Il 9 aprile del 1948 membri dell’Irgun guidati da Menachem Begin (in futuro primo ministro di Israele) assassinarono circa 200 persone nel villaggio arabo di Deir Yassin, vicino a Gerusalemme Ovest. Il massacro avvenne nel corso di una lunga battaglia che le truppe ebraiche stavano portando a termine per riuscire a controllare la strada che collegava Gerusalemme a Tel Aviv.
Poco dopo il massacro (qualche settimana dopo) fu proclamata la creazione dello Stato di Israele.
Si tratto’ del massacro di circa 200 civili tra i quali molti vecchi, donne e bambini da parte dell’organizzazione Irgun (che assieme al gruppo Stern venne considerata un’ associazione terroristica da parte della stessa Agenzia Ebraica e dallo stesso Ben Gurion oltre che dalle autorita’ britanniche).
Dopo la proclamazione dello Stato di Israele le autorita’ ebraiche fecero di tutto per cancellare ogni traccia di cio’ che restava del villaggio arabo. Tutte le case furono rase al suolo, i cimiteri distrutti e ogni traccia del massacro fu cancellata.
In occasione del 60esimo anniversario del massacro di Deir Yassin sono state organizzate questo anno numerose iniziative per non dimenticare, dall’Egitto alla Siria, dalla Palestina al Kuwait.
Nel corso della guerra d’indipendenza furono molteplici i fatti di sangue attribuiti alle organizzazioni ebraiche quali l’Haganah, Irgun e Gruppo Stern.
Il Gruppo Stern (che prende il nome dal suo ideologo Avraham Stern) teorizzava il terrorismo contro i civili come unico mezzo di lotta per la liberazione del popolo ebraico (quello che teorizzano oggi molti membri di Hamas) al fine di creare uno stato su base etnica e nazionale.
Il terrorismo contro i civili era visto da questi gruppi (che poi entrarono a fare parte dell’IDF – esercito di difesa israeliano) come un mezzo vincente per spaventare i civili arabi e costringerli alla fuga.
Le forze ebraiche durante la guerra di indipendenza hanno compiuto numerosi atti di terrorismo contro la popolazione civile araba (ma si sono verificate anche azioni terroristiche arabe contro civili ebrei come il massacro di Kfar Ezion in cui furono uccisi a sangue freddo piu di 120 ebrei disarmati). Quando i civili non venivano uccisi venivano fatti fuggire secondo una logica sistematica: attaccare i villagi da tre lati spingendo la popolazione alla fuga dall’unico lato libero. L’80% dei residenti arabi della Palestina furono cosi costretti alla fuga dalle loro case.
Nella stessa Israele sono stai studiate ed indagate le innumerevoli azioni terroristiche compiute dalle bande ebraiche durante la guerra del 1948. Sono tuttora in corso indagini da parte di storici israeliani per fare chiarezza sui fatti.
Nel 1967, dopo essere entrato a Gerusalemme Est, Moshe Dayan disse: “ Non esiste in questo paese una pietra, un albero, un muro che non nasconda i resti dei villaggi palestinesi”.
Oggi in occidente viene considerato antisemita chiunque osi criticare la politica del governo israeliano. La sinistra che critica la politica di Israele viene considerata antisemita dagli stessi partiti post fascisti. Noi comunisti abbiamo sempre difeso il diritto all’esistenza di Israele (la prima nazione che riconobbe Israele fu l’Unione Sovietica) ma anche il diritto all’esistenza della Palestina. Israele oggi esiste. E’ la Palestina che non esiste in quanto dalla stessa Israele occupata dal 1967.
Ricordare Dei Yassin e’ doveroso. E’ un atto simbolico per ricordare decine di altri massacri di civili, sia arabi che ebrei, che si sono succeduti nel corso dei decenni.
Per non dimenticare.