Alcuni consigli di libertà per chi sostituirà Berlusconi

*Presidente nazionale Arcigay

Silvio Berlusconi ha perso tante sfide. Fra queste quella sulle libertà. Di questa parola ha voluto fare la sua bandiera, il nome della casa sua e dei suoi alleati. Ma nelle sue mani questa parola è sfiorita, ha perso il suo significato più profondo e si è trasformata nella libertà del potente da qualsiasi vincolo o regola, come mostrano le numerose leggi ad personam approvate durante la legislatura.
La libertà delle cittadine e dei cittadini dalla prepotenza delle politiche del governo, dagli impedimenti economici e sociali, da leggi discriminatorie ha avuto minore attenzione della libertà dell’avvocato Previti di violare impunemente le leggi.
Così una concezione dello Stato come strumento che armonizzi laicamente le dinamiche sociali ha lasciato il passo all’idea, di sapore totalitario, di uno Stato etico che orienti per via normativa le scelte più profonde e personali di cittadine e cittadini.
È successo con la legge 40 sulla fecondazione medicalmente assistita che ha dato valore di norma ad una concezione medievale del corpo della donna. Una legge che andrà cambiata, perchè fondata sul controllo statale delle scelte di procreazione da parte delle donne e perciò indegna di un paese civile.
É successo sulle droghe, dove il vice premier Gianfranco Fini non rinuncia all’idea di portare in carcere i consumatori. Un governo di centrosinistra non potrà che agire secondo altri criteri: la differenziazione delle tipologie di spaccio, la non punibilità della detenzione ad uso personale, il consolidamento delle politiche di prevenzione e di riduzione del danno. L’orizzonte rimane quello di una politica seriamente antiproibizionista, che spezzi il vincolo fra la massa dei consumatori e le organizzazioni criminali attraverso un processo di legalizzazione delle droghe, a partire da quelle leggere, e una seria politica di prevenzione agli abusi.
Il tema della prostituzione è stato un altro terreno su cui il sedicente governo delle libertà ha cercato di sperimentare nuove modalità di repressione sociale. La proposta di testo base conteneva previsioni assurde ed inefficaci: ipotizzare tre anni e mezzo di carcere per chi si prostituisca in luogo aperto significa prevedere il ripristino della pratica delle retate antiprostituzione, stavolta rivolte alle donne immigrate non regolarizzate e un loro massiccio trasferimento in carcere. Nel 2005 più di 600 migranti sono annegati al largo delle nostre coste. È solo l’aspetto più eclatante di un malgoverno dei fenomeni migratori. Questo tema sarà uno dei banchi di prova fondamentali per definire l’identità del centrosinistra rispetto all’attuale governo sul piano della concezione della libertà. La legge Bossi Fini sull’immigrazione non è solo una legge spietata: è una legge sbagliata perchè contraddittoria e inapplicabile. Perchè costringe alla clandestinità onesti lavoratori con famiglia a carico. Impedisce alle donne migranti di decidere liberamente di fare un figlio dato che l’aumento del nucleo familiare, in presenza di un alloggio non sufficientemente grande, mette a rischio la permanenza dei requisiti necessari al permesso di soggiorno. Produce clandestinità come strumento quasi necessario (anche se mai sufficiente) di una speranza di regolarizzazione. Crea il rischio che le badanti dei nostri anziani, nonostante la loro indiscussa utilità sociale, finiscano da un giorno all’altro in uno dei Centri di permanenza temporanea, strutture che producono la lesione dei diritti fondamentali dei detenuti e che vanno chiuse e sostituite con altre modalità, più articolate e più adatte alla diversità delle situazioni, per identificare gli irregolari.

L’eccesso di detenzioni nelle carceri italiane, bombe di sovraffollamento, è stato ampliato dalle scellerate politiche di governo. L’approvazione della legge ex–Cirielli produrrà l’ingresso in carcere di migliaia di nuovi ospiti, un fenomeno che lo stesso ministro della Giustizia Castelli ha dichiarato, solo a legge ormai approvata, non governabile. Questa assurda norma trasforma in criminali pericolosi soprattutto gli autori di piccoli reati legati al consumo di droghe, collocandosi così in una più generale tendenza alla carcerizzazione delle persone tossicodipendenti. A questo proposito è utile menzionare quanto è accaduto a Castelfranco Emilia: la predisposizione, sotto la supervisione di fatto della comunità di San Patrignano, di un carcere per tossicodipendenti, una sorta di comunità dietro le sbarre, descritta come un luogo di detenzione più umano e accogliente. Non si è trattato, a differenza di quanto dichiarato, di fornire un’alternativa al carcere ma di sostituire il carcere alle misure alternative. D’altra parte, questo governo era riuscito a trasformare un ospedale psichiatrico giudiziario per adulti (quello di Castiglione dello Stiviere) in un luogo di detenzione per minori, in barba a tutte le leggi.
Detenzione nei Cpt di persone che non hanno commesso alcun reato, trasferimento di minori in carceri per adulti, strisciante privatizzazione degli istituti di pena sono solo alcuni dei fenomeni per cui diventa più urgente dare finalmente seguito a quello che il Comitato europeo per la prevenzione della tortura ci chiede da anni: l’istituzione di una figura nazionale di Garante dei diritti delle persone private della libertà personali. Uno strumento di garanzia, già anticipato dall’istituzione di Garanti a Roma, Firenze, Bologna, Torino, Milano, che eviti che chi è detenuto perda per questo anche altri diritti umani fondamentali. È questo il criterio di differenza fra la misura della detenzione in uno Stato di diritto e una violazione autoritaria della libertà individuale, ma questo criterio non è rispettato nelle carceri italiane dove alla pena comminata si aggiungono le pene accessorie costituite dalla perdita di altri diritti: al lavoro, alla salute, alla formazione, alla sessualità.

Intanto, l’Italia resta uno dei pochi paesi dell’Unione Europea in cui non vi sia alcun riconoscimento giuridico delle coppie gay e lesbiche. La pervicace contrarietà del cardinale Ruini, vero Richelieu del centrodestra come di parte del centrosinistra, rallenta il raggiungimento di questo obiettivo. Dopo avere fatto cambiare idea sul Pacs a Mastella, don Camillo ha convertito anche il leader della Margherita Francesco Rutelli, che ha preso ad opporsi all’idea di un nuovo istituto, com’è quello del Patto Civile di Solidarietà, che dia riconoscimento giuridico alle coppie di fatto, comprese quelle dello stesso sesso. Su questa scia, negli ultimi mesi abbiamo assistito ad un fiorire di nuove conversioni al cattolicesimo fra i leader del centrosinistra e ad una forte aggressività teo-con da parte di tanti “laici devoti” del centrodestra, guidati dal Presidente del Senato Marcello Pera.

In questi anni lo spazio dei diritti delle persone è stato sottoposto a pressioni, svilito, sostanzialmente ridotto. Nell’ultimo anno sono accadute cose che capitano ormai solo nel nostro paese. Un collaboratore del vicepresidente della Camera Fisichella è stato licenziato in tronco per essere stato fotografato ad una innocente festa gay nella capitale. A l’Aquila, il giudice Luigi Tosti, di religione ebraica, è stato condannato a sette mesi di carcere per essersi rifiutato di emettere le sue sentenze, in nome dell’intero popolo italiano, sotto il simbolo religioso di una parte, il crocifisso cattolico. E se un’insegnante di religione di una scuola pubblica è stata licenziata perchè incinta, il Ministero dell’Istruzione ha assunto dodicimila insegnanti di religione, scelti dalle curie, che a richiesta dei loro vescovi potranno passare ad insegnare, nelle scuole statali, altre materie. Papa Ratzinger ha dato il via ad una cacciata dei preti gay dai seminari che ha l’odore di una pulizia etnica, mentre il governo esenta dal pagamento dell’Ici i locali di proprietà ecclesiale, anche se utilizzati per attività commerciali. Ad un omosessuale catanese di 23 anni che, con l’aria che tira dentro le caserme, aveva ottenuto di essere esonerato dal servizio di leva, è stata ritirata la patente in quanto gay. La libertà della scienza è ostacolata dal divieto di ricerca sulle cellule staminali embrionali. Il sacrosanto diritto ad un testamento biologico che riporti alla volontà del singolo il consenso all’accanimento terapeutico crea scandalo anche nel fronte progressista. Le persone transessuali sono ostacolate nel sereno percorso di riconoscimento della loro identità di genere. Alle donne single è stato proibito per legge di procreare con assistenza medica. Speriamo che il processo di riforme annunciato dall’Unione si concretizzi in qualcosa di un po’ diverso dal catechismo della chiesa cattolica.