I governi europei adesso cadono dalle nuvole, eppure, secondo il Sunday Telegraph, i 25 erano ben al corrente delle attività della Cia nel vecchio continente, anzi le avrebbero permesse firmando il 22 gennaio 2003 ad Atene un documento intitolato New Transatlantic Agenda. «Entrambe le parti (Ue e Usa, ndr) sono d’accordo – si legge nel testo che l’organizzazione Statewatch ha passato al quotidiano britannico – a collaborare in aree in cui la cooperazione potrebbe aumentare, come il controllo dei confini, un maggiore uso delle infrastrutture europee dei trasporti per il trasferimento di stranieri criminali o irregolari, cooperazione nell’addestramento nell’ambito dei documenti falsi e maggior cooperazione nelle deportazioni». Un patto che avrebbe garantito agli Stati uniti l’accesso agli aeroporti e alle infrastrutture europee per i voli di trasferimento di sospetti terroristi. Il testo già esisteva, ma, afferma il Sunday Telegraph citando una fonte comunitaria, era stato epurato di questa parte in segno di «cortesia» verso Washington. Ieri il commissario alla giustizia e interni Franco Frattini (ministro degli esteri italiani al tempo della firma del documento Ue-Usa ad Atene) ha affermato nella commissione libertà del Parlamento europeo che quel testo si riferisce «solo all’immigrazione clandestina e non al terrorismo». Al di là di questa debole difesa, la notizia contraddice in pieno quanto sostenuto fino ad oggi da tutti i governi toccati dalle operazioni della Cia: non ne sapevamo nulla. Al tempo stesso rende ancora più necessaria quella Commissione di inchiesta che il Parlamento dovrebbe lanciare giovedì, un’indagine che si somma a quelle che già sta svolgendo il Consiglio di Europa ed alcuni stati della Ue. Ieri i servizi giuridici dell’Eurocamera hanno indicato che la Commissione di inchiesta non è giuridicamente realizzabile ma socialisti, liberali, verdi e comunisti sono comunque determinati a indagare.