«Siamo tutti lavavetri», c’era scritto su uno striscione srotolato davanti a un semaforo in piazza della Libertà, centro di Firenze. E per dimostrare che le parole in politica a volte sono anche fatti, gli atipici manifestanti (c’erano intellettuali, amministratori, sindacalisti, politici e persino un prete) hanno impugnato spugne, spatole e secchielli e, violando la legge comunale, hanno pulito i vetri di alcune auto tra la sorpresa e anche un po’ di sconcerto degli automobilisti.
Ieri pomeriggio un gruppo di 150 persone, guidato da alcuni dei leader della sinistra radicale toscana (Rifondazione, Pdci, Verdi, Sinistra democratica e altre liste locali), due deputati e alcuni docenti universitari, tra i quali lo storico Paul Ginsborg, ha manifestato contro l’ordinanza voluta dal sindaco Leonardo Domenici e dall’assessore Graziano Cioni che ha messo fuorilegge i lavavetri della città, quasi tutti romeni, prevedendo anche il carcere per i trasgressori. Tra i manifestanti un assessore della giunta Domenici, Paolo Goggiola (Comunisti italiani): «Imbarazzato? Niente affatto. Ho partecipato al presidio perché considero l’ordinanza sbagliata — ha spiegato —. Un provvedimento sproporzionato per un problema, quello dei lavavetri, assolutamente inconsistente rispetto alle vere piaghe della città: droga, prostituzione, schiamazzi notturni. Spero che, quando a ottobre l’ordinanza decadrà, non se ne inventi qualcu-n’altra». Dissenso politico, quello di ieri, manifestato con allegria e con un pizzico di autoironia. Come quando Mercedes Frias, deputata di Rifondazione comunista, ha pulito il vetro di un’automobilista ed è stata ricompensata con una moneta da un euro. «Grazie, non lo voglio», ha detto la parlamentare sorridendo. Ma l’automobilista ha insistito: «Lei ha fatto un lavoro, merita di essere pagata», ha risposto. Più sfortunata un’altra attivista del fronte antiordmanza, Ornella De Zordo, (lista di sinistra all’opposizione) che ha tentato di strofinare il parabrezza di un’auto che ha preferito accelerare. In piazza anche un sacerdote: don Alessandro Santoro, parroco del quartiere periferico delle Piagge. Lui i vetri non li ha puliti, però ha manifestato tutto il suo dissenso contro la decisione di Palazzo Vecchio; «L’ordinanza contro i lavavetri è scandalosa e pericolosa», ha detto. Presente alla manifestazione pure Fabio Roggiolani, leader dei Verdi toscani. Spazzolone e secchio in resta, ha polemizzato con Cioni e Domenici: «Speriamo che le primarie del Partito democratico si facciano una volta sola — ha detto — altrimenti rischiamo di riempire le patrie galere di extracomunitari e poveracci. I romeni non hanno pace. Sono scappati da Ceaucescu e ora hanno Domenici». E mentre la manifestazione si chiudeva con slogan contro il Comune e l’assessore «sceriffo» Cioni, «Anelli Mancanti», un’associazione impegnata nel combattere il disagio degli immigrati, ha lanciato l’idea di trasformare i lavavetri in strilloni per vendere le rivista di alcune associazioni di volontariato. Il tutto dopo un accurato corso di italiano, per evitare fraintendimenti, da organizzare gratuitamente.