Basi Usa: non solo Vicenza

Tra le basi statunitensi in Italia ve n’è una di cui poco si parla, ma la cui importanza non è minore rispetto a quella di Vicenza: la U.S. Naval Air Station Sigonella (Nassig). Costituita nel 1959 come base navale, fu trasformata negli anni Ottanta in base aeronavale. Terminata la guerra fredda, il suo ruolo non è diminuito ma viceversa è cresciuto. La U.S. Naval Air Station Sigonella ? dichiara il suo comando (Nassig Mission Statement) ? è «strategicamente collocata nel mezzo del Mediterraneo e costituisce l’elemento primario di supporto logistico delle operazioni della Sesta flotta Usa». La sua importanza è aumentata di pari passo con «i cambiamenti politici nelle regioni mediterranea e mediorientale » (in seguito alla guerra contro la Iugoslavia e a quella contro l’Iraq). Come spiegano i portavoce ufficiali, «la Marina Usa in Europa ha spostato nel 2005 il suo centro focale da Londra a Napoli per essere più vicina al fronte di guerra», ossia al Medio Oriente. E il suo centro focale si espande al di là del Mediterraneo, dal Golfo di Guinea al Mar Nero e al Mar Caspio. Ossia alle zone strategiche dove vi sono le maggiori fonti petrolifere. In tale quadro, nel 2005 è stato stabilito a Sigonella il Fleet and Industrial Supply Center (Fisc), il centro logistico delle forze navali del Comando europeo degli Stati uniti, il comando unificato la cui missione è «promuovere gli interessi statunitensi in Europa, Africa e Medio Oriente», in un’area di 55 milioni di km2, comprendente 90 paesi. Il Fisc di Sigonella ha integrato le funzioni prima svolte dalle basi logistiche di Napoli, Londra (dove c’era il comando delle forze navali Usa in Europa, trasferito a Napoli), Bahrain, Dubai ed Emirati arabi uniti. Le altre basi logistiche rimaste in funzione in Europa e nelle aree mediterranea e nord-atlantica operano ora come distaccamenti del Fisc di Sigonella. In seguito a tale ristrutturazione, il Fisc di Sigonella è divenuto, insieme a quello giapponese di Yokosuka, il secondo centro di rifornimento della marina fuori dal territorio statunitense (gli altri cinque sono tutti negli Usa). Qui si svolgono tutte le operazioni di rifornimento delle navi da guerra, compresa la «gestione di materiali pericolosi». Nell’ambito del programma GBS (Global Broadcast Service), dal 2005 Sigonella ospita uno dei due principali siti di trasmissione del sistema gestito da un team appartenente ad esercito, marina, corpo dei marines ed aeronautica militare degli Stati Uniti. Il Global Broadcast Service «assicura la trasmissione veloce e in qualsiasi parte del globo di video, immagini ed altre informazioni top secret, garantisce alle unità di combattimento le informazioni di fonte satellitare che sono considerate prioritarie dai Comandi. GBS sostiene le esercitazioni militari, le attività speciali, la risposta in caso di crisi, la predisposizione degli obiettivi degli attacchi e l’intelligence». Sigonella ospita anche l’unico sistema mobile C4I (Command, Control, Communications, Computers and Intelligence) delle forze armate Usa in Europa. Si tratta del “Joint Mobile Ashore Support Terminal” (JMAST): esso garantisce al Comando delle forze navali statunitensi la gestione e il controllo delle unità di superficie e subacquee in tutti gli aspetti operativi. Il JMAST non è solo un sistema navale; esso può operare congiuntamente con i sistemi in uso all’esercito e all’aeronautica militare Usa. Essendo un sistema mobile può essere trasportato in qualsiasi area sottoposta alla responsabilità del comando europeo. Il JMAST di Sigonella è stato trasferito per brevi periodi in Bahrain, Georgia e Pakistan. Inoltre, secondo i piani del Pentagono, la base di Sigonella diverrà parte integrante del MUOS (Mobile User Objective System): il nuovo sistema di comunicazioni della marina statunitense, formato da una costellazione di 4 satelliti geosincroni più uno di riserva (il primo diverrà operativo nel 2010, gli altri nel 2014) e da 4 stazioni terrestri. Esso permetterà di collegare, con comunicazioni radio, video e trasmissione dati ad altissima frequenza, le portaerei e altre unità di superficie, i sottomarini, i cacciabombardieri, i missili balistici e da crociera, gli aerei senza pilota, i centri di intelligence, in qualsiasi parte del mondo si trovino, e di collegare le forze navali a quelle aeree e terrestri. Le quattro stazioni terrestri saranno installate: due in territorio statunitense, a Norfolk (Virginia) e nelle Hawaii, una in Australia e una in Sicilia, a Sigonella. La scelta di Sigonella quale sede della stazione terrestre di tale sistema è stata portata avanti nonostante la base sia stata giudicata inidonea per l’altissimo rischio di irradiazione elettromagnetica degli impianti MUOS: lo ha appurato l’AGI (Analysys Software for Land Sea Air &Space), una delle maggiori società al mondo nella valutazione dei rischi ambientali delle nuove tecnologie. E non è finita. Nel giugno 2007, il col. Philip McDaniel, vice-direttore dei programma dell’aeronautica Usa in Europa, ha annunciato che l’aeronautica Usa intende dislocare a Sigonella almeno 5 Global Hawks, i Falchi globali, gli aerei senza pilota con una autonomia di 36 ore che, volando a 20mila metri di altezza, localizzano con i loro sensori (anche di notte e con la nebbia) gli obiettivi da colpire. Come è avvenuto per la base di Vicenza, il potenziamento di quella di Sigonella è stato approvato dai governi sia di centro-destra che di centro-sinistra. Con l’aggravante che, mentre il nullaosta al raddoppio della base di Vicenza è stato reso pubblico, a Sigonella si è proceduto nel più assoluto segreto, autorizzando via via il Pentagono ad attuare le trasformazioni che hanno reso questa base sotto diversi aspetti più importante di quella di Vicenza. E’ stata in tal modo attuata la politica bipartisan che ha legato il nostro paese sempre più al carro da guerra statunitense: né il parlamento né il governo italiano hanno infatti alcun potere decisionale sulle operazioni militari statunitensi che, partendo dal nostro territorio, coinvolgono automaticamente l’Italia nelle guerre condotte dagli Stati uniti.