Votano in 4 milioni. Bertinotti delude e il partito lo critica

E’ un successo senza ombre quello di Romano Prodi, acclamato leader dell’Unione dal 74, I % dei 4.311.149 votanti che hanno sottoscritto il programma dell’Unione. Un plebiscito che non ha conosciuto flessioni, anzi: ha ottenuto larghissime maggioranze anche nelle regioni del Sud (dove ha registrato, tuttavia, meno voti) e nelle isole. Lusinghiero il 72,2% conquistato in Sardegna e assai positivo il 66,6% nella Sicilia del famoso ‘cappotto’ a favore della Cdl alle ultime politiche. Un successo assoluto che distacca immensamente Fausto Bertinotti: a lui, che puntava a un risultato intorno al 20-22%, gli elettori del centro sinistra hanno tributato solo il 14,7% delle preferenze. Con la minoranza interna al suo partito che ora ne approfitta per criticarlo. Terzo Mastella, con il 4,6%, quindi Di Pietro con il 3,3 e Pecoraro Scanio con il 2,2. Quasi «non pervenuti» gli outsider Scalfarotto e Panzino: il primo a quota 0,6%, la seconda ferma allo 0,5%. Prodi fa il pieno. Anche scorporando i dati regione per regione la vittoria è assoluta. A parte l’atteso exploit nella sua Emilia-Romagna (86,2%), in tutto il Centro-Nord il Professore ha fatto registrare otti¬me percentuali: dal 79,4% del Veneto al 75,8% della Lombardia (due enclave berlusconiane), dal 79,6% della Toscana al 78,6% delle Marche, fino ai risultati simili registrati in Piemonte, Liguria, Trentino, Friuli, Vai d’Aosta, Marche e Umbria. Buono il risultato di Prodi anche nel Lazio (71, l %), dove viaggiano sopra la media nazionale sia Bertinotti (17,3%) che Mastella (5%). Al Sud, però, qualcosa è diverso, perché i problemi del Professore sono tutti nei «feudi» di Clemente Mastella. Laddove, infatti, il leader dell’Udeur viaggia sul filo, o addirittura oltre il 20%, la leadership di Prodi resta salda ma in qualche modo soffre: ben al di sotto del 60% le sue percentuali in Campania (55,4%), in Basilicata (56,9%) e in Calabria (58,6%). Per capire la forza di Mastella (e dell’Udeur) in queste tre regioni è utile riflettere sui voti effettivi: Prodi vi ha complessivamente raccolto 270.056 voti, il numero due di Montecitorio 98.195, Bertinotti 65.047.
Il fattore M. E’ il terzo sul fronte nazionale, il secondo al Sud, il primo nella sua provincia, Benevento, dove arriva al 57,1 % contro il 32% di Prodi. E a stare ai risultati definitivi delle primarie, il segretario dell’Udeur si conferma come leader politico a misura di Mezzogiorno: il vicepresidente della Camera ha infatti ottenuto il 21,3% dei voti in Campania, il 19,1 % in Basilicata e il 18,3% in Calabria, mentre si è attestato intorno ali’ l % al Centro-Nord. Guardando i dati scorporati per regione, ci si accorge che la popolarità di Mastella finisce nel Lazio, dove il leader dell’Udeur si attesta intorno al 5%, leggermente sopra la sua media nazionale che è del 4,5. Perchéda Roma in su per Mastella’ è il deserto dei Tartari. In Trentino è riuscito a perdere persino su Scalfarotto e sulla Panzino mentre la Toscana e l’Emilia l’hanno liquidato con un magro 0,5%.
La débacle di Bertinotti. In fondo è il grande sconfitto. Battuto e distanziato di svariate lunghezze da Prodi su tutto il territorio nazionale, per Bertinotti si apre probabilmente un momento di riflessione. Certo, «600 mila voti in un quadro globale di 4 milioni» sono comunque un dato importante, ma la sua è una medaglia d’argento un po’ appannata: rispetto al 22% vagheggiato alla vigilia, Fausto ‘il rosso’ ha ottenuto il 14,7%. Punge Armando Cossutta. «Non vedo perché», ha detto il presidente del Pdci, «dovesse aspettarsi molti di più». Ma anche nel Prc c’è maretta: le agguerrite e numericamente forti minoranze, dopo aver criticato le primarie e la scelta di Bertinotti di candidarsi, ora processano il segretario: «E’ fallito l’obiettivo di spostare l’Unione a sinistra», dice Claudio Grassi dell’ Ernesto. Salvatore Cannavò di Sinistra Critica considera «deludente» il risultato mentre il trotzkista Marco Ferrando spera che il Prc adesso «si sottragga alla morsa mortale dell’Unione».
Emigrati e immigrati. Ben 18 mila connazionali all’ estero hanno votato per le primarie. Prodi ha avuto il 74,5% dei consensi, Bertinotti il 14,2 e Di Pietro il 7. Gli immigrati che hanno preso parte alla consultazione sono 40mila.
Schede bianche e nulle. Complessivamente sono 16.614. C’è da chiedersi: perché fare un’ ora e più di coda per votare scheda bianca o nulla? «Un voto di protesta», ha spiegato Beppe Giulietti.