“E’ il segno di una forte richiesta di discontinuità”. Così Vladimiro Merlin, componente del comitato politico nazionale e membro autorevole del PRC milanese, legge il risultato delle primarie che hanno scelto il candidato sindaco del centrosinistra a Milano. Nonostante il maltempo, hanno votato 84 mila cittadini, “dimostrazione di un forte bisogno di partecipazione, della voglia di mandare a casa le destre che governano Milano da ormai 15 anni all’opposizione”.
Ferrante al 67%. Un terzo dell’elettorato del centrosinistra, dunque, ha deciso di voltare le spalle al candidato dell’Ulivo.
E’ il segno di una richiesta di alternativa reale alle destre, che ha spinto molti elettori a scegliere i candidati più radicali. Non solo votando il candidato del PRC Dario Fo, ma dando risultati apprezzabili anche a Milly Moratti e a Davide Corritorei. Tutti candidati che, seppur in maniera diversa, hanno espresso il bisogno di una radicale discontinuità rispetto al governo delle destre. Un bisogno che in parte è stato espresso anche da Ferrante. Ma dichiarazioni ambigue di Ds e Margherita ci costringono a ricordare che il segnale proveniente da queste primarie dev’essere interpretato e rappresentato. Questo è il nostro compito: essere la forza che più lucidamente interpreta questo bisogno, nel quadro dell’unità tra le forze democratiche che aspirano al
governo della città. Ora dobbiamo portare la battaglia sul merito dei programmi.
Quale è stato il ruolo dei partiti nell’organizzazione e nella campagna elettorale delle primarie?
Le primarie hanno il difetto di concentrare l’attenzione sulle individualità politiche. Ma è necessario ricordare che senza il lavoro dei partiti le primarie non si sarebbero potute svolgere. Dalla raccolta delle firme al lavoro di oltre 1200 scrutatori, i partiti organizzati rimangono gli strumenti di costruzione della partecipazione politica.
Dopo 15 anni di governo di destra, quali sono le contraddizioni e i problemi della città?
Milano è una delle città più ricche d’Italia. Eppure la destra non è stata capace di impegnare le risorse per risolvere i veri problemi della città. Oggi Milano è una città vittima del traffico e dell’inquinamento, una città riconquistata alle speculazioni edilizie degli immobiliaristi, dove il problema della casa diventa un’emergenza, dove, accanto alle 70 mila famiglie sotto sfratto, molte giovani coppie, molti lavoratori e immigrati non riescono a trovare una casa. Da questi bisogni proviene una forte spinta popolare al cambiamento.
L’Unione sarà capace di battere la destra?
Dipende da noi. L’Unione non deve deludere le aspettative di cambiamento, deve saper rappresentare l’istanza di discontinuità proveniente dalle periferie e dai ceti popolari. Solo così la sinistra
potrà vincere queste elezioni.