Uno sbaglio l’astensione del PRC sulla nomina all’Antimafia

Non condivido la decisione del gruppo parlamentare di Rifondazione Comunista di astenersi su un emendamento soppressivo che, ove approvato, avrebbe impedito la proroga dell’attuale Procuratore nazionale antimafia e consentito il ripristino del regolare iter istituzionale.
Per più di una ragione ritengo sbagliata questa decisione, nei confronti della quale esprimo il mio dissenso.
Sul piano politico, l’astensione ha permesso al governo di superare un momento di grave difficoltà, evitandogli di essere battuto su un provvedimento cui la destra conferiva grande significato.
Altrettanto discutibile, sul piano del metodo, è che si sia così consentita l’approvazione dell’ennesimo, indecente provvedimento ad personam, un provvedimento che in questo caso, oltre a sancire un sopruso, rischia anche di prefigurare una discutibile soluzione istituzionale.
Anche la giustificazione secondo cui ci si sarebbe astenuti per evitare di lasciare vacante la guida della Direzione nazionale Antimafia appare poco condivisibile, poiché la soppressione della proroga avrebbe restituito validità al concorso già indetto dal Csm, e ciò avrebbe condotto in tempi brevi alla nomina del nuovo Procuratore.
Il Segretario del Prc ha definito «intollerabile» che si impedisca al dottor Caselli di esercitare il proprio diritto nel concorso che dovrà portare alla designazione del nuovo superprocuratore.
Condivido questa valutazione, ma purtroppo ad aver determinato tale «intollerabile» esito è precisamente l’astensione dei nostri deputati. In conseguenza della proroga del dottor Vigna, il concorso già indetto dovrà essere infatti annullato, e ciò causerà – oltre a una prevedibile sequenza di ricorsi – un ulteriore differimento della nomina del suo successore.