Case inondate dal fango, fogne a cielo aperto, bambini che girano con le mascherine per paura delle malattie e tanta disperazione. E’ la situazione che ha trovato il senatore del Prc Fosco Giannini, rientrato ieri dalla Calabria.
«La situazione nel Vibonese e in diverse altre aree è tragica – commenta Giannini – il fango è altissimo, non bastano gli stivali per proteggersi. Tutto è distrutto. Sono saltati i servizi. Gli esercizi sono chiusi. Chiuse tante piccole e medie imprese. Il cementificio locale, una delle maggiori fonti di occupazione della zona, chiuso. Non c’è più lavoro. L’economia locale è in ginocchio. Sono saltati i fossi, la gente non sa dove andare».
Lunedì scorso il maltempo si è abbattuto sulla provincia di Vibo Valentia portando con se distruzione, quattro morti e un’ottantina di feriti.
Fiumi e torrenti sono esondati. Il fango ha fatto il resto. Tra le vittime un bambino di sedici mesi. A Vibo tutti ne parlano e non trattengono le lacrime.
Intere famiglie hanno perso la casa. Alcuni sono stati trasferiti negli alberghi della zona, ma sono in pochi a voler lasciare le proprie abitazioni, e non solo per paura dello sciacallaggio.
Non è la prima volta che in Calabria avvengono simili disastri. Nella notte tra il 9 ed il 10 settembre del 2000, un alluvione uccise tredici persone in un camping di Soverato.
L’abusivismo edilizio, evidente in Calabria, come i fabbricati costruiti nelle zone a rischio idrogeologico, sono tra le cause di valanghe, esondazioni e frane. La Procura della repubblica del Tribunale di Vibo Valentia ha aperto un procedimento per disastro colposo contro ignoti.
«Abbiamo chiesto lo stato di calamità naturale – dice Giannini – ma va anche riconosciuto che ci troviamo davanti ad una situazione di dissesto ambientale. E’ necessario un progetto di riassesto ambientale, senza il quale simili tragedie continueranno a ripetersi».
Dopo aver visto tutto questo e parlato con centinaia di persone, Giannini ha preso il cellulare e chiamato il Ministero della Difesa. Ha parlato con l’ammiraglio Coppola e il Generale Ambrati, capo del Gabinetto del Ministro Parisi. Entrambi si sono impegnati ad intervenire per inviare in Calabria tutto il necessario.
Romano Prodi, che ha visitato le zone del disastro martedì, ha stanziato cinque milioni di euro per fare fronte ai primi interventi di emergenza. Ma la Calabria ha anche bisogno di attenzione politica, di un progetto razionale che faccia si che arrivino i mezzi necessari alla ricostruzione. Ci vogliono autospurgo, le macchine che aspirarano il fango. Da nord a sud nessuno le ha messe a disposizione.
La situazione è drammatica e le piogge previste per i prossimi giorni potrebbero peggiorarla ulteriormente. I vibonesi si sentono abbandonati, soprattutto dai media nazionali. «Il meridione continua ad essere censurato- ha commentato Giannini – Cristo si è di nuovo fermato ad Eboli. La Rai si deve occupare di questo disastro. La gente deve sapere. Ci vuole quella consapevolezza di massa che diventa pressione politica. Chiederò che nelle trasmissioni Rai venga mostrato un numero di conto corrente a sostegno della popolazione colpita. Parlerò con il Ministro Giovanna Melandri affinché convinca il mediano azzurro Rino Gattuso, calabrese e uomo di cuore, a fare un appello in favore della Calabria. Ci vogliono meno soldati a Kabul e più soldati della pace, che aiutino a sconfiggere il fango e a ricostruire una vita civile».