Zjuganov e il maxi-accordo siglato con la Repubblica Popolare Cinese

L’invito ricevuto dal presidente russo Dmitrij Medvedev a far parte della delegazione russa che siglato il maxi-accordo con la Repubblica Popolare Cinese, alla fine di settembre, ha indotto Ghennadij Zjuganov, leader del Partito Comunista della Federazione Russa (PCFR), a concedere al giornale del suo partito, “Pravda”, un’intervista (ripresa nel sito del PCFR http://kprf.ru/international/83089.html) sul significato della visita, sui successi dell’economia cinese e, più in generale, su alcuni aspetti della politica estera della Federazione Russa.

Non è la prima volta – ha sottolineato Zjuganov – che il presidente del più importante partito dell’opposizione russa viene coinvolto in simili iniziative. Era già successo con Vladimir Putin, in occasione dello storico viaggio nella Repubblica Socialista del Vietnam, che aveva rinsaldato la tradizionale amicizia che lega Mosca ad Hanoi fin dai tempi della lotta di liberazione vietnamita contro l’imperialismo USA.

E non è certo privo di significato che il leader dell’autorevole partito comunista russo, in entrambi i casi, abbia potuto partecipare agli incontri delle massime autorità statali di Mosca proprio con i gruppi dirigenti di paesi socialisti. Segno anche questo delle complesse dinamiche che caratterizzano la politica dei vertici del potere in Russia, che non possono certo essere ricondotte alle semplificazioni e ai luoghi comuni prevalenti nei mezzi di comunicazione occidentali e anche in larga parte della nostra sinistra.

Dall’intervista emerge la consapevolezza che l’alleanza strategica in corso tra i due giganti asiatici rappresenta l’asse portante della politica estera russa e che l’accordo delle settimane scorse ne costituisce un tassello fondamentale. Su questo versante, fa capire con chiarezza il leader del PCFR, l’opzione strategica dei comunisti è rappresentata dalla “difesa egli interessi nazionali”, che nel rapporto con Pechino vengono più ampiamente salvaguardati. E’ un terreno sul quale la convergenza con gli attuali dirigenti della Federazione Russa non può che essere totale.

Che la Cina socialista, al cui modello economico i comunisti russi guardano con ammirazione, rappresenti l’interlocutore principale della Russia nella costruzione di quel “mondo multipolare” che viene ripetutamente invocata sia da Mosca che da Pechino, è evidenziato da Zjuganov, quando nell’intervista riconosce la piena disponibilità dimostrata in pù di un’occasione sia da Medvedev che da Putin a proseguire sulla strada del rafforzamento dell’alleanza strategica.

Tra i tanti esempi di stretta intesa tra leader russi e cinesi, nell’intervista Zjuganov ha voluto ricordare in particolare quello estremamente significativo dell’accoglienza riservata ai massimi dirigenti della Cina popolare in occasione del 65° anniversario della Vittoria sul nazifascismo, quando, tra le decine di leader di grandi paesi presenti per l’occasione, Putin e Medvedev hanno deciso di incontrare solo il segretario del più importante partito comunista presente su scala mondiale.