti tra i quattro partiti e rappresentano una forzatura anche dal punto di vista della democrazia interna al Partito.
Lo stesso panorama lo troviamo a Roma, dove l’attuale dirigenza del PRC romano continua nel suo agire verticistico escludendo dalle decisioni il CPF, il Comitato Direttivo, i Circoli e i militanti. Questo comportamento determina, al di là delle inconsistenti dichiarazioni verbali, la subalternità politica a Veltroni e ai poteri forti della città.
Lo slittamento del congresso, lungi dal demoralizzarci e spingerci al disimpegno, ci vedrà impegnati a rilanciare l’iniziativa politica per incalzare le inevitabili contraddizioni che si produrranno e per rilanciare il conflitto sociale, i movimenti, il ruolo e l’autonomia del Partito della Rifondazione Comunista, in continuità con lo spirito con cui un milione di persone hanno manifestato a Roma il 20 ottobre.