Valutazioni sulla manifestazione di sabato e indicazioni per il futuro

Con la manifestazione di sabato 29 novembre abbiamo concluso la campagna “2008 anno della Palestina”che avevamo aperto esattamente un anno fa esponendo una grande bandiera palestinese su via dei Fori Imperiali e al Colosseo.

L’obiettivo della Campagna, è stato quello di impedire che il 2008 vedesse solo le celebrazioni della nascita dello Stato di Israele omettendo completamente la Nakba palestinese e la pulizia etnica del ’48. Lo abbiamo fatto attraverso decine di assemblee in ventuno città grandi e piccole, attraverso la presentazione di libri sulla situazione palestinese, attraverso la campagna di boicottaggio dell’operazione “Fiera del Libro con Israele ospite d’onore” a Torino, lo abbiamo fatto attraverso tre delegazioni inviate una a Gaza (bloccata alla frontiera dalle autorità egiziane) e due nei campi profughi palestinesi in Libano, lo abbiamo fatto con due manifestazioni nazionali: una a maggio a Torino e l’altra sabato scorso a Roma.

a) La nostra valutazione sulla manifestazione di sabato 29 novembre è decisamente positiva sia per la partecipazione – le cinquemila persone in piazza c’erano veramente – che per la capacità di comunicazione messa in campo dal corteo. Se all’inizio del concentramento – come al solito – compagne e compagni rivelano sempre pessimismo (e ormai ne dovrebbero essere guariti) è stato evidente a tutti come a mano a mano che il corteo sfilava si sia ingrossato e arricchito.

La scelta di far aprire il corteo da una grande chiave a simboleggiare il diritto al ritorno dei profughi palestinesi, il tintinnio di centinaia di chiavi durante il corteo, hanno spiegato e incuriosito molte persone che assistevano alla manifestazione. L’aver inaugurato Piazza Yasser Arafat con una targa in una piazza centrale di Roma; il saluto fortemente sentito del presidente dei partigiani del Lazio, Rendina, al corteo (che gli è costata preliminarmente una dura discussione con gli ex combattenti della Brigata Ebraica); il saluto di una compagna di Euskadi; lo striscione calato dai ragazzi di Sport sotto l’assedio al passaggio del corteo; l’aver megafonato durante tutto il corteo spiegando motivazioni e obiettivi della manifestazione ed infine gli interventi dal palco di due palestinesi provenienti da realtà significative come Gaza e Chatila – a parte la pioggia – sono tutti elementi che hanno consentito una buon risultato della manifestazione sotto molti aspetti.

b) Non possiamo sottovalutare l’assenza di settori di movimento (collettivi universitari, centri sociali) né che l’aumento delle adesioni e delle forze che – diversamente dagli anni scorsi – hanno aderito alla manifestazione non abbia prodotto molto sul piano della partecipazione numerica. Sono tutti elementi che dovremo discutere e del quale tener conto, ma che non potranno mai diventare degli alibi per cessare l’attività e le iniziative messe in campo questi anni. Se fossimo stati subordinati a questi parametri non avremmo mai fatto tutto il lavoro fatto dall’ottobre del 2001 a oggi.

c) E’ sempre bene ricordare che è assai diverso l’impatto di una manifestazione vista dall’Italia (e dagli articoli di merda dei suoi giornali) e vista dall’altra parte del Mediterraneo . Per la gente assediata a Gaza o nei campi profughi in Libano, per chi sta difendendo le sue case e i suoi ulivi in Cisgiordania, o per gli attivisti in tutto il Medio Oriente, vedere che nella capitale dello stato che ha come presidente della repubblica Napolitano c’è stata una manifestazione di migliaia di persone che dicevano cose completamente diverse su Israele e i diritti dei palestinesi, è estremamente importante.
Le immagini televisive e le foto della manifestazione di sabato stanno girando nelle televisioni e nei blog di tutto il mondo palestinese e in Medio Oriente. Sono iniziative che rendono la solidarietà un fatto concreto e dinamico e che aiutano a resistere chi sta in prima fila.

d) Nelle due riunioni nazionali di ottobre (Roma) e di novembre (Firenze) ci si era detti molto chiaramente che la manifestazione del 29 novembre non poteva che essere uno sforzo della soggettività a fronte del completo silenzio, disinteresse e rimozione della lotta del popolo palestinese nel sistema dei mass media e nell’agenda politica anche della sinistra italiana. Infine, nessuno dovrebbe trascurare il dettaglio che ha visto l’intero establishment italiano – da Confindustria alle banche, dal Presidente della Repubblica al governo, fino a scrittori e artisti – andare in massa in Israele a celebrare una alleanza politica, economica, militare e culturale con uno stato colonialista e – pertanto – simile ed integrato a quelli europei e agli USA. L’iniziativa di solidarietà con il popolo palestinese in Italia ha dunque davanti un quadro politico e un blocco di potere interamente schierato – e senza grandi contraddizioni – a sostegno di Israele e contro i palestinesi se non nella dimensione di “problema umanitario” ma negandone ogni dimensione politica. La nostra forza non potrà che essere fondata sulla realtà dei fatti e sul rapporto con la società, con i settori sociali che possiamo e dobbiamo raggiungere sul piano dell’informazione e della comunicazione sociale. Da questo punto di vista i limiti sono solo quelli che ci mettiamo da noi stessi.

e) Pensiamo di organizzare una riunione ai primi di febbraio per impostare il lavoro del prossimo anno sugli obiettivi in larga parte indicati alla conclusione della manifestazione:

– Sviluppo del dibattito intorno al tema dello Stato unico per palestinesi e israeliani

– Centralità della questione del diritto al ritorno dei profughi palestinesi dentro qualsiasi ipotesi di negoziato credibile

– Progetto di una casa per la memoria storica del popolo palestinese che ricostruisca e documenti la verità storica dai primi del Novecento a oggi.

– Messa in campo di una campagna di Boicottaggio, Disinvestimento, Sanzioni contro lo stato di apartheid israeliano in sintonia con quello che agisce nel resto d’Europa. Ai primi di aprile tra l’altro c’è la conferenza dell’ONU sul razzismo a Ginevra (Durban II). Sul sito del forum troverete il documento che varie organizzazioni palestinesi presenteranno a questa conferenza

Un grazie ancora a tutte le compagne e i compagni che hanno partecipato alla manifestazione, un ringraziamento particolare ai compagni che questa volta hanno accettato le nostre valutazioni sulla gestione della manifestazione, un invito a strapazzare tutti coloro che non hanno creduto alla riuscita dell’iniziativa.

Invitiamo tutti coloro che voglio intervenire con le loro valutazioni a scrivere a : [email protected]

Buon lavoro

Il Forum Palestina