Veltroni «licenzia» l’articolo 18 per i precari

«È una proposta molto suggestiva». Walter Veltroni si sbilancia più del solito davanti al nuovo «pacchetto Treu» presentato dall’ex ministro del Lavoro a Milano, durante l’incontro pubblico su flessibilità e precarietà organizzato dai sostenitori milanesi del sindaco di Roma. L’idea principale è «un contratto unico a tempo indeterminato con tutele crescenti nel tempo», che in sostanza dà la possibilità di escludere l’articolo 18 per ì primi tre anni di assunzione. Una specie di rivoluzione, che recupera uno dei punti centrali dello Statuto dei Lavori di Marco Biagi. Ed è subito polemica con i sindacati e con Cesare Damiano, anche lui presente al dibattito. «Non sarò il ministro che riapre la discussione sull’abolizione dell’articolo 18» taglia corto il responsabile del Lavoro. La protesta si allarga al ministro della Solidarietà sociale, Paolo Ferrero: «L’idea di un’ulteriore estensione del precariato per i giovani mi sembra vada nella direzione sbagliata rispetto a quella necessaria».
L’argomento fa insorgere Cisl e Uil. Ma a sorpresa spacca la Cgil. «Una proposta impraticabile» la boccia il segretario confederale Fulvio Fammoni. È di tutt’altro avviso il segretario generale della Cgil milanese, Onorio Rosati. «Siamo disposti a discutere a patto che il saldo dei diritti sia positivo» si smarca Rosati, sorpassando a destra gli altri sindacati. Un no secco arriva infatti dal segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni («chiacchiere inconcludenti») e dal segretario confederale della Uil, Paolo Pirani: «Non mi pare che sia il caso di riaprire la questione».
Il progetto trova un supporter nel presidente della Provincia di Milano, il ds Filippo Penati: «Proposta che va nella direzione giusta». Piena sintonia con Veltroni, convinto che si tratti di «una proposta molto suggestiva». Il candidato segretario del Pd caldeggia una discussione sul progetto che prevede un periodo di prova più lungo, un indennizzo economico in caso di «bocciatura» e una tutela completa dopo tre anni. «L’Italia ha bisogno di proposte choc» dirà più tardi Veltroni. E non c’è dubbio che questa per la sinistra lo sia stata.
Nel documento per il Partito democratico, presentato da Treu e dal professor Tito Boeri e intitolato «Patto tra le generazioni e lotta alla precarietà», si parla anche di un salario minimo legale e di introdurre criteri di merito nella scuola e nelle università. Raccoglie la provocazione Maurizio Sacconi, di Forza Italia. «Definiamo insieme un iter parlamentare che conduca a questo risultato» dice l’ex sottosegretario al Lavoro. E aggiunge: «Noi siamo d’accordo con una proposta di questo tipo perché coincide con un nostro disegno di legge delega».