“Vivete un giorno senza immigranti”

Il grande appuntamento è previsto per oggi pomeriggio a Los Angeles, quando mezzo milione di lavoratori clandestini si dovrebbero ritrovare nella città più “latina” d´America: mezzo milione di «illegal aliens», 500 mila «fantasmi» che per la burocrazia ufficiale non esistono ma che praticamente da soli fanno funzionare alberghi, grandi catene di negozi, ristoranti e bar che senza la loro manodopera chiuderebbero i battenti. Lo hanno chiamato il “Day Without an Immigrant”, il giorno senza un immigrato, prendendo lo spunto da un film di un paio di anni fa (A Day Without a Mexican) che immagina la vita dei ricchi californiani sconvolta quando i lavoratori “latinos” decidono di incrociare le braccia.
Da giorni, in ogni parte d´America, gli «illegal aliens» hanno organizzato – con l´appoggio di chiese locali, sindacati e gruppi di attivisti per i diritti civili – manifestazioni ed happening che hanno un solo obiettivo: impedire che il Senato approvi una nuova legge sull´immigrazione troppo punitiva. Ieri a Milwaukee (Wisconsin) erano più di trentamila, a Los Angeles migliaia di studenti hanno interrotto le lezioni dando vita a dimostrazioni improvvisate.
Il dibattito sugli «illegal aliens», i milioni (dodici secondo le stime più recenti) di immigrati illegali che lavorano in tutti gli States praticamente alla luce del sole, ha sparigliato il gioco politico, dividendo gli Stati, i partiti, le chiese e creando un fronte contro la Casa Bianca capeggiato dai repubblicani più conservatori.
Per Bush non è un problema di poco conto. E´ stato lui – più di un anno fa – a proporre una nuova legge che puntava a regolarizzare milioni di clandestini dando loro il visto di lavoro per alcuni anni in cambio della promessa di rientrare alla fine del periodo legalizzato nei paesi di origine. Una legge che era piaciuta all´America più “liberal” e alla chiesa cattolica ma che aveva provocato la rivolta contro la Casa Bianca di senatori e deputati (sia repubblicani che democratici) e che aveva trovato la ferma opposizione di quegli Stati come New Mexico, Texas, Arizona e California che più risentono – hanno migliaia di chilometri di confine con il Messico – delle ondate di migrazione clandestina.
La rivolta dei deputati si è trasformata in una legge (firmata dal repubblicano Jim Sensenbrenner) i cui due punti principali – la creazione di un muro lungo tutto il confine con il Messico e la “criminalizzazione” di chi aiuta o assiste i clandestini – hanno scatenato le proteste di piazza. Fra una settimana esatta Bush sarà a Cancun per affrontare con il presidente messicano Fox proprio la questione «illegal aliens», un argomento che negli ultimi mesi ha portato le relazioni tra Usa e Messico quasi alla rottura. Il rischio per Bush, che conta di discutere con Fox il suo progetto di riforma, è quello di arrivare all´appuntamento con un voto contrario del Congresso. Mentre l´ala più conservatrice chiede di votare una legge come quella passata alla Camera, in Senato ci sono diverse ipotesi di compromesso. La principale – una legge bipartisan del repubblicano John McCain (probabile candidato per la Casa Bianca 2008) e del democratico Ted Kennedy – raccoglie diversi consensi ma la netta opposizione di Bill Frist (capogruppo del “Gop” al Senato e anche lui possibile candidato nel 2008) che vuole varare un legge che cancelli ogni riferimento ai lavoratori legali temporanei, che è parte centrale del progetto di Bush. E Hillary Clinton, sulla carta il “front runner” del partito democratico nella corsa alla Casa Bianca 2008 si è appellata addirittura alla Bibbia: «E´ una proposta che sfida la mia interpretazione delle Sacre Scritture: questa legge dovrebbe criminalizzare il Buon Samaritano. E probabilmente anche Gesù».