Sulla base Usa Ederle presso l’areoporto militare Dal Molin di Vicenza «la posizione del governo è molto chiara e non c’è alcun ripensamento. La decisione è stata presa e per le modalità di attuazione si discute e decide insieme con la parte americana».
Le parole del presidente Giorgio Napolitano, pronunciate da Washington dopo un colloquio con George W. Bush, sono una doccia fredda per quanti si oppongono all’ampliamento della base militare. Dal movimento «No Dal Molin», che da oggi organizza una mobilitazione di tre giorni che culminerà, sabato, in una nuova manifestazione, ai quattro ministri della Sinistra Arcobaleno (Mussi, Ferrerò, Pecoraro e Bianchi) che nei giorni scorsi hanno firmato una lettera indirizzata a Romano Prodi, invitandolo «a ripensarci» sul raddoppio della base.
Delusi gli oppositori, il governo non ci ripensa e va avanti secondo gli accordi presì con l’amministrazione americana come aveva annunciato, sempre dagli Stati Uniti, il ministro degli Esteri D’Alema. «Le parole di Napolitano sono uno schiaffo ai ministri che hanno scritto a Prodi», è la rabbiosa reazione di Cinzia Bottene, portavoce dei «No base» vicentini. Non se lo aspettavano: «Vuol dire che la manifestazione di sabato non sarà la nostra ultima iniziativa e ci sarà ancora più gente nonostante il governo tenti di mettere il silenziatore alla protesta. Noi andiamo avanti e daremo battaglia. Intanto abbiamo bloccato la bonifica dell’area, ora passeremo ai ricorsi legali per ostacolare i lavori di ampliamento. Gli renderemo la vita molto difficile».
C’è il rischio che si infiammino gli animi dei manifestanti che sabato sfileranno davanti al Dal Molin: «Non ci facciamo condizionare — risponde Bottene —, anche se a qualcuno farebbe comodo. Hanno già cercato di delegittimarci facendoci passare per degli estremisti». «È ora che questi imbecilli la smettano di tirare fuori delle storie solo perché arriveranno 1.200 paracadutisti quando in città ci sono già 10mila soldati Usa». Enrico Hullweck, sindaco forzista di Vicenza, non è mai stato tenero con chi si oppone all’ampliamento della Ederle. Ancora meno dopo le parole di Napolitano «che ha dimostrato di essere un uomo d’onore di cui tutti si possono fidare». Secondo lui gli «imbecilli», cioè i manifestanti, «sono pochi vicentini e abitanti della provincia che difendono interessi legati a una speculazione di chi voleva costruire su di un’area non edificabile. Soprattutto si tratta di gente disinformata». Perché? «Perché sull’ampliamento della base non c’è un accordo politico ma militare tra le forze armate di Italia e Stati Uniti. Né Prodi né il sottoscritto possiamo farci qualcosa».
Il deputato di Sinistra Democratica Lalla Trupia, vicentina doc e in prima fila tra gli oppositori, si sente presa in giro. Da Napolitano? «Non metto in discussione le sue parole, mi sento presa in giro dal mio governo che in Parlamento dice una cosa, per esempio che sulla Ederle non ci sono vincoli militari, e poi ne fa un’altra. Nemmeno mi piace che su temi del genere si prendano decisioni quando si è all’estero. Napolitano e Prodi non hanno mai messo piede a Vicenza per affrontare la questione con i vicentini».
In serata si fa sentire anche la Lega con l’invito del senatore Paolo Franco, altro vicentino: «Ora i “No Dal Molin” vadano a protestare davanti al Quirinale e non disturbino più la tranquillità di Vicenza».