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SINISTRA. ALLEATI FRENANO DILIBERTO: UNITA’ COMUNISTA? NO GRAZIE
NO A PCI IN MINIATURA, CANNAVO’: COME TORNARE SU LUOGO DELITTO…

(DIRE) Roma, 19 set. – Il piccolo Pci, come l’ha chiamato Pietro
Folena, non fa breccia a sinistra. La falce e martello non ha
piu’ il fascino di una volta.
L’invito arriva di buon mattino da Oliviero Diliberto, che,
anche con qualche ragione, dice di essersi stancato di aspettare.
“Non faro’ piu’ un convegno sull’unita’ a sinistra”, annuncia.
“Voglio fatti, non parole”. E di fatti, lui, conta di metterne
subito giu’ uno: domenica a chiudere la festa del Pdci a Roma non
ci sara’ come tradizione vuole il comizio del segretario, ma un
confronto con il ‘fratello coltello’ di un tempo: Franco
Giordano. Piu’ disgelo di cosi’…. “L’unita’ si puo’ realizzare
per tappe- dice Diliberto- prima quella possibile con chi si
richiama alla tradizione comunista, poi, con chi ci sta”. Porte
aperte, anzi “spalancate”, dice, verso Sinistra Democratica e i
Verdi “ma le contraddizioni e le difficolta’ non si possono
superare tutte in una volta”. E dunque: “l’unita’ si fa a due
velocita’” mettendo insieme da subito “chi scendera’ in piazza il
20 ottobre”.(SEGUE)

(Rai/ Dire)
19:53 19-09-07

SINISTRA. ALLEATI FRENANO DILIBERTO: UNITA’ COMUNISTA? NO… -2-

(DIRE) Roma, 19 set. – L’appello del segretario Pdci non cade nel
vuoto. Tutt’altro. Ma sulle prime l’effetto che fa e’ di
raffreddare gli animi proprio alla vigilia della presentazione a
Prodi del documento comune sulla finanziaria. Del resto proprio
quel documento, prima concepito per punti, con tanto di copertura
economica a latere, oggi e’ diventato un documento politico.
Cioe’ molto meno tecnico, specialmente per quanto riguarda il
nodo pensioni: e’ li’ che le tensioni sono maggiori. Il documento
chiedera’ maggiore collegialita’ e una finanziaria “di svolta”
che operi nel senso della redistribuzione del reddito e per uno
sviluppo di qualita’. Quanto alle proposte concrete, saranno
messe nero su bianco dopo il confronto in consiglio dei ministri
e con emendamenti possibilmente comuni nell’iter parlamentare.
Insomma, l’unita’ si raggiunge sul campo. Ora non e’ data del
tutto.
Anche sul piano piu’ strettamente partitico, le cose sembrano
non stare diversamente. D’altro canto se Diliberto si mostra
impaziente e chiede di sanare la frattura del ’98, non si puo’
dire che la stessa premura alberghi dalle parti di Rifondazione.
Ad un veloce appello, infatti, i possibili partner dell’unita’
comunista si ritraggono. A domanda precisa il segretario del Prc
Franco Giordano risponde con qualche vaghezza: sull’unita’ serve
uno scatto in avanti ma si deve “continuare ad allargare il suo
fronte. Gli Stati generali potrebbero essere l’occasione per
temere insieme tutti”. Il capogruppo a Palazzo Madama Giovanni
Russo Spena ribadisce: “devono partecipare tutte le forze, e non
solo quelle, anche le associazioni. Credo che anche Diliberto se
ne renda conto”. Ma come, la falce e martello non ha piu’
fascino? “Quale fascino? L’unita’ comunista sarebbe sbagliata”.
Il piu’ duro e’ Pietro Folena, indipendente del Prc: “l’unita’
possibile di Diliberto e’ inutile”, dice. “Chi non partecipa al
20 ottobre non puo’ essere messo in un cantuccio e l’obiettivo
del processo unitario non puo’ certo essere il Pci in miniatura”.
Da Sinistra Democratica la linea prescelta e’ il basso profilo.
“Ne’ aderire ne’ sparare a palle incatenate”, aveva detto Mussi
ai suoi domenica. Ed ora, quindi, non polemizzare. Solo Famiano
Crucianelli attacca: “La riunificazione comunista sarebbe la
pietra tombale del cammino comune”, spiega. Chi intende procedere
“contro la Cgil e senza il Pse insegue un’illusione”.(SEGUE)

(Rai/ Dire)
19:53 19-09-07

SINISTRA. ALLEATI FRENANO DILIBERTO: UNITA’ COMUNISTA? NO… -3-

(DIRE) Roma, 19 set. – Unica voce fuori dal coro e’ quella di
Claudio Grassi, leader di Essere Comunisti, corposa minoranza del
Prc: “Da Diliberto viene una proposta ragionevole- spiega- certo
il Pci nessuno lo ricostruira’. Ma e’ giusto partire dalla
manifestazione del 20 per mettere assieme forze che hanno idee
comuni e programmi convergenti”. E Sinistra Democratica? “Io non
ho mai creduto che si possa realizzare un processo unitario con
loro. Hanno impostazioni troppo differenti e appartengono al
socialismo europeo. In ogni caso vediamo se si puo’ convergere
sulle cose da fare”. Non serve a convincere Salvatore Cannavo’
invece l’appello alle comuni radici comuniste. Lui, con l’area
‘trotzkista’ ha praticamente deciso di lasciare il partito se si
avanti verso la ‘cosa rossa’ e non si prendono le distanze dal
governo Prodi. “L’unione tra Diliberto e Giordano? Per carita’-
commenta- sarebbe per noi come tornare sul luogo del delitto…”.

(Rai/ Dire)
19:54 19-09-07