Viva lo sciopero generale! La lotta continua!

*della Commissione Politica del CC del Partito Comunista Portoghese

Possono scrivere e dire quello che vogliono; possono arrivare persino a dire che non c’è lotta o che lottare non vale la pena; possono nascondere, minimizzare il valore di questa lotta, ma ciò che non possono e non riescono a nascondere che questa esiste e si manifesta con tutta la sua forza, esprimendo le contraddizioni tra gli interessi di coloro che lavorano e producono la ricchezza e di quelli che, padroni dei mezzi di produzione e dell’alta finanza, si appropriano in modo scandaloso del frutto del lavoro.

Nonostante gli attacchi, le pressioni, le minacce ai lavoratori, e l’enorme campagna ideologica che, pur dichiarando di comprendere che il diritto di sciopero possa essere esercitato, ha fatto immediatamente ricorso all’arsenale dei soliti argomenti che servono a gettare discredito, lo Sciopero Generale del 24 novembre ha rappresentato un enorme successo per i lavoratori e per la prosecuzione della lotta.

Coloro che hanno partecipato alla lotta sanno che in ogni impresa e luogo di lavoro molti dei loro compagni di lavoro hanno scioperato, dimostrando al governo e al grande padronato, base di sostegno del potere politico borghese, la forza delle loro ragioni e delle loro rivendicazioni per farla finita con le ingiustizie, per tracciare un nuovo cammino, il cammino dell’Aprile (nell’aprile del 1974 il popolo portoghese ha abbattuto la dittatura fascista, ndt).

Ogni lavoratore che ha aderito allo sciopero generale ha contato e conterà sulla forza della ragione, sulla solidarietà dei suoi compagni di lavoro, sull’appoggio del Movimento Sindacale Unitario e del Partito Comunista Portoghese, non è stato e non resterà solo nella lotta. Vincere la paura di perdere l’impiego e delle rappresaglie è un atto di coraggio e di dignità di ciascuno di coloro che hanno trovato e troveranno nella forza collettiva la forza per sconfiggere la paura e la repressione.

Migliaia di lavoratori di diversi settori daranno ancora una volte voce al loro malcontento, attraverso il rifiuto della politica dell’inevitabilità che fa sempre ricadere sopra gli stessi il peso delle conseguenze di una crisi a cui non hanno contribuito, e allo stesso tempo con la richiesta di una nuova politica che scommetta sulla produzione nazionale, sugli investimenti pubblici, nella crescita dell’economia, nella creazione di lavoro con diritti e in salari che valorizzino il lavoro e i lavoratori.

Lo Sciopero Generale del 24 novembre ha rappresentato un’azione di grande importanza nella lotta dei lavoratori portoghesi. Un’azione non isolata, che non ha avuto una gestazione spontanea. Essa aveva dietro di sé un’enorme retroterra di lotte di impresa e di settore convocate dai sindacati di classe e di lotte generali convocate dalla CGTP-IN (la centrale sindacale di classe portoghese, ndt) che hanno dato espressione in forma chiara al malcontento nei confronti della politica di disastro nazionale e di sfruttamento, che il potere e i suoi sostenitori come il PSD e il CDS-PP (i partiti conservatori, ndt) e il grande padronato hanno attuato nel paese.

Che non si illudano i signori del denaro: lo Sciopero Generale non ha chiuso il ciclo delle lotta, ma ha aperto nuovi orizzonti, ha risvegliato coscienze, ha rafforzato la fiducia nella lotta che continuerà per la rottura e il cambiamento, per la giustizia sociale, per la democrazia e il socialismo.

Il contributo dei comunisti

Ogni lavoratore, ogni uomo o donna che abbia partecipato a una lotta nella sua impresa e che abbia aderito allo Sciopero Generale per la prima volta ha fatto un passo da gigante e, indipendentemente dalle sue scelte politiche e ideologiche, passate o presenti, non sarà più lo stesso. Migliaia di lavoratori si sono sentiti e si sentiranno dalla parte della barricata in cui ciascuno di loro si trova; Migliaia di lavoratori hanno percepito e percepiranno che i loro interessi di classe non sono gli stessi di quelli che li sfruttano, e neppure del potere politico che si colloca sempre a fianco dei più potenti agendo contro la maggioranza del popolo.

Questa presa di coscienza, un processo che si acquisisce nella lotta, è necessariamente un processo complesso e lento, ma può essere accelerato nella misura in cui la forza organizzata, attiva e mobilitante sul piano sociale e politico esista, nelle imprese e nei luoghi di lavoro, dove in primo luogo si manifesta lo scontro di classe tra capitale e lavoro.

La lotta contro la politica di destra, in difesa dei diritti collettivi dei lavoratori e della popolazione, contro lo sfruttamento capitalista, in difesa dell’indipendenza e della sovranità nazionale, non è separabile dall’esistenza del Partito di classe – il Partito Comunista Portoghese -, dal suo progetto di trasformazione della società, dall’iniziativa e dall’intervento di migliaia di comunisti nelle imprese e nei luoghi di lavoro in difesa degli interessi dei lavoratori e del popolo.

Con certezza possiamo dire che i comunisti portoghesi, fianco a fianco di migliaia di uomini e donne che tutti i giorni lottano in difesa dei loro compagni di lavoro nel movimento sindacale di classe, unitario, democratico, indipendente e di massa, hanno dato e daranno un contributo inestimabile al successo di tutte le lotte, al successo dello Sciopero Generale.

Successo che non è misurabile – sia in questa che nelle altre lotte – per i suoi effetti immediati, ma per il monito lanciato al potere politico, per le strade e le possibilità che ha aperto al rafforzamento dell’organizzazione sindacale e dell’organizzazione del partito della classe operaia e di tutti i lavoratori e alla continuazione della lotta contro le ingiustizie e lo sfruttamento, ad una nuova politica per il Paese.

La lotta continua!