Vaticano contro cpt:«Umiliano l’uomo»

La canzone è sempre la stessa, il cantante no. «I centri di permanenza temporanea sono ridotti ormai a vere prigioni dove si vìolano sistematicamente i diritti dell’uomo. Occorre trovare soluzioni alternative». Non ci risulta che ieri il ministro della Solidarietà sociale, Paolo Ferrero, abbia detto la sua sui cpt, per cui questa volta sarà difficile per i «moderati» dell’Unione intervenire come da copione sventolando il fumoso programma cui ci si deve attenere, per zittire chi ha il coraggio di chiamare le cose con il loro nome. Il Vaticano, semmai, il copione lo detta, e se il cardinale Renato Raffaele Martino, presidente Pontificio Consiglio Giudizio e Pace, dice che i «cpt italiani sono luoghi dove viene umiliata la dignità umana» qualcuno dovrà pur dargli una risposta. Il dottor «sottile» diventato ministro dell’Interno, magari, o la ministra Livia Turco, che quelle prigioni per stranieri le ha tenute a battesimo.
Con piglio da no-global, ma con stile da porporato, il cardinale Martino ha bocciato i cpt a margine della presentazione della Coalizione internazionale sulla detenzione di rifugiati richiedenti asilo. I cpt, ha ribadito, sono «una soluzione che va scoraggiata». Perché, «la chiesa proclama i diritti umani e quindi se c’è offesa a questi ultimi le leggi non possono che apparire ingiuste: i rifugiati e gli immigrati rinchiusi in questi centri non hanno commesso alcun crimine se non quello di arrivare in Italia per una speranza di salvezza, la reclusione per loro non mi sembra una pena meritata, il quadro normativo va ripensato». Una bella ingerenza. Con toni meno risoluti, sono dello stesso avviso anche Mario Scialoja, presidente della Lega mondiale musulmana, e Alan Naccache, presidente dell’organizzazione ebraica Bnai Brith. Il primo ricorda che la gravità della situazione italiana è stata sottolineata anche dall’Unione europea, il secondo sostiene che la necessità di gestire i flussi migratori «non può giustificare la nascita di veri e propri centri di detenzione».
L’aria è davvero cambiata? Forse. A giorni alterni. C’è di che rallegrarsi per la «commissione ministeriale» che verificherà i cpt esistenti se contemporaneamente viene rifinanziato il cpt di Torino, uno dei peggiori d’Italia? Le buone intenzioni del resto si scontrano con la dura realtà, una maggioranza troppo risicata al Senato per portare avanti grandi battaglie di principio, come ribaltare la Bossi-Fini, e una opposizione con cui è difficile ragionare su questi temi. Basta vedere come il centro destra, per bocca di Bobo Maroni, ha reagito alla proposta di legge sulla cittadinanza presentata ieri dall’Unione, primo firmatario Ermete Realacci. Promossa dalla Comunità di Sant’Egidio, dice che se un bambino nasce in Italia da genitori residenti nel nostro paese da almeno due anni diventa automaticamente cittadino italiano, e che un minore nato all’estero può diventare italiano se dimostra di vivere in Italia da almeno sei anni e di aver frequentato una scuola. Ma la Lega, che è contraria, ha messo sul tavolo le sue argomentazioni: «Sarebbe di fatto un colpo di stato contro il quale faremo una battaglia durissima».