Unifil: nel Sud del Libano una «no fly zone»

Nel Sud del Libano le cose non vanno per nulla bene. A lanciare l’allarme è stato ieri il generale francese Alain Pellegrini, capo dell’Unifil. «Temiamo – ha spiegato in un’intervista – che la situazione possa deteriorarsi rapidamente nella zona e in molti modi, in particolare con azioni che potrebbero essere avviate a partire da questa zona in direzione di Israele».
Il generale ha fatto riferimento a eventuali attacchi degli sciiti di
Hezbollah contro la contestata zona delle fattorie di Sheeba, occupate dal 1967 da Israele, ma rivendicate da Libano e Siria. «Senza voler essere troppo pessimisti – ha aggiunto il generale – bisogna riconoscere che ci sono focolai potenziali di indebolimento della situazione».
In risposta alle ripetute violazioni israeliane dello spazio aereo libanese, il capo dell’Unifil ha poi proposto la creazione di una «no fly zone riconosciuta a livello internazionale». Secondo Pellegrini «dieci giorni fa caccia israeliani hanno simulato due raid contro postazioni gestite dal battaglione francese (dell’Unifil) e i nostri missili erano pronti per essere lanciati quando gli aerei hanno cambiato direzione». Versione condivisa da Parigi che, dopo aver richiamato l’ambasciatore israeliano, ha giudicato insoddisfacente la risposta secondo cui la manovra dell’aviazione era stata mal interpretata e comunque non era aggressiva.