Violenza illegittima e armi chimiche

Human Rights Watch non ha dubbi. Secondo l’organizzazione di tutela dei diritti umani la scusa di Israele, secondo cui Hezbollah si fa scudo dei civili, non tiene. E la campagna libanese si va trasformando in una guerra indiscriminata senza che ci si preoccupi se a pagare sono civili inermi.
Col dossier presentato ieri da Hrw un’altra denuncia arriva dalle pagine del quotidiano L’Orient-Le Jour, voce autorevole della stampa libanese. Secondo medici locali le evidenze sui corpi di alcune vittime farebbero pensare a un uso da parte di Tsahal di armi chimiche.
Il rapporto di Hrw, 50 pagine documentate da testimonianze oculari, sostiene che le forze armate israeliane hanno «sistematicamente mancato di distinguere tra combattenti e civili» in almeno una ventina di casi nei quali questi errori non «possono essere liquidati come meri incidenti» e nemmeno come «pratiche di Hezbollah» per indurre in errore il nemico. Il dossier (raggiungibile al sito www.hrw.org) dimostra che «la denuncia secondo cui i combattenti si sarebbero nascosti tra i civili non spiega, né tantomeno giustifica, l’indiscriminata condotta di guerra israeliana». Non un solo caso si giustifica. Al contrario sono numerose le prove di attacchi su obiettivi «dubbi». Un caso fra i tanti quello che riguarda un raid del 13 luglio per colpire un religioso (supposto, dice il dossier) simpatizzante della guerriglia. Anche se si fosse trattato di un target legittimo, scrive Hrw, legittimo non era ucciderne la moglie, i dieci figli e la domestica srilankese. Hrw ricorda che solo i civili che prendono parte alle ostilità perdono la loro immunità in caso di attacco. Né, aggiunge il dossier, l’avviso di un attacco imminente consente di considerare un target chi è rimasto. Hrw, che cita la violazione del diritto internazionale, si appella a Israele ma anche agli Usa e all’Onu. E chiede a Kofi Annan l’istituzione di una Commissione di inchiesta internazionale. Nel dossier ricorda anche di aver condannato azioni simili da parte di Hezbollah.
Il capitolo sulle armi chimiche è invece stato aperto da un’inchiesta di Suzanne Baaklini di L’Orient-Le Jour, quotidiano nato negli anni ’70 e vicino ai cristiani libanesi, secondo il quale i rumor sull’uso di armi chimiche da parte di Israele avrebbero ricevuto nuove conferme dalle osservazioni di alcuni medici che hanno esaminato i corpi di diverse vittime. Il presidente dell’ordine dei medici, in attesa delle analisi di laboratorio, spiega che alcune «caratteristiche molto particolari» hanno attratto l’attenzione. Mario Aoun ha detto ad esempio alla giornalista che i corpi di otto vittime presentavano un colorito molto forte non era dovuto a ustioni. Capelli, muscoli e abiti erano intatti e non presentavano ferite da arma da fuoco, né tracce d’emorragia o segni di problemi respiratori. I medici hanno chiesto l’autorizzazione al ministero della Sanità per condurre analisi approfondite presso l’equipe che sta già studiando la possibilità dell’utilizzo israeliano di bombe al fosforo.

*Lettera22