Caro direttore,
Ancora una volta non ci siamo!
Il comizio di Giuliano Ferrara in Piazza Maggiore a Bologna è un insulto a noi donne, agli uomini, alla società civile, ai movimenti.
E’ una provocazione parlare per e a nome delle donne, è una provocazione parlare di aborto e moratoria quando chi ne parla, non può capire.
Siamo state in piazza a volantinare legittimamente facendo controinformazione. E’, ed è stato in quel contesto, un nostro diritto fischiare, urlare, dire no, manifestare orgogliosamente il nostro sdegno.
Non condividiamo i toni delle dichiarazioni da parte di esponenti politici, soprattutto di sinistra apparse sulla stampa.
Non va data solidarietà politica a chi vuole annullare le battaglie di civiltà che noi donne abbiamo condotto ieri e continuiamo a condurre oggi.
Condividiamo l’articolo pubblicato oggi su Liberazione a firma Gaia Maqui Giuliani, ma non laddove si stigmatizza la protesta di piazza come violenza. A nostro parere invece, in modo spontaneo, la piazza ha sentito l’esigenza di esprimere con i fischi il proprio dissenso per le vere e proprie provocazioni di Giuliano Ferrara.
Non ci sembra che la protesta sia stata “sgangherata”. Ci è sembrata piuttosto spontanea e arrabbiata.
E se a quella protesta hanno partecipato tante giovani ragazze, e molti erano anche i ragazzi, dobbiamo essere contente. Significa che la pensano come noi, che hanno la nostra stessa sensibilità, la nostra voglia di lottare contro chi, in nome di un imprecisato diritto di vita dell’embrione, vuole minare l’autodeterminazione delle donne, il loro diritto a decidere sul proprio corpo.
Chiediamo: perché Giuliano Ferrara è stato contestato in ogni piazza, a Firenze, come a Reggio Emilia, come a Pesaro?
E perché, scusate, puntate il dito solo su Bologna?
Gradiremmo una risposta.
Comprendiamo che sarebbe stato meglio non dare visibilità a Ferrara, lasciargli la piazza vuota, ma nel momento in cui, la società civile si mobilita spontaneamente, noi non possiamo stare a guardare.
Non ci piace chi si erge a giudice dei nostri comportamenti.
Riteniamo fosse giusto lasciar gestire a noi donne quella giornata, quella protesta, purtroppo repressa dalle forze dell’ordine con l’uso dei manganelli.
Invitiamo a scegliere il silenzio, nel rispetto di quelle donne che hanno subito il trauma di un aborto.
Conti Pamela
Marina Prosperi
Elisabetta Borioni
Vetere Gabriella
Rossella Giordano
Stefania De Salvador
Marzia Mascagni
Federica Arnolfo
Angela Donati
Linda Vairo
Teresa Pellico
Lucrezia Modesti
Serena Marchionni