La gravissima situazione dei rifiuti in Campania, e nelle provincie di Napoli e Caserta in modo particolare, sono il risultato dell’inefficienza della politca regionale degli ultimi quindici anni.
A tali inefficienze si devono aggiungere le responsabilità politiche a livello nazionale che in tutti gli anni della gestione commissariale del ciclo dei rifiuti non ha saputo dare una soluzione al problema.
La soluzione del governo Prodi è la nomina di De Gennaro e il trasferimento dei rifiuti campani in altre regioni; tutto questo dovrà avere il suo punto finale nell’ attivazione della raccolta differenziata, nell’ultimazione dell’inceneritore di Acerra nonché nella costruzione di altri due inceneritori.
Questo decreto sconfessa tutta la politica di Rifondazione degli ultimi sette anni (almeno!) sia a livello nazionale che regionale.
La nomina di De Gennaro, uno dei principali responsabili dei fatti di Genova (per non tacere di Napoli e di Vicenza) per i quali Rifondazione chiedeva una commissione parlamentare di inchiesta, è non solo una concessione alle forze di destra, ma anche la scelta di militarizzare l’emergenza. Non solo ma il dispositivo del decreto permette a De Gennaro di realizzare siti di stoccaggio in deroga a disposizioni di tutela ambientale.
Contro tali scelte non ci si può semplicemente sentire “offesi” ma se ne devono trarre importanti decisioni politiche che non possono basarsi su semplici “chiarificazioni”.
Non solo. L’impianto del decreto prevede la presenza fondamentale degli inceneritori.
Tali tecnologie sono obsolete ormai in tutta l’Europa, che si è data indirizzi di legge precisi volti a rispettare il protocollo di Kyoto e quindi ad eliminare qualunque tipo di impianto più o meno inquinante come gli inceneritori, che in ogni caso aumentano anziché diminuire la produzione di CO2, oltre che cancerogene diossine e pericolosissime nanoparticelle che colpiscono tutti.
Il decreto prevede per la risoluzione definitiva del problema l’esistenza di tre inceneritori in Campania. Attualmente è in costruzione solo quello di Acerra che sarà ultimato nel 2009 quindi per ora si dovranno aprire nuove discariche o riaprirne vecchie (vedi la deroga nel decreto).
La produzione di rifiuti giornaliera in Campania è di 6500 tonnellate al giorno. Togliendo il minimo del 40% di raccolta differenziata ed il 30% di umido destinato al compostaggio ne consegue che, in Campania con un minimo di corretto ciclo integrato di rifiuti, ne dovrebbero essere smaltiti (con inceneritori) circa 1500 tonnellate al giorno per una valore di circa 500.000 tonnellate all’anno. L’inceneritore di Acerra è costruito per smaltire oltre 2000 tonnellate al giorno per circa 750.000 tonnellate all’anno. In Campania basterebbe soltanto il 75% dell’inceneritore di Acerra! Non si comprende la necessità di costruirne altri due. La costruzione di altri due inceneritori come quello di Acerra porterebbe la capacità di incenerimento campano a 2.250.000 tonnellate all’anno, equivalente, cioè, alla produzione annua di rifiuti, indifferenziati, di tutta la regione. Ma più bruci più danaro pubblico ricevi.
Il problema è che intorno agli inceneritori la diossina prodotta provoca una maggiore incidenza di mortalità per cancro nel raggio di 5 Km da un impianto da 60.000 tonnellate (ed i dati delle ASL stanno pian piano emergendo). Ma Acerra produce 750.000 tonnellate!
Rifondazione Comunista non può assumersi una simile responsabilità politica e morale.
Per questi motivi il C.P.F. di Napoli, vista la gravissima situazione dell’emergenza-rifiuti su tutto il territorio regionale, ritiene sia inevitabile ammettere il fallimento delle politiche delle giunte del centrosinistra, soprattutto regionale.
Pertanto chiede:
il ritiro della nostra delegazione dalla giunta regionale per ricollocarsi all’opposizione;
l’opposizione alla riapertura, anche a tempo determinato, del sito di Pianura perché nessuna emergenza può in alcun modo giustificare tale scelta, al di là di ogni presente e futura valutazione tecnica, in quanto ciò costituisce un impatto intollerabile per le popolazioni residenti già martoriate da anni di sversatoio di ogni genere;
Il riconoscimento che è stato un grave errore non contrastare la scelta della nomina di De Gennaro;
Il riconoscimento della scelta sbagliata di non aderire e partecipare alla manifestazione del giorno 9 Gennaio;
La rimunicipalizzazione del ciclo integrato dei rifiuti per sottrarlo da mani affaristiche e dalle grinfie della camorra che per tanti anni hanno speculato sulla salute della gente.
Il partito si impegna in tutte le sue sedi, a partire dai circoli, a rilanciare una grande campagna politica sui territori e tra i movimenti per riportare al centro della nostra proposta il tema dei rifiuti, un tema che non può prescindere dalla raccolta differenziata porta a porta e dal rifiuto netto dell’uso indiscriminato di soluzioni falsamente emergenziali che danneggiano la salute dei cittadini.
Tale questione deve essere posta nella consultazione tra gli iscritti che il partito si è impegnato a fare nell’ultimo CPN.
I compagni del C.P.F.
Renato Sellitto Area dell’Ernesto – Membro CPF
Eugenio Giordano Area dell’Ernesto – Membro CPF
Gilda Bellitti Area dell’Ernesto – Membro CPF
Mario Maddaloni Area dell’Ernesto – Membro CPF
Mario Sannino Segretario di circolo – Membro CPF
Jacopo Renda Area Falce e Martello – Membro CPF
Antonio Santorelli RSU – Alfa Romeo Avio – Membro CPF
Antonella Calabrese Membro CPF – Membro CPF
Vincenzo Amistà Membro CPF – Membro CPF